Tour de France: Froome padrone del Tour, spettacolo e bagarre per il secondo posto

FB_IMG_1436200320752Archiviata la seconda settima del Tour ,  Froome si dimostra padrone della corsa; sui Pirenei grande lo spettacolo offerto dagli outsider.

Domenica 12 si correva la cronosquadre. L’ultima crono di questo Tour de France lunga  28 km, va ai campioni del mondo in carica, la BMC di Tejay Van Garderen. Lo statunitense è l’unico dei contendenti alla vittoria finale che guadagna su Chris Froome, che rimane in giallo per un solo secondo. Bene anche la Movistar, perdono invece venti secondi circa Contador e trenta secondi circa il nostro Vincenzo Nibali. Van Garderen è l’unico dei nomi grossi veramente a ridosso di Froome, Contador a poco più di un minuto, Quintana e Valverde a quasi due, Nibali a 2’22”.
La decima tappa prendeva il via in una giornata afosa, con un ritmo blando nelle fasi iniziali; due uomini prendevano il largo,  Vanbilsen e Fedrigo,  vantaggio massimo 14′.
Il gruppo, tirato a rotazione da tutte le squadre dei big,  accelerava quando alla fine mancavano 50 km e andava via via a ricucire il distacco dal duo in fuga; quando mancavano 25 km alla fine il distacco era di 4’26”,  mancavano 10 km alla salita conclusiva.
Ai – 15 rimaneva in testa solo Fedrigo,  con 1’06” dal gruppo tirato ad altissima velocità dalla Movistar, che ben presto riassorbiva l’uomo Cofidis.
Ai – 8 Valverde piazzava una serie di scatti a ripetizione che decimavano il gruppo dei migliori,  in cui si trovavano anche  Froome,  Thomas, Porte,  Quintana, Van Garderen,  Contador, Valls,  Rolland, Gallopin e Yates, più staccato Nibali.
Ai – 6 km attava invece Froome che faceva subito selezione,  alle sue spalle si portava Quintana che però veniva staccato e distanziato in pochi metri.
Un attacco atipico per Froome,  che da sempre si era detto più a suo agio nelle Alpi,  più adatte alle sue caratteristiche.
Ai – 2 Froome aveva 1′ su Quintana,  1’45” sul gruppo Valverde e 4′ su Nibali,  la sua frequenza di pedalata agile,  così come la sua azione era semplicemente devastante.
La sensazione é che il Tour sia saldamente nelle sue mani, disarmante il distacco inflitto agli avversari,  incapaci di rispondere agli attacchi del capitano Sky; in seconda e terza posizione Porte e Quintana,  dopo oltre un minuto.
Ko Nibali, il suo distacco dal leader é di 7′, giochi finiti per lui, come probabilmente per tutti gli avversari,  i distacchi sono già abissali.

Contador oltre i 4′ nella generale.

Sarà invece molto accesa la lotta per il podio,  i distacchi per la seconda e terza posizione sono infatti più contenuti.

Il giorno  dopo la grandissima prova di Froome , c’era molta attesa per capire che evoluzioni poteva prendere questo Tour de France.  La tappa numero 11 presentava salite storiche per la grand boucle, quali l’Aspin e il Tourmalet.  I primi chilometri dal gruppo faticava ad uscire una fuga, ma alla fine alcuni  corridori  riuscivano a prendere il largo, erano: Morabito, Pauwels,  Simon, Majka, Voeckler, Buchmann e Demare.  Il loro vantaggio si attestava a 6′; dal gruppo intanto prendeva  il largo in solitaria Daniel Martin il quale, dopo un lungo inseguimento, si ricongiungeva drappello di testa,  per poi staccarli a 2 km dal Gpm,  transitando da solo in cima all’Aspin.
La fuga ben presto si ricompattava e quando mancavano 40 km al traguardo, il loro vantaggio sul gruppo tirato dall’Astana, si  attestava a 5′.
In testa Majka si lanciava all’attacco tutto solo,  riuscendo a distaccare i compagni di fuga, mentre nel gruppo maglia gialla Nibali attaccava, riducendo a 15 elementi la composizione di questo gruppetto.
Oltre a Nibali di questo gruppo facevano parte Con, Gallopin, Valverde e Quintana; la maglia gialla aveva rimasto con sé il solo Thomas come compagno,da dietro tentavano di rientrare Rogers e Porte.
Majka passava da solo la cima del Tourmalet, con  1’10” sul primo inseguitore Pauwels, 1’50” sul duo Buchmann e Martin e 5’30” sul gruppo Froome ai – 38 km dalla fine.
Iniziava dunque la lunga discesa che non faceva registrare mutamenti all’andamento della corsa che,  ai – 20 km dal traguardo,  vedeva posizioni e distacchi invariati.
Ai – 15 l’ipotesi di una vittoria di Majka erano molto concrete,  gli inseguitori non recuperavano e l’uomo della Tinkoff-Saxo sembrava ancora avere forza e lucidità.
Ai – 9 il distacco era di 1′  sul primo inseguitore e di 6’24” sul gruppo Froome, Majka vedeva l’impresa.
Al suo inseguimento,  ad 1′,  si trovava Pauwels su cui tentava di rientrare Daniel Martin.
Porte e Thomas guidavano invece il gruppo maglia gialla.
Sul traguardo di Cauterets Rafael Majka coglieva il successo di tappa,  finalizzando un’azione nata sul Tourmalet e conclusa in modo straordinario; un attacco deciso e potente che non ha lasciato scampo agli avversari.  Majka vince dopo aver percorso tutta la tappa in fuga.
Nettamente staccato giungeva secondo Daniel Martin,  autore di una tappa comunque eccezionale vista la lunga rincorsa fino alla cima dell’Aspin.  Terzo Buchmann ,  anche lui in fuga sin dal mattino.

Nibali nel finale perdeva ancora terreno,  1′ la sua perdita, ora a 7’56” da Froome nella generale.

La dodicesima tappa era il  classico tappone pirenaico,  pieno di salite dure che,  unite al gran caldo, presentavano la possibilità di movimenti in classifica generale e grande spettacolo. Le salite erano il Portet d’Aspet,  il Col de la Core,  il Port de Lers e l’arrivo a Plateau de Beille. L’andatura del gruppo non era troppo lassiva, anche se lasciava spazio ad una grande fuga composta da: Preidle,  Westra, Roy,  Bardet e Vanbilsen.
Più indietro un gruppo di  sedici elementi : Durasek,  Navarro, Rodriguez,  Brun, Delapace,  Mentjes, Vanmarcke,  Fuglsang,  Ladagnous,  Izaguirre,  Kwiatowski,  Cherel,  Riblon,  Barta,  Coquard e Sicard.
Il gruppo controllava tranquillamente,  la testa della corsa aveva infatti 5′  a 120 km dal termine.
Il gruppo principale era guidato dalla Sky che non imprimeva velocità particolari,  mentre ai – 100 km iniziava a piovere in corsa,  lasciando ipotizzare tentativi di attacchi in discesa; il vantaggio degli uomini in fuga era di 8’30”.
Ai – 80 dalla conclusione nei due gruppi di testa si susseguivano gli scatti, mentre la Sky guidava un gruppo in cui nessuno sembrava intenzionato a dare battaglia,  con l’unico risultato che la fuga dilagava.
Sul Port de Lers il distacco tra il primo gruppetto ed il secondo era di 1’40”, gruppo maglia gialla a 12′.
Mentjes sfortunato,  cadeva appena intrapreso un tentativo di attacco ad inizio discesa.  Nessun danno grave.
Ai – 30 sul traguardo era in atto una vera e propria bufera,  grandine e freddo.
Il gruppo inseguitori era frazionato in tanti piccoli gruppetti e il gruppo maglia gialla era a 10′.
Ai – 20 le carte si erano pesantemente rimescolate, i primi fuggitivi cedevano e dagli inseguitori azioni personali facevano modificare la testa della corsa. In testa  c’erano Vanmarcke e Kwiatowski, ad 1’24” Bardet, Barta, Cherel,  Mentjes, Rodriguez, Izaguirre e Sicard; il gruppo Froome a 11′, il tutto e meno di 5 km dalla salita finale  HC di Plateau de Beille.
Alle prime rampe dell’ultima salita Kwiatowski abbandonava il compagno di fuga e tentava l’assolo per la conquista della tappa,  ma ben presto veniva ripreso da Fuglsang e Rodriguez; Purito rilanciava l’azione e si portava solo al comando, gruppo maglia gialla a 8′.
Ai – 6 Nibali provava l’allungo ma veniva chiuso da Valverde, di contropiede scattava Quintana, prendeva un vantaggio residuo mentre Froome non sembrava preoccupato.
Un Purito scatenato in testa  intanto guadagnava 1′ su Fuglsang e 1’40” Bardet quando si era nell’ultimo km.
Dietro Quintana scattava nuovamente e questa volta Froome andava personalmente a chiudere sul colombiano.
Purito dopo l’intera tappa in fuga,  ed un poderoso allungo sulla salita di Plateau de Beille conquistata la sua seconda tappa a questo Tour de France,  distaccava di quasi 2′ Fuglsang e Bardet,  giunti secondo e terzo.
Nel gruppo maglia gialla la Sky chiudeva su Quintana e la classifica generale rimaneva dunque invariata.
Nibali risaliva in top ten  della generale,  ora é a 4’38” dal podio. Più volte il siciliano nel finale tentava di guadagnare terreno; da lodare per non essersi perso d’animo .

Tredicesima tappa, da Muret a Rodez, 198,5 kilometri. La fuga di giornata è composta da 6 uomini: Gautier, Perichon, Haas, Kelderman, Geniez e De Gendt. Il gruppo non lascia troppo spazio alla fuga, ma allo stesso tempo non riesce nemmeno a riportarsi sui 6 al comando. Fora Nibali (rientrerà senza problemi), cade Peraud (tante bruttebescoriazioni ma ripartirà) e intanto davanti rimangono in 3: Kelderman, Gautier e De Gendt. Entrano negli ultimi 10 kilometri con cinquanta secondi circa di vantaggio, il gruppo però poco a poco recupera e all’inizio dell’ultimo strappo, i secondi di vantaggio per i tre al comando sono meno di dieci. Parte Kelderman con Gautier, da dietro in un amen si riportano definitivamente sulla fuga. Prima Demare, poi Van Avermaet e Sagan. La strada spiana e al termine di un lungo e battagliato sprint, trionfa Van Avermaet, Sagan costretto ad accontentarsi dell’ennesimo secondo posto. Chiude il podio un bel Bakelants. Froome sesto, Nibali settimo e con loro anche Quintana, Valverde e Contador. Generale invariata, tutto rimandato alle prossime tappe.
Da Rodez a Mendez,  178,5 km con l’ultimo strappo di 3km al 10%.

Quattordicesima tappa che partiva rapidissima. Gruppo che sin dal km 0 viaggiava ad alta velocità,  con molteplici tentativi di fuga  che  non riuscivano a prendere il largo.
Dopo la prima ora di corsa l’andatura era nervosa ma un  folto gruppo riusciva a prendere il largo,  portando subito a svariati minuti di vantaggio il proprio distacco, i componenti erano: Jungels,  Golas, Roy, Yates S, Cummings, Plaza, Perichon, Bardet, Pinot, Pantano, Bakelants, Castroviejo, Uran, Van Avermaet,  Gautier, Sagan, Koren, Ladagnous, Grivko e De Kort. Vantaggio massimo di 7’30”, ridotto a 5’45” quando al traguardo  rimanevano 26 km.
Golas ai meno 20 km dal traguardo di Mendez allungava sui compagni di fuga guadagnando 18″, mentre venivano affrontate le ultime salite prima del traguardo; la tappa di oggi era di bassa montagna, la maggior parte delle salite erano di quarta categoria.
Ripreso Golas si ripetevano molteplici attacchi in testa alla corsa, ultima asperità prima del finale alla Croix Nueve . A 6 km dalla fine riprovavano l’attacco Golas e Koren,  che guadagnavano 18″, Bardet rimontava da dietro e si portava in testa alla corsa all’imbocco dell’ultima salita,  su di lui ben presto si riportava Yates dando impulso all’azione.  Bardet ai – 2400 m attaccava nuovamente portandosi da solo in testa alla gara; guadagnava ben presto 15″ sui diretti inseguitori, diventato oramai un gruppo nutrito di 7/8 elementi.
Nel gruppo maglia gialla Quintana, Nibali e Valverde tentavano di guadagnare secondi attaccando sull’ultima salita.
In testa Uran e Pinot tentavano di recuperare gli 11” di ritardo dal fuggitivo Bardet, ci riusciva solo Pinot.
Dietro intanto il solo Quintana proseguiva il suo attacco e Froome doveva impegnarsi per tentare di chiudere sul colombiano.
In testa alla corsa un  sorprendente Steve Cummings rinveniva sui primi e rilanciava l’azione riuscendo a cogliere un successo di tappa clamoroso; in fuga dall’inizio riusciva a salire regolare nel finale e rilanciare l’azione al momento giusto,  tatticamente perfetto. Dietro Quintana scattava a ripetizione ma Froome chiudeva sempre, emozionante il loro duello,  con il colombiano della Movistar deciso a staccare la maglia gialla e guadagnare il secondo posto nella generale. Valverde nelle retrovie staccava Contador che non riusciva a tenere il ritmo del murciano, più staccato Nibali.
Steve Cummings vinceva di pochissimi secondi una bella tappa,  che vedeva la maglia gialla sempre competitiva, Quintana guadagnare il secondo posto della generale e Nibali risalire all’ottavo posto in classifica, a 8’17” dalla vetta.
Quindicesima tappa che presentava le maggiori  difficoltà altimetriche ad inizio tappa,  per poi terminare su di un arrivo pianeggiante.
Una larga fuga prendeva il largo,  che andava via via riducendosi fino ad avere questa composizione ai 53 km dalla fine: Pinot,  Bak, Rogers, Sagan, Adam Yates, Hesyedal,  Kwiatowski,  e Trentin  con il gruppo maglia gialla che inseguiva a 1’11”.
Trentin tentava l’allungo ma la sua azione non sortiva alcun effetto,  la fuga tornava compatta ai – 25 km dalla fine.  Anche la fuga veniva ripresa e a – 10 km dalla fine ci si preparava ad uno sprint a ranghi compatti. Lo sprint premiata nuovamente Greipel che anticipava nettamente Degenkolb e Kristoff,  giunto rispettivamente secondo e terzo, completando un podio di qualità molto alta.
Invariata la generale.

Tappa:1-Greipel 2-Degenkolb 3-Kristoff

Generale:1-Froome 2-Quintana +3’10” 3-Van Garderen +3’32”

di Yuri Casciato

Fonte foto: Tour de France web media

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