Nuovi sapori: grillo al mirtillo

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Non è una battuta, ma il nome di una barretta ai cereali contenente farina di grillo prodotta in Italia, che ho in casa e non ho avuto ancora occasione di assaggiare. Non per diffidenza, sono sicura che ha un ottimo sapore, solo non sono una consumatrice di barrette.

Cosa dice la legge

Il regolamento 2023/5 della Commissione europea, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 3 gennaio 2023 sancisce che a partire dal 24 gennaio 2023, per un periodo di 5 anni, potranno essere venduti e comprati nell’Unione Europea alimenti prodotti con polvere di Acheta domesticus cioè fatti con polvere di grillo domestico.

La Commissione aveva già approvato la vendita e il consumo delle tarme della farina essiccate e della locusta migratoria. Queste misure hanno l’obiettivo fornire fonti di proteine a basso costo e a basso impatto ambientale al mercato alimentare europeo, come alternativa alla carne di animali i cui allevamenti implicano elevate emissioni ed elevati consumi di acqua e territorio. Tuttavia per adesso si tratta di un prodotto di nicchia e perciò ancora costoso (circa 70 euro al chilo.)

ll regolamento appena approvato autorizza la società vietnamita Cricket One a immettere sul mercato europeo il nuovo alimento a base di polvere di grillo domestico. L’autorizzazione potrà essere estesa ad altri richiedenti, purchè superino le verifiche di sicurezza alimentare previste dal Regolamento.

Ma quindi è sicura?

La farina che si ottiene macinando le larve dei grilli è sicura.  Non si va certo a caccia di grilli selvatici, ma sia l’allevamento che la tecnica di produzione sono stati attentamente valutati dall’EFSA (European Food safety Agency), l’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare, che ha sede proprio in Italia, a Parma. La farina è prodotta seguendo procedure standardizzate e tracciabili, e dal punto di vista sanitario è ineccepibile: non contiene organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi. Tuttavia il 73% degli italiani ritiene che la produzione di cibi a base di insetti richiederebbe maggiori attenzioni in termini di sicurezza alimentare, e il 55% è molto preoccupato dal punto di vista sanitario. Questo dimostra una scarsa conoscenza da parte degli Italiani del ruolo dell’EFSA e poca consapevolezza dell’elevato livello di attenzione per la salute garantito ai cittadini dell’Unione Europea.

La farina di grillo, che fa parte della categoria dei cibi innovativi detti “Novel food”, è un’ottima fonte proteica in quanto contiene oltre il 65% di proteine ad alto valore biologico, ed è anche ricca di fibre, calcio, vitamina B12, ferro, fosforo e sodio. 

L’unico problema che può creare è dovuto alla chitina, una proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, esattamente come per i crostacei. Quindi chi è allergico a scampi ed aragoste dovrà rinunciare anche ai grilli…

Perchè siamo diffidenti?

Un’indagine condotta dalla Doxa in Italia rivela che solo il 40% degli italiani ritiene che gli insetti possano essere uno dei cibi del futuro. Sono in particolare i giovani tra 18 e i 34 anni a dimostrare maggiore apertura (49%) contro il 63% degli over 55 che pensa che gli insetti non saranno mai accettati come alimenti in Italia.

L’origine della diffidenza, più che nelle preoccupazioni per la sicurezza o per le proprietà nutritive, sta nella cultura. Infatti le differenze culturali nell’alimentazione sono molte e si basano su tradizioni molto antiche. 

Sappiamo che in Cina è considerato perfettamente normale cibarsi di cavallette, serpenti, pipistrelli, ma anche di cani e gatti, che per noi Europei sono praticamente membri della famiglia e mangiarli sarebbe considerato cannibalismo.

Ma perfino il cannibalismo è ancora oggi praticato da alcune tribù.

Gli ebrei osservanti non mangiano il maiale, la lepre, il coniglio, il cammello, tutti i roditori, i rettili e gli animali anfibi (rane ecc.). Fra i volatili, non sono ammessi i rapaci e i notturni. I pesci sono tutti Kosher (che significa conforme alla legge) purchè abbiano pinne e squame, quindi sono esclusi crostacei e molluschi.

La religione musulmana proibisce di mangiare il maiale e di bere alcool, mentre gli induisti non mangiano la carne di vacca, animale sacro, di cui in India è proibito il consumo anche dall’articolo 48 della Costituzione.

Via libera al grillo quindi, che non è protetto da alcuna tradizione, e ridotto in farina non è neanche riconoscibile, aggiunto altre farine nelle barrette, nel pane e nei dolci, anche se l’etichetta deve obbligatoriamente dichiarare gli ingredienti.

Perciò vado ad assaggiare la mia “grillo al mirtillo”.

*Biochimico, direttrice del  Laboratorio Rischio Agenti Chimici dell’INAIL

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