Nuovo pomo della discordia giallo-verde: inceneritori, termovalorizzatori o raccolta differenziata?

Nel delicato equilibrio politico del governo giallo-verde scaturito dalle elezioni del 4 Marzo 2018, si inserisce una nuova dura polemica sul capitolo gestione dei rifiuti: inceneritori, termovalorizzatori o raccolta differenziata?

Il primo punto da chiarire per poter capire meglio la materia è intanto la differenza tra inceneritori e termovalorizzatori: i secondi oltre ad eliminare per combustione i rifiuti, producono energia da questo processo mentre i primi si limitano alla combustione dell’immondizia.

Questa differenza è valida se riferita alla base installata (più di 40 unità in tutta Italia) ma di fatto non pienamente applicabile nel caso di nuove possibili installazioni: infatti tutti gli inceneritori di nuova generazione, diciamo quelli costruiti nell’ultimo decennio, hanno inclusa la funzione di recupero energetico dai rifiuti combusti.

Da un punto di vista mediatico però, è più elegante e collegabile ai valori del rispetto ambientale chiamarli termovalorizzatori perché il termine contiene al suo interno un elemento positivo, la valorizzazione.

Dopo le polemiche e le diverse posizioni dei mesi scorsi sulla Giustizia, sulle chiusure domenicali degli esercizi commerciali e sulla ‘Pace Fiscale’, questo nuovo attrito rischia di guastare il cammino del governo.

Ma da dove nasce la polemica dei rifiuti? Anche se gli inceneritori non erano un punto incluso nei punti del contratto di governo che ha unito alla guida del Paese il Movimento 5 stelle e la Lega, è chiaro dalla campagna elettorale trascorsa che la componente guidata dal Ministro del Lavoro Luigi Di Maio non vede i termovalorizzatori come la soluzione da perseguire.

Il cavallo di battaglia del Movimento, come anche ricordato nei giorni scorsi dalla Sindaca di Roma Virginia Raggi di fronte all’accumulo di rifiuti per le strade della Capitale, è senz’altro il potenziamento della raccolta differenziata.

Purtroppo, il rimpallo delle responsabilità tra Sindaci e Regioni, la chiusura per saturazione e scelta politica di importanti discariche, le difficoltà di bilancio (AMA a Roma) e quelle operative in Campania (ASIA), stanno creando situazioni di gravità elevata con rifiuti fermi nelle strade cittadine e rischio per il decoro e la salute dei cittadini.

La raccolta differenziata (ed il compostaggio), che pure appare come la soluzione identificata per il domani, non decolla come da aspettative: non riesce a superare il 38% a Napoli (era al 36% lo scorso anno) ed il 45% a Roma (solo 2% di incremento dall’insediamento della Raggi), con la maggioranza dei cittadini costretti ad utilizzare i vecchi metodi di smaltimento senza avere più a disposizione il numeri di discariche del passato.

Tornando alla polemica politica in atto, difficile credere ad un passo indietro del Movimento 5S che possa avallare la decisione di creare nuovi termovalorizzatori, specialmente nell’area Campana, patria di Luigi Di Maio (al momento nessuno degli impianti italiani è basato in questa regione).  Essi potrebbero risolvere l’emergenza del momento rilasciando però nell’atmosfera inquinanti dannosi per la salute e contrari all’etica ambientalista che muove i seguaci di Grillo.

Allo stesso tempo, appare certo che il vice premier Matteo Salvini, maestro nell’intercettare il malcontento popolare trasformandolo in consenso per la sua Lega, non mancherà di pressare il governo al fine di placare le ire della popolazione e ridurre i roghi di rifiuti che stanno verificandosi in questi giorni in Campania.

Di sicuro non appare all’orizzonte una soluzione a costo e tempo zero: non si può pensare, nel breve termine, ad una esplosione della differenziata che giustifichi il no a tutto, dove il tutto sono nuove discariche o inceneritori.

Allo stesso tempo non è plausibile una marcia indietro sulle posizioni acquisite che rilanci la costruzione di nuovi termovalorizzatori che necessitano di un lungo periodo di approntamento.

Questa volta la priorità è la risoluzione dell’urgenza ed il ripristino delle condizioni minime di igiene ambientale, tramite la collaborazione e la disponibilità di tutte le forze in gioco ed il reperimento dei fondi necessari.

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