Abbiamo incontrato Alessandro Baldi, un animatore “speciale”, fuori dalla norma, fuori dal comune e quindi fuori dal… villaggio per svelare, per quanto possibile, la professione dell’animatore e le sue diverse sfaccettature. Alessandro Baldi, pugliese di origine, approda ai villaggi turistici dopo anni da musicista collaborando con Sergio Cammariere, Marina Rei, Patrizia Laquidara e passando per il teatro con Emilio Solfrizzi, Paolo Migone, Maurizio Micheli e Luca Medici, in arte Checco Zalone.
Laura: Ciao Alessandro e grazie per quest’intervista che ci farà scoprire vari aspetti di questo lavoro e di te. Ti ho definito un animatore fuori dal villaggio. Partiamo dalla fine. Tu ed il teatro. Una passione nata prima o di lavorare nel mondo dell’animazione, di fare il capo villaggio?
Alessandro: Non ho idea del momento in cui si leggerà questa “intervista”, essendo on line può essere quindi giorno o notte al momento di lettura: buongiorno/buonasera a tutti, mi sembra un buon inizio. Per risponderti, potrei dirti che il teatro è una passione cresciuta con me negli anni; ho fatto per moltissimi anni il musicista bazzicando attori e teatri e palchi per anni appunto. E’ un amore rimasto nascosto ed inconscio che ha preso il sopravvento all’improvviso.
L: Dal teatro al villaggio…realtà distinte o convergenti?
A: Il villaggio turistico ha una realtà completamente differente dal teatro per una ragione semplice: il tipo di utenza. L’Italiano in teatro compra un biglietto e si presuppone abbia cultura ed interesse per l’Opera o una commedia o per la prosa. L’italiano in un villaggio turistico ha comprato un pacchetto vacanze, quindi il sole, il mangiare, una camera comoda. L’animazione nei villaggi turistici si somiglia tutta da anni ormai e l’ospite a grandi linee sà che tipo d’intrattenimento troverà, per questo motivo ho scelto di portare in villaggio un intrattenimento nuovo e differente da quello a cui si è abituati fino ad oggi.
L: Quanto c’è di animatore nei tuoi ruoli teatrali e viceversa? La collaborazione teatrale che più ti è piaciuta?
A: Proprio per non dimenticare il tipo di contesto in cui ci si trova, le scelte teatrali sono sempre ponderate e riadattate ad un pubblico che definiamo “villeggiante”; spesso, come nel caso delle Commedie di Vincenzo Salemme, i copioni sono stati adattati al tipo di equipe di cui si dispone, tagliati per ovvie ragioni di tempo ma soprattutto alleggeriti senza mai stravolgerne il senso quindi la penna dell’autore e l’interpretazione dell’attore. Inevitabilmente quindi, si “esce” dal copione, interagendo col pubblico, con i bimbi che irrimediabilmente non staranno mai zitti, qualsiasi cosa, anche uno starnuto fatto in un certo modo, può diventare parte dello spettacolo e questo, è per me il nuovo concetto di “animazione”: contenuti nuovi, rifacendosi ai grandi come Eduardo De Filippo che ha scritto cose meravigliose, divertenti e assolutamente proponibili anche a quel tipo di pubblico, interagendo col pubblico stesso. Più che di collaborazioni, ricordo con piacere i consigli fondamentali di Maurizio Micheli.
L: Raccontami la giornata tipo di un capo villaggio.
A: Cambia ogni giorno, soprattutto ad inizio settimana nel momento in cui gli ospiti sono appena arrivati, poi la settimana si assesta e tutto diventa più gestibile. Mi sveglio di solito alle otto, un ora dopo riunione con lo staff e la mattinata passa tra i giri nelle varie aree, dalla spiaggia al mini club, per controllare che tutto sia ok. A pranzo, se non c’è un resident manager, controllo il buffet e la ristorazione in generale. Pomeriggio quasi sempre dedicato all’intrattenimento serale, che può essere un montaggio video o le prove di una commedia o qualsiasi altra cosa; non amo provare di notte, preferisco che i ragazzi diano il massimo durante il giorno e che di notte … dormano. Tra le 20 e le 21 giro ristorante, teatro per lo show e se c’è come spesso accade una seconda serata si tira fino a quando và avanti; di certo non mi annoio!
L: Come si comportano i Vip in villaggio?
A: Dipende. Ho visto atteggiamenti di ogni tipo. Da chi (non faccio nomi)con 3 guardie del corpo si sentiva Michael Jackson e se n’è poi andato senza pagare gli extra della camera, fino a Ciro Ferrara disponibilissimo e gentilissimo con tutti, sempre coinvolto nelle attività d’animazione. L’approccio con questo tipo di persone è identico a quello di tutti gli altri, se hanno voglia di essere coinvolti lo saranno, altrimenti discrezione come sempre.
L: Se dovessi dare un consiglio ai ragazzi che vogliono fare questo lavoro che cosa ti sentiresti di dire?
A: Di provarci, assolutamente. Fare l’animatore, se fatto con la convinzione sia un lavoro, può dare grandissime soddisfazioni e imparagonabili traguardi di crescita, sia dal punto di vista umano che da quello professionale. Dai villaggi non sono usciti solo Fiorello o Teo Mammuccari, ma anche tantissima gente che oggi lavora nel mondo del turismo o altrove con una reattività e preparazione sulle persone, fuori dal comune.
Un sentito e doveroso grazie ad Alessandro per la sua disponibilità e un grande in bocca al lupo per i suoi progetti futuri che a breve ci riserveranno delle sorprese straordinarie, con la speranza che questa breve intervista possa essere utile a chiunque voglia intraprendere questo meraviglioso ma anche faticoso lavoro.
Laura Moiana
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