Di recente, mi sono domandato quale classico della letteratura rappresenterebbe meglio l’attuale fase politica nostrana, ovverosia l’ormai affermato e inarrestabile “renzismo”. Dopo attenta e puntuale riflessione, e dopo aver scartato qualche decina di opere papabili, ho individuato in quella che è forse l’opera più rappresentativa di Stevenson, Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide, il romanzo che meglio si presta a raffigurare il renzismo.
C’è un passaggio critico molto interessante nel lavoro del citato Stevenson; egli fa affermare al protagonista del suo racconto quanto segue: “Sia sul piano scientifico che su quello morale, venni dunque gradualmente avvicinandomi a quella verità, la cui parziale scoperta m’ha poi condotto a un così tremendo naufragio: l’uomo non è veracemente uno, ma veracemente due”. Questa dicotomia della natura umana la possiamo ben intravedere in quel Mr. Shish che puntualmente emerge a smentire ciò che il Dr. Renzi ha affermato in precedenza. Mr. Shish, apro un inciso, è il nomignolo che il nostro si è conquistato nel mondo dei social dopo aver pronunciato un discorso in un inglese incomprensibile. Le reazioni scatenate dalla succitata dissertazione nella lingua della perfida Albione non si correlano al fatto che l’inglese sia richiesto a un presidente del consiglio e neppure alla pacifica constatazione che il nostro si sia esposto al pubblico ludibrio. Il vero problema risiede, invece, nel dover constatare come la spavalderia e l’esagerato ego abbiano fatto propendere Mr. Shish verso la scelta del fai da te, piuttosto che affidarsi a un interprete. Questo tratto narcisistico della personalità fa sorgere il dubbio che lo stesso metodo il nostro lo applichi anche con riguardo a questioni ben più importanti, che vanno dalle scelte di politica economica a quelle legate riassetto istituzionale del nostro paese. Inquietante, ma chiudiamo la parentesi.
Torniamo ora alle analogie con l’opera stevensoniana. Nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito ai proclami di Mr. Renzi, il quale ha affermato con genuina convinzione “Enrico (Letta) stai sereno”, “non andrò mai a palazzo Chigi senza passare per le urne”, “limiteremo il numero dei ministri a dieci”, “ridurremo le tasse” (il riferimento è al primo anno del governo, ma l’Istat ha certificato il contrario), “le regole (istituzionali) si fanno tutti insieme, farli a colpi di maggioranza è un metodo che abbiamo sempre contestato”, “quando un leader è condannato in via definitiva, la partita è chiusa” (salvo poi fare il patto del Nazzareno), e così via. Di esempi se ne potrebbero fare a decine.
Puntualmente, la seconda natura del nostro, quella di Mr. Shish, emerge prepotente a smentire il Dr. Renzi, così come quella del feroce Mr. Hide arriva a sopraffare il pacifico Dr. Jekyll. Per onestà intellettuale, occorre però fare dei distinguo: Mr. Shish non è certo uno spietato assassino, ci mancherebbe, è semplicemente la personalità dalla memoria corta e dal lungo pelo sullo stomaco che alberga nel corpo di quel ragazzone fiorentino che gli italiani hanno visto come il novello salvatore della patria. Un messia con lo sguardo spento e dalla favella veloce che fa del luogo comune e di qualche battuta a effetto il fulcro sul quale appoggiare la leva del potere, il suo. Le caratteristiche del Male che albergano in questo simpatico guitto non sono dunque neppure paragonabili a quelle del personaggio di Stevenson: ha tutto di Pinocchio, nulla di Charles Manson, questo va detto a chiare lettere. Tuttavia, l’abile modo che ha Mr. Shish di eludere i proclami del suo alter ego, il dr. Renzi appunto, bisognerebe sottolinearlo, a guisa di avvertimento, sulle schede elettorali come si fa con le sigarette: “nuoce gravemente alla democrazia”. Inoltre, vi è un secondo punto di divergenza con il romanzo che occorre rilevare.
Jakyll, nella sua ossessionante ricerca intorno alla natura umana, fa emergere il dr. Hide, nomen omen, da sempre celato dentro di lui silente e innocuo, in modo artificiale, per mezzo di non ben precisate “pozioni”. Mr. Shish, al contrario, è lì presente dalle origini. E’ lui che da vita, senza alcun ricorso a pozioni alchemiche, al Dr. Renzi e lo fa in modo consapevole e furbo. E’ una creazione che gli serve per nutrire la sua smisurata ambizione, il suo ego gigantesco, cancellando, peraltro, ogni tendenza all’autocritica. Mr. Shish pre-esiste al Dr. Renzi, che è il consapevole prodotto di una strategia tipica di un mondo in cui la politica è intesa come tecnica di conquista degli spazi di rappresentatività e non invece tensione verso il buon governo della cosa pubblica.
Gli occhi furbi di Mr. Shish sono marcati dal lampo dell’arguzia, dell’insofferenza, dell’impazienza. Scrutano i fedelissimi compagni di partito e i finti alleati. Sono occhi celati al vasto pubblico, perché fanno la loro comparsa nelle riunioni di partito, negli incontri con le altre forze politiche, in alcuni, importanti, meeting istituzionali. Quelli del Dr. Renzi, spenti e bonari come quelli di un bloodhound, sono invece dati in pasto alle folle: appaiono durante i comizi o le comparsate in televisione. Sono occhi rassicuranti, gli occhi giusti per una maschera creata ad arte.
di Joe Di Baggio
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