Settimo Piano, Interno 22: dal 17 maggio al Teatro Antigone di Roma

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Debutta giovedì 17 maggio al Teatro Antigone di Roma Settimo Piano, Interno 22 di Annalisa Rossi. Lo spettacolo, che vede sul palco Maria Stefania Pederzani, Sergio Mandato, Carmela Giannella, Tina Agrippino, Lino Pietroni, sarà in scena fino a domenica 20 maggio.

Un appartamento disabitato da due anni, in un bel quartiere residenziale di Roma, fa da cornice al lavoro di Annalisa Rossi. Settimo Piano, Interno 22 è qui che un’anziana e stravagante portiera passa il testimone a tre personaggi che spiegheranno perché l’appartamento è sfitto da tempo.
 
Ogni 22 anni in questo locale è scena di un avvenimento tragico.
 
Si tornerà indietro nel tempo, ripercorrendo le vicende grottesche, drammatiche, inquietanti dell’appartamento. Un percorso che, in parte, rappresenta la  storia dell’Italia moderna, vista attraverso le vicende della gente comune. E, nella cornice quasi misteriosa e magica preparata dalla portiera, si aprirà uno spiraglio sui motivi che determinano senza scampo i nostri destini.
 
SETTIMO PIANO, INTERNO 22
Scritto e diretto da Annalisa Rossi
con (in ordine d’apparizione):Maria Stefania Pederzani, Sergio Mandato, Carmela Giannella, Tina Agrippino, Lino Pietroni.
Musiche originali di Claudio Rosati
Luci di Claudio Carfora
Ufficio stampa Rocchina Ceglia
 
Teatro Antigone
Via Amerigo Vespucci 42
dal 17 al 20 maggio – ore 21:00 – domenica ore 18:00
Biglietto, posto unico Euro 10,00
 
NOTE DI REGIA
 
Fare la regia ad un proprio testo, insegna a capire quale sia la distanza tra scrittura e messinscena. Durante le prove mi sono trovata a scoprire sottotesti e significati nascosti e inaspettati in un lavoro che io stessa avevo da poche settimane completato.
Ed anche se era mia intenzione descrivere tre storie simili solo nell’epilogo finale, mi sono ritrovata a fare i conti con una comune visione dell’esistenza, del valore della vita, di uno sbigottimento di fronte al declino di noi italiani, intesi come somma di individui un tempo solidali e ingenui, poi ribelli e forse illusi, oggi monadi, immersi nella solitudine e nell’indifferenza reciproca.
Forse anche per reagire a questo apparente mio pessimismo, in corso d’opera ho deciso di invertire l’ordine delle storie. Infatti, in origine, tutto doveva iniziare con la vicenda ambientata negli anni ’60. Ribaltare la sequenza temporale, raccontarla, tramite l’inquietante portiera, partendo dall’oggi, non mitiga del tutto lo sconcerto di fronte alla nostra comune decadenza, ma apre una speranza: perché non potremmo tornare ad essere quel che solo pochi anni fa eravamo? I ventidue anni che separano i racconti sono in armonia con il 22 dell’interno da affittare: questo numero viene scelto come simbolo della morte, che danza con noi sempre, seppur con musiche costruite con armonie diverse.
La morte è il nostro comune momento di verifica ed anche la chiave che, aprendo la porta di una nuova vita in un aldilà inconoscibile, chiude dietro di noi un’altra porta: quella di una esistenza nel mondo della materia, ormai risolta nei suoi molteplici e forse inutili perché. Come la portinaia canticchierà nel finale… vita che finisce, vita che rinasce.
 
Annalisa Rossi
 
Info: teatroantigone.it

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