Si selfie chi può. Quando a farne le spese è un piccolo delfino

Cos’hanno in comune la morte, un cellulare e un delfino? Apparentemente nulla. A meno che…A meno che un folto gruppo di turisti non decida un bel giorno di tirare fuori dall’acqua un delfino, colpevole di essersi avvicinato alla riva di una spiaggia dell’Argentina settentrionale, e non decida di scattare coi propri smartphone centinaia di selfie, tenendo il delfino lontano dal suo habitat tanto a lungo da ucciderlo.


349ff5bfbf13a48b731813042c970ef5Difficile dire se siamo di fronte a un episodio di lucida follia o di incredibile, ma di certo non meno grave, superficialità. Fatto sta che quanto avete appena letto non è una storia inventata ma bensì quel che è accaduto in questa triste realtà priva di umanità. Le foto del delfino sdraiato senza vita in riva al mare hanno fatto il giro del mondo grazie alla documentazione di Hernan Coria, che ha riportato tutto sul proprio profilo facebook, e hanno scatenato l’ira del web e della
Fondazione Ambientale, che tuttavia si è limitata a ricordare quanto sia delicata la specie in questione, chiamata “franciscana”.

delfino_2La selfie-mania ormai spopola da tempo senza limite alcuno: automatico immortalare i momenti della giornata, della settimana, dell’anno, della vita. Sempre, comunque, dovunque. Ora però, forse per la prima volta, qualcosa ha smosso le coscienze della gente. Se prima l’autoscatto seriale arrivava ad essere semplicemente motivo di derisione e di sfottò, o al massimo di frivola discussione (il padre che tuona ai figli “in questa casa non si parla più, sempre tutti incollati al cellulare!”), ora è diventato improvvisamente qualcosa di molto più serio, qualcosa per cui vale la pena riflettere.

Il buon Albert Einstein, che sembra capisse qualcosina della vita e di tutto il resto, recitò queste parole profetiche: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”. Benvenuti nella nostra epoca, signore e signori: quel giorno è arrivato senza che ce ne accorgessimo. Si salvi chi può. O meglio, si selfie chi può.

di Antonio Fioretto

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