Nasce l’auto vegan: ma è davvero una novità?

Questo è un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”, affermò soddisfatto Neil Armstrong, compiendo il primo passo sulla superficie lunare, il 21 luglio 1969.

Ebbene, anche la crescente attenzione del mercato verso la realtà vegan, rappresenta un balzo per l’umanità. 

Non solo gli scaffali dei supermercati dedicano interi settori all’alimentazione vegan, anche le catene dei fast food, le aziende di moda, il settore dell’arredamento e persino quello automobilistico hanno ormai compreso quanto sia importante concentrarsi su una fetta di mercato in continua espansione.

Auto vegan: basta con la pelle animale

Uno studio condotto da Infinium Global Research (compagnia indiana esperta in ricerche di mercato), l’industria della pelle vegana potrebbe avere un tasso di crescita annuale del 49,9% tra il 2019 ed il 2025.

Sempre più consumatori si stanno infatti allontanando dai prodotti tradizionali in pelle.

La ragione è dovuta sia a motivazioni etiche, legate allo sfruttamento degli animali e al relativo impatto ambientale, sia a questioni di sicurezza per i lavoratori impiegati nel settore.

La produzione di pelle di origine animale richiede la concia, un processo che utilizza sostanze chimiche inquinanti e pericolose per gli uomini, a base di cianuro e la formaldeide

Per le suddette ragioni, diverse case automobilistiche, hanno introdotto sul mercato dei veicoli con interni a base vegetale, totalmente cruelty free.

Una di esse è la storica azienda automobilistica BMW, che ha realizzato un veicolo con sedili in pelle non animale.

In un post su Instagram, il giornalista automobilistico Thomas Majchrzak,  parlando dei sedili in similpelle Sensatec dell’azienda, ha dichiarato “superano la sensazione, il comfort e il tatto del materiale di origine animale”. SensaTec, una miscela riciclata di lana e altri materiali tinti con coloranti vegetali, viene fornita di serie su 11 linee di veicoli BMW tra cui la Serie 2, Serie 3, Serie 5, X2, X3 e X4.

Si tratta di “struttura trapuntata perforata e quindi passivamente traspirante per i sedili sportivi, morbida e soffice, ma senza crudeltà. D’ora in poi, la maggior parte delle BMW Serie cinque in tutto il mondo sarà venduta con questo sedile come standard negli Stati Uniti”, ha aggiunto Majchrzak.

È una grande vittoria per tutti gli animali, per gli esseri umani danneggiati dal processo di concia e per l’ambiente”.

BMW, in realtà aveva adottato già dal 1975 la cosiddetta “similpelle“, ma nel 2014, la società ha cambiato il nome in SensaTec per “riflettere il design più raffinato e la sensazione dei materiali”, ha precisato il portavoce della BMW Oleg Satanovsky.

Riguardo al materiale, Satanovsky ha affermato che uno dei principali vantaggi di SensaTec è la sua durata. “Non viene decomposto dalla luce solare e non può essere danneggiato dall’aria o dall’acqua (anche salata del mare)”, ha detto a ABC News in una e-mail.  “È più resistente all’usura e alle macchie rispetto alla pelle ed è più facile da pulire.”

Non solo BMW

Oltre a BMW, tra le aziende più sensibili citiamo:

1) Tesla, che smesso di rivestire i sedili dei suoi veicoli elettrici con pelle animale nel 2017, preferendo l’alcantara.

Come mai questa scelta? Elon Musk, CEO e product architect di Tesla, pur non essendo vegano, non vede la necessità di utilizzare animali nella produzione di veicoli.

2) Volvo, che ha deciso di produrre il suo fastback Polestar 2 (completamente elettrico) con WeaveTech, un “materiale di fascia alta, non di origine animale, senza pelle e vegan friendly”, afferma un portavoce. 

3) Audi, che ha realizzato Audi- e-tron GT ed e-tron Q4 – totalmente “animal free”. 

A riguardo, Marc Lichte, responsabile del design di Audi, ha affermato che la “pelle vegana“, è sicuramente un punto di forza per i clienti.

Per tali motivi la pelle sintetica ha preso il posto di quella animale su cuscini, braccioli, rivestimenti e consolle centrale, interamente prodotti con materiali riciclati.

Persino i tappetini del pavimento sono sostenibili,  realizzati con vecchie reti da pesca e bottiglie di plastica.

Una piccola curiosità 

Secondo indiscrezioni, ad orientare la scelta di Lichte sarebbero statale le due figlie “vegetariane”.

 “Mi hanno detto, ‘Non voglio sedermi su una mucca morta'”, ha dichiaro Lichte a ABC News a Ginevra.

4)  Altra auto vegan è Renault Twizy. Realizzata quasi del tutto in plastica, a parte il telaio in acciaio, è stata  approvata dalla PETA ( People for the Ethical Treatment of Animals) per via dell’assenza di materiali di origine animale nella sua costruzione, inoltre è elettrica al 100%, quindi buona anche per la qualità dell’aria.

5) La Fisker Emotion, presentata al Consumer Electronics Show (CES) nel 2018, da un’idea dell’ex designer BMW Henrik Fisker (vegano) presenta interni completamente vegani.  

Ma è davvero una novità?

Mark Takahashi, redattore senior di Edmunds (sito specializzato sulle informazioni automobilistiche), ha puntualizzato che i tessuti non animali nei veicoli non sono un fenomeno nuovo.

Già a partire dagli anni ‘50, alcune auto erano realizzare con un materiale artificiale chiamato Naugahyde

All’epoca prese piede il soprannome “pleather”, ovvero similpelle, ma il termine non piaceva alle case automobilistiche, perché aveva una connotazione negativa, quasi si trattasse di un sottoprodotto.

Oggi “la novità è il marchio“, ha detto Takahashi a ABC News (riferendosi a SensaTec).  “Non è mai stata chiamata ‘pelle vegana’ fino a poco tempo fa.”

Le pelli vegane e gli interni riciclati non piaceranno a tutti gli automobilisti”, ha detto Takahashi che ha aggiunto 

 “Ma se sei un vero vegano autentico, andrai a cercare un’auto senza pelle”.

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