
Regina Coeli. La “storica” struttura” detentiva (solo maschile) è giunta ormai al collasso irreversibile. Lo certificano brutalmente i dati numerici. La capienza massima sarebbe di 628 posti ma poiché 58 sono inutilizzabili, quella regolamentare è di 550 posti. I detenuti, invece, sono attualmente 1168, con un sovraffollamento del 212%. A fronte di un fabbisogno di 709 agenti di polizia penitenziaria, ne prestano servizio soltanto 350. Quindi il rapporto detenuti/agenti, anziché essere 0,88/1 è attualmente 3,34/1.
Per rendere la casa circondariale a norma, tuttavia, non basta ricostituire gli standard numerici di regolamento. La struttura, infatti, è vincolata architettonicamente. Con tutte le problematiche che ne conseguono dal punto di vista del suo riammodernamento. Ciò non toglie che l’importanza “storica” del suo ruolo nel tessuto del centro città ne imporrebbe un ripensamento. Non una pura e semplice soppressione (e per farne che?). Inoltre, la riduzione drastica del numero dei detenuti, consiglierebbe la realizzazione di una nuova casa circondariale maschile. Dove?
Presenti al forum su Regina Coeli
L’associazione VisioneRoma ha quindi presentato una proposta concreta in un forum tenuto alla Sala del Carroccio in Campidoglio. Per Roma Capitale sono intervenuti la Presidente dell’Assemblea Svetlana Celli e l’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia. Il Municipio era presente con la presidente Lorenza Bonaccorsi. Hanno anche partecipato i consiglieri di maggioranza Cristina Michetelli e di minoranza Giovanni Quarzo.
L’amministrazione statale era presente in streaming con il provveditore regionale del Ministero Dott. Giacinto Siciliano. Inoltre è stato letto l’intervento sull’argomento della dott.ssa Claudia Clementi, direttrice della casa circondariale di Regina Coeli. Era presente anche la Garante dei detenuti di Roma Dott.ssa Valentina Calderone.
Regina Coeli, la proposta di VisioneRoma
La proposta di VisioneRoma è stata illustrata dal suo Presidente Claudio Minelli. Si basa sull’impellenza di una riduzione drastica del numero dei detenuti. Non sulla sua chiusura. Prevede anzi una rigenerazione complessiva del complesso, con nuova destinazione mista. Cioè: carcere + cultura + formazione.
Nella futura Regina Coeli, Visioneroma prevede l’inserimento delle seguenti istituzioni: 1) Museo della Memoria penitenziaria. 2) Centro di prima accoglienza giuridica. 3) Centro congressi per eventi sulla legalità. 4) Laboratori artistici permanenti, teatrali, musicali (auditorium), editoriali (biblioteca/casa editrice sociale) e radiofonici. A tal fine i cortili interni saranno ristrutturati come luoghi di incontro, di proiezione e di teatro sociale. Chiaramente, con il coinvolgimento dei detenuti e del territorio.
Centrale, ai fini della rigenerazione del complesso, sarà la creazione di una scuola di formazione professionale penitenziaria. La si otterrà valorizzando e ampliando i laboratori artigianali già esistenti (restauro, ceramica, stampa, cucina sociale). Tali spazi dovranno essere aperti al pubblico e gestiti in sinergia con enti accreditati e cooperative sociali. Si prevede soprattutto il coinvolgimento dei detenuti in percorsi di impresa sociale e turismo responsabile. Nonché il supporto del personale penitenziario per le funzioni rieducative e transitorie.
Si prevede una gestione integrata pubblico-privato con vocazione sociale. L’affidamento di parte del complesso a cooperative, fondazioni o enti culturali si effettuerà con appalti e bandi mirati. Altri soggetti pubblici potranno affiancare il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia. La proposta coinvolge in un tavolo di progettazione partecipata Roma Capitale, la Regione Lazio, università e fondazioni culturali. Si prevede la presenza di un Comitato civico cittadino per la vigilanza e altre proposte sul riuso e l’accessibilità del sito.
Il parere dei politici intervenuti
Tra gli interventi dei politici, riteniamo altamente interessante quello della Presidente del Municipio Lorenza Bonaccorsi. L’oratrice ha emesso il suo “grido di dolore” relativamente all’espulsione dal Centro dei “luoghi storici” di aggregazione. Con conseguente fuga dei cittadini residenti e la “desertificazione“ del centro cittadino stesso. Per questo si è dichiarata favorevole ad una rigenerazione di Regina Coeli non alla sua chiusura definitiva.
La Presidente dell’Assemblea Svetlana Celli ha annunciato per settembre un Consiglio straordinario sul problema delle carceri romane. Ha promesso di comprendere anche Regina Coeli nella tematica principale, inizialmente limitata a Rebibbia. La consigliera di maggioranza Cristina Michetelli ha invece ribadito che tutti i gruppi capitolini si sono già pronunciati per la chiusura di Regina Coeli. Si è detta possibilista a un riuso della struttura soprattutto a fini museali. Ma la c.d. “rigenerazione” – a suo parere – andrebbe limitata ai soli detenuti a custodia attenuata o in fase di reinserimento.
Michetelli si è detta contraria anche alla costruzione di una nuova casa di reclusione. A suo parere, infatti, per la riduzione/ridistribuzione dei detenuti “basterebbe” che il parlamento estenda sino ai 4 anni la sospensione delle pene. Un modo come un altro per rimandare il problema ad altre sedi e a data da destinarsi. Ampiamente favorevole al progetto, invece, il consigliere di minoranza Giovanni Quarzo. Chiede però una più incisa valorizzazione della formazione artigianale. Nonché una maggiore attenzione all’equilibrio spese/ricavi dell’operazione.
Per la rigenerazione di Regina Coeli è indispensabile una decisione condivisa
Prima di passare agli interventi tecnici, citiamo l’intervento di una figura intermedia: l’assessore all’urbanistica ing. Maurizio Veloccia. L’oratore ha ribadito che attualmente la struttura è inadeguata. La riconfigurazione di Regina Coeli, a suo parere, dovrà mantenere guida e funzioni pubbliche. Serve però una chiara volontà governativa per risolvere il problema. Soprattutto per quanto riguarda le risorse per costruire un nuovo carcere. Vanno perciò messi attorno a un tavolo tutti i soggetti decisori politici.
Il provveditore regionale del Ministero Dott. Giacinto Siciliano, ha inviato in streaming i suoi saluti e ha ringraziato gli uditori. Ha poi ha fatto rinvio all’intervento sull’argomento della dott.ssa Claudia Clementi, direttrice della casa circondariale.
La proposta della direttrice della casa circondariale di Regina Coeli
La dirigente ha concordato che sarebbe delittuoso disperdere il valore aggiunto per la città rappresentato da Regina Coeli. La struttura peraltro non può continuare a esistere nelle attuali condizioni. A tal proposito ha individuato 4 soluzioni: 1) Riduzione dei detenuti a 600 max. 2) Chiusura della storica III sezione per destinarla a Museo con il coinvolgimento dei detenuti. 3) Riservare la I sezione (rotonda) ai detenuti condannati a pene definitive. 4) Recupero dei locali da destinare ad attività formative (es. la tipografia).
La Garante Valentina Calderone si è detta favorevole al riuso della struttura ma solo limitatamente a detenuti a custodia attenuata o in fase di reinserimento. Anch’essa si è detta contraria alla realizzazione di nuovi spazi detentivi. Propone invece di investire sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dei vari edifici esistenti.
Tra gli interventi del pubblico segnaliamo quello del prof. Piero Sandulli. Il giurista ha ribadito quella che dovrebbe essere la “cornice giuridica” di qualsiasi intervento in materia. Il principio costituzionale, cioè, che le pene debbono essere finalizzate alla riabilitazione del condannato. E non possono essere contrarie ai principi di umanità. Ha poi precisato che, giuridicamente, le parti della struttura eventualmente da consegnare in gestione ai privati, andrebbero prima “sdemanializzate”.
Localizzazione della nuova struttura
Nella sua proposta, Visioneroma si è poi occupata della localizzazione della possibile nuova struttura di detenzione romana. A tal fine ha prima chiesto i criteri e poi proposto la ricerca delle possibili aree all’IA. Questa ha individuato 10 siti del territorio comunale con relativo punteggio. Il relativo risultato non è stato letto dal Presidente Minelli che ha rimandato alla pagina internet dell’associazione. Noi che facciamo della curiosità la nostra way of life siamo andati a spulciarli. Comunichiamo ai nostri lettori le prime 3 localizzazioni.
1) Area Bravetta–Casal Lumbroso–Aurelio Ovest. Ha ottenuto punti 9/10. I suoi punti di forza sarebbero l’area urbanizzata e sicura, la presenza della Scuola Penitenziaria, la prossimità al DAP e un’ottima accessibilità (GRA). La sua criticità: un’accettabilità sociale ancora da valutare.
2) Laurentino/Fonte Ostiense. Ha ottenuto punti 8.5/10. Punti di forza: gli ottimi collegamenti (Metro B), la vicinanza agli uffici giudiziari e ministeriali e la rigenerazione in corso dell’area. Criticità: una densità urbana elevata.
3) Tor Cervara. Ha ottenuto punti 7.5/10. Punti di forza: Zona industriale riconvertibile, i buoni collegamenti (Metro B + futura tramvia Togliatti), la vicinanza ai presidi di sicurezza. Criticità: i servizi da sviluppare.
Personalmente, saremmo molto critici sulla prima delle tre soluzioni citate. Più idonea – a nostro parere – ci sentiamo di indicare la seconda soluzione. Ma, soprattutto, la terza (Tor Cervara), per la relativa vicinanza a Rebibbia e all’Ufficio Immigrazioni della Questura.
Foto di Lisa Kennedy da Pixabay
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