Osvi & Otzi

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“Mi chiamo Osvaldo, detto Osvi, ho 45 anni, sono alto 1,65 peso 87 kg.  “Sembri Bud Spencer in miniatura” mi dice sempre, scherzando, Alberto. Fumo mezzo pacchetto di sigarette al giorno, solo perché il medico mi ha chiesto di buttare l’altra metà. Che poi, Milano è una camera a gas… servirà?

Mi hanno consigliato pure di andare in palestra, a camminare un po’ sul tapis roulant. “Non può correre con tutti qui chili di troppo, dice il medico,  le farebbe male alle ginocchia. Cammini per ora, almeno mezz’ora al giorno”. Ma non ho tempo, lavoro dieci ore al giorno davanti al pc, mi pesa uscire, correre, sono stanco, poi ho voglia di vedere un po’ di tv per riposarmi.

Merito la maggior parte del mio peso e, se devo essere onesto, mangiare mi piace e la roba scondita non sa di nulla.

Mi chiamano Otzi, ho 45 anni, sono alto 1,60 , peso una cinquantina di chili, forse 55 ma le bilance non ci sono. Il mio amico Ork dice che ho le gambe magre e forti come gli stambecchi. Porto la barba, come tutti.
Conduco una vita attiva, faccio il pastore, sempre su e giù dalle montagne battute da venti puliti, ho una dieta abbastanza sana, zero condimenti, zero patatine, zero fast food.
Solo rape e carne di animali sani come i cervi o giù di lì, cerco di evitare il latte perché non lo digerisco bene. Recentemente ho scoperto una strana macchia rossa sulla pelle e non mi sono scottato in quel punto o almeno non me lo ricordo.

Cosa hanno in comune Otzi e Osvi? Apparentemente nulla, anche perché Otzi è nato circa 3, 4, forse 5000 anni fa, un nostro antenato il cui corpo è stato rinvenuto, mummificato, nel 1991 sulle alpi Venoste.
Gli scienziati lo studiano da più di vent’anni e recentemente hanno fatto alcune sensazionali scoperte di cui ci è giunta notizia settimana scorsa.

Ma andiamo con ordine: leggo su Wikipedia “L’arteriosclerosi è una malattia infiammatoria cronica delle arterie di grande e medio calibro che si instaura a causa dei fattori di rischio cardiovascolare: fumo, inquinamento atmosferico (traffico stradale elevato), ipercolesterolemia, diabete mellito, ipertensione, obesità, iperomocisteinemia;”.

Roba moderna quindi. Infatti deriva, ci hanno sempre detto, da: mangi troppo, gli hamburger fanno male, ti muovi poco, dovresti smettere di fumare,Veronesi, città ingorgate dalle auto che fanno un sacco di smog, le polveri sottili, Pisapia, i centimetri del girovita, Sirchia, non dovresti bere tutta questa birra, il sale fa male, ecc.
Se dovessi quindi dire chi, tra Osvi e Otzi, sia il candidato ideale per l’arteriosclerosi, andrei sicuramente sul secondo. E forse mi sbaglierei.

I risultati delle indagini scientifiche appena pubblicati hanno dimostrato infatti che non solo Otzi era predisposto alle malattie cardiocircolatorie, ma che una di esse era già presente: l’ arteriosclerosi, appunto. Rilevante anche il fatto che l’età dell’insorgenza della patologia sia la stessa di quella degli uomini di oggi, 40-50 anni.
A questo aggiungiamo che Otzi era intollerante al lattosio -come i nostri moderni, bistrattati, debolissimi, bambini- e presentava tracce di borreliosi, un’ infezione batterica che si pensava molto più recente e il cui primo sintomo è in genere un eritema di forma circolare.

Negli ultimi dieci anni stiamo calcando molto la mano sulla prevenzione e meno sullo scoprire le cause reali delle malattie. Se rileggete ora la definizione di Wiki sopra citata, vi accorgerete che contiene un errore: “A causa dei fattori di rischio”. I fattori di rischio non causano nulla. Cito infatti un altro articolo di Wiki:  “Non sono pertanto da considerare agenti causali, ma indicatori di probabilità di comparsa di una patologia”.  Ma il nostro “occhio”, allenato da migliaia di articoli e servizi, ormai associa automaticamente malattia a fumo, grasso, ecc.

Questa non vuole essere un’apologia della modernissima, bolsa, inattiva e affumicata vita che conduciamo, lo dico da sportivo-nonfumatore-pesoforma. Ma non è tutto bianco o tutto nero e la prudenza di alcuni cardiologi sul tema si potrebbe esprimere con questa frase:  “Il 50% di tutti quelli che hanno fattori di rischio non avrà mai un infarto, il 30% di coloro che hanno avuto un infarto non ha mai avuto i fattori di rischio”. Forse, dunque, Osvi non è malato.

Cosa hanno quindi in comune i due? Sono esseri umani e si assomigliano tantissimo, nella salute, anche a distanza di millenni. Saperlo può esserci di grande stimolo per continuare a cercare, perché c’è ancora molto da scoprire sugli esseri umani e sul loro funzionamento. Arroccarsi su posizioni nostalgiche dell’epoca aurea in cui, sani, forti e felici, vagavamo per i campi nutrendoci dei loro biologici frutti, immuni tutti dalle moderne, mercantili, plutocratiche malattie, non aiuta certo a rischiarare le tenebre in cui, in certi casi, ancora brancoliamo.

Luca Munaretto

foto: it.wikipedia.org – morguefile.com

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