“Francia e Germania hanno accelerato i tempi della tassazione sulle speculazioni finanziarie, proponendo agli altri paesi dell’Unione il metodo comunitario della cooperazione rafforzata per raggiungere l’obiettivo. Molti Paesi si sono detti a favore, mentre altri, fra i quali l’Italia, non si sono ancorati impegnati ad appoggiarla. Monti non ha avuto dubbi quando ha deciso di tartassare i soliti noti, sia per una volta rigoroso contro i poteri forti e si decida ad appoggiare la Tobin tax”. Lo afferma il Capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti, in un’interpellanza inviata al Presidente del Consiglio.
“Per affrontare la crisi finanziaria – aggiunge – è necessario regolamentare i mercati attraverso lo stretto controllo delle transazioni finanziarie, è l’unico sistema per restituire centralità all’economia reale. Al Consiglio europeo di Bruxelles Monti ha il dovere di sostenere la proposta di James Tobin, infatti il Governo ha infatti già approvato un ordine del giorno del Gruppo IdV al Senato che lo impegna su questo punto. Il volume delle transazioni sul mercato delle valute è di circa 3.000 miliardi di dollari al giorno, il doppio del nostro PIL nazionale annuale, e sono quasi tutte puramente speculative.
La proposta della tassa Tobin consiste in un’imposta con un’aliquota molto bassa che non coinvolge gli scambi di beni e servizi e gli investimenti, ma che colpisce le transazioni speculative. Si otterrebbero così tre effetti: una certa stabilizzazione dei flussi finanziari, una maggiore autonomia degli Stati e delle Banche centrali nella gestione della propria politica monetaria e la creazione di un gettito importante. L’introduzione della Tobin tax sarebbe un segnale di equità e – conclude Lannutti – farebbe finalmente pagare il prezzo della crisi anche alla speculazione finanziaria e ai grandi patrimoni”.
Fonte: noodls
Foto: lindipendenza.com
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