Trickster, divinità dell’inganno: Ermes, Loki, Maui

Trickster nei racconti mitologici è un personaggio che assume in sé caratteristiche positive e negative insieme. Famoso per la sua astuzia e per la sua malizia, il trickster lotta per il bene ma a modo suo. Amorale e amante degli scherzi è sicuramente un tipo poco affidabile, ma non è cattivo. Saggio e sciocco a un tempo, promiscuo, legato alle funzioni corporali. Punta sulla sua furbizia per uscire dai pasticci in cui si caccia. In ogni cultura troviamo degli dei o degli eroi di questo tipo.

Ermes

Conosciuto come messaggero degli dei, Ermes era molto di più. Astuto e ingannatore, rideva sempre, era sfacciato: un trickster. Definito poikilos, dalla mente cangiante, era signore del thelgein, la capacità di incantare con lo sguardo. Aveva uno stretto rapporto con Apollo, suo fratellastro. Ma a differenza di quest’ultimo, dio della luce, famoso prima ancora di nascere, Ermes nacque senza onori. Quindi per conquistarsi il proprio posto sull’Olimpo ricorse alle sue doti naturali. Non la forza, che non gli apparteneva, ma l’inganno.

Era nato da un solo giorno quando, affamato, pianificò il suo primo misfatto. Decise di rubare il bestiame al fratello Apollo. Per confondere le tracce, fece in modo che i buoi camminassero al contrario e mascherò le proprie orme di bambino indossando dei grandi calzari. Rientrato nella grotta sotto forma di vento, si rimise nella culla e fece finta di niente. Quando Apollo lo accusò del furto, Ermes rannicchiandosi nelle fasce disse che non ne sapeva niente, che altre cose gli interessavano. Il sonno, il latte e un bagno caldo, ad esempio. Si propose anche di giurare sulla testa di Zeus, un giuramento spergiuro, che nessuno, tranne lui, avrebbe osato fare.

Non appartenne mai veramente a nessun posto, come un vero trickster. Dio delle strade raggiungeva ogni luogo a suo piacimento. Con il suo caduceo, il bastone su cui si avvolgono due serpenti, guidava le anime dei morti da questo all’altro mondo. Poteva attraversare il regno dei morti e quello dei sogni. La sua devozione aveva una forte connotazione sessuale. Con Afrodite generò Eros e Ermafrodito, che simbolizza la duplicità sessuale del trickster. Esperto delle bugie e del parlare ermetico (da Ermes, appunto) era il dio del linguaggio e degli oratori. Da lui discende Ulisse, l’eroe dal multiforme ingegno.

Il trickster norreno, Loki

Loki è una delle divinità più importanti della mitologia norrena. Dall’unione del gigante Farabauti e della dea Laufey, che simbolizzano il fulmine e le foglie, nasce Loki, il fuoco. Simbolo di molti altri trickster. La sua parentela con i giganti lo lega al concetto di caos. Loki è quindi un agente del caos e della distruzione. Simboleggia il male necessario, l’inganno e l’astuzia. Spesso si ritrova coinvolto in imprese che hanno come unico obiettivo quello di farlo divertire. Come quando rasò di nascosto i bellissimi capelli della dea Sif. Oppure quando si trasformò in una mosca per infastidire i nani che forgiavano il martello di Thor.

A lui è dedicata la poesia Lokasenna o La disputa di Loki. Qui si racconta di come, durante un banchetto organizzato dal dio del mare, Loki cominciasse a litigare con gli altri dei. Anche in un altro poema, Vǫluspá, che racconta le origini del mondo, il dio viene visto come prevalentemente negativo. Una veggente prevede che, in seguito ad una ribellione portata avanti da Loki, il mondo perirà travolgendo tutti gli dei nel fuoco e nell’acqua. Ma la fine del mondo, detta Ragnarǫk, nella mitologia norrena è una sorta di nuovo inizio della vita. Da essa nascerà un mondo ancora più bello di questo.

Loki infatti non è una figura solamente malvagia. Da vero trickster trasforma le sue distruzioni in nuove creazioni. Per questo la sua azione amorale e per alcuni aspetti biasimevole è in verità necessaria e essenziale. Egli, a volte nemico, a volte complice dell’azione divina, è il male che deve esistere affinché il bene trionfi. Per operare Loki usa i suoi inganni, le sue astuzie, le sue mille metamorfosi. Al servizio di Odino si sottopone spesso ai lavori più sporchi. Essendo il dio mutevole, non ha una sessualità stabile ed è lui a partorire alcuni dei suoi figli. La sua progenie consta di mostri spaventosi e altri benevoli, che sottolineano la sua natura ambigua di trickster.

Maui

Maui è un semidio presente in molti racconti della mitologia polinesiana. È un personaggio ingegnoso che mette sempre alla prova le proprie capacità per il bene degli uomini e per le sue bravate. Sono molte le tradizioni sulla sua nascita ma tutte condividono l’aneddoto secondo cui venne abbandonato da piccolo dalla madre. Nato storpio venne salvato dall’oceano e reso sano, a lui il dio Tama-nui-tera insegnò le arti magiche. Riuscì così a tornare a casa dove, dopo alcune prove da superare, venne riconosciuto dalla madre.

Essendo un trickster, amava fare scherzi. Uno di questi lo architettò per vendicarsi dei suoi fratelli, che lo canzonavano perché non era un bravo pescatore. Lanciando il suo amo Manaiakalani in mare, con il proprio orecchio come lenza, agganciò il fondo marino. Disse ai suoi fratelli che aveva preso un grosso pesce e li incitò tirare su la lenza facendo emergere le isole Hawaii e le altre isole della Polinesia.

Maui fu anche protagonista di molte altre imprese. Fu lui che sollevò il cielo per non farlo gravare sugli uomini. Con il suo amo prese al laccio il sole per convincerlo a rimanere di più nel cielo. Il sole, spaventato e rallentato per le ferite riportate dal combattimento con il semidio, decise di allungare le giornate nel periodo estivo. Anche Maui è legato al fuoco. Per fare uno scherzo agli abitanti del villaggio decise di rubare a tutti il fuoco. Prese in giro anche la dea del fuoco, finché gli dei non lo salvarono dalla sua furia. Anche lui trickster sessualmente fluido si dà a molti amori.

I trickster

I trickster sono quindi degli inguaribili mascalzoni, agenti del caos, dei disinibiti e impulsivi. Eppure, sono creativi nelle loro distruzioni, parteggiano per la verità nelle loro menzogne. Superano le definizioni di bene e male, nel buio lottano per la luce. L’uomo ha sempre avuto bisogno nella propria mitologia di personaggi di questo genere. Di dei che superino ogni tipo di confine, che esprimano la complessità del reale, il suo essere multiforme.

I trickster sono divinità che amano l’uomo e che sono pienamente umane nei loro vizi e passioni. Grazie alla loro astuzia superano ogni tipo di ostacolo e incoraggiano a seguire altre virtù oltre quelle canoniche di forza e coraggio. Incoraggiano all’intelligenza e all’adattamento, a trovare i lati positivi anche nei vizi, del buono nei mille umani disastri.

Fonte foto: radiobrea.net

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