Roma scordata – Capolinea bus nel degrado, bagni per gli autisti devastati

Nell’ambito della nostra rubrica “Roma scordata” giunta alla ventunesima puntata, oggi ci occupiamo di un altro pezzo della capitale dimenticato da amministratori, sia comunali, sia del Municipio XV sia dai dirigenti Atac o TPL, il gestore delle autolinee nell’estrema periferia di Roma ovest. Parliamo del capolinea dei mezzi pubblici 030 e 032 che si trova davanti alla stazione di La Storta in corrispondenza dei treni FL3.

Più precisamente i nostri occhi si sono puntati su quei casotti (foto sopra e in basso) che dovrebbero servire a servizi di gabinetti sia per gli autisti che per i passeggeri. Ebbene i bagni sono praticamente inutilizzabili: la porta di uno è chiuso con un filo di ferro e davanti ad essa è appoggiata una scaffalatura metallica (foto 2); l’altro è nelle condizioni disastrose che sono bene evidenziate nella foto (3 ). Ma la struttura stessa è fatiscente ed abbandonata probabilmente da anni (foto 4).

I vandali e l’incuria hanno trasformato questo punto di estrema necessità in una zona ai confini della realtà, laddove si tratta di una piazza nella periferia, priva di bar o di altri esercizi pubblici che potrebbero soddisfare le esigenze fisiologiche quanto meno degli autisti che non possono usufruire di nulla, né di un caffè né di una toilette. Attorno ai casotti sembra di assistere ad una jungla urbana: immondizia e rovi ovunque (foto 5).

Ci domandiamo come mai nessuno interviene. Abbiamo chiesto agli autisti in attesa di partire col proprio mezzo: ci hanno risposto che questa situazione è stata segnalata da anni  ai superiori delle linee ma pare che la competenza per una azione di ripristino della fruibilità della postazione igienica venga rimbalzata dalla TPL all’Atac e al Municipio. Ognuno di questi enti sembra affermare che non vi possono mettere mano poiché la proprietà del piccolo immobile non è la propria. Insomma il classico “scarica barile”

Un’altra brutta pagina di decoro urbano, in un luogo frequentato anche da numerose compagnie di boy-scout che hanno nei pressi la loro sede logistica o da sacerdoti che raggiungono a piedi le vicine sedi della curia vescovile.

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