Movimenti indipendentisti: si chiede l’autonomia con il referendum

indipendentistmovimenti“L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani” auspicava Massimo D’Azeglio nell’Ottocento. E forse il politico e patriota torinese sta ancora auspicando.

Negli ultimi anni sono comparsi sempre più numerosi movimenti autonomisti in diverse regioni o addirittura in singole città del Bel Paese. Dalla Lombardia alla Sicilia, passando per la Sardegna e per il triveneto, diverse organizzazioni politiche chiedono l’autonomia dall’Italia e dal suo oppressivo sistema fiscale. Il tema è al centro del dibattito pubblico dopo l’arresto di alcuni indipendentisti veneti alcuni giorni fa, rei di aver costruito un carro armato artigianale con l’intento di fare un’azione plateale a piazza San Marco a Venezia.

Ieri a Verona la Lega Nord è scesa in piazza per chiedere la liberazione degli arrestati. Il segretario Salvini è chiaro sul tema: “Siamo qua pacificamente ma non siamo dei fessi: o tornano a casa subito e qualcuno chiede scusa o andiamo a tirarli fuori noi. Magari occupando le prefetture”.

Ma le cose non finiscono qua. Gianluca Busato, leader de il plebiscito.eu, l’organizzazione che ha promosso il referendum sull’autonomia veneta,  ha dichiarato che il consenso per l’indipendentismo sta aumentando e che ha avviato contatti con le organizzazioni sarde, ma anche con quelle friulane e con Trieste. Tutti uniti per uscire dai confini italiani.

Novità arrivano anche dalla Sardegna. Il consiglio nazionale del Psd’Az ha avviato i lavori per l’istituzione di un comitato per il referendum, coadiuvato proprio dall’ormai esperto in materia Gianluca Busato.

Questi i movimenti più noti. Ma le zone in fermento sono ben di più.

Di referendum si parla anche in Friuli, dove nei giorni scorsi si è cominciato a discutere di consultazione popolare. Tuttavia Federico Simeoni, responsabile del movimento Front Furlan, si è espresso contrariamente a riguardo, perché “Serve una forte campagna di informazione, senza farsi prendere dal folclore o da derive violente, ma portando avanti un percorso ragionato che trovi consenso nella popolazione”.

A Trieste, invece, sta prendendo sempre più piede il movimento Trieste Libera, che reclama l’autonomia dall’Italia in forza del Trattato di Pace di Parigi del 1947, il quale prevedeva l’istituzione del Territorio Libero di Trieste governato direttamente dall’ONU. Il leader Giurastante non prende nemmeno in considerazione l’idea di un referendum, poiché ritiene che l’Italia occupi illegalmente il territorio della provincia di Trieste e che quindi le pretese del movimento trova un fondamento legale nei trattati internazionali.

Tutti questi movimenti esprimono un disagio dilagante nella società piegata dalla crisi economica che non sembra giungere ad una fine. Si cerca una risposta apparentemente facile in un qualcosa di praticamente utopico. Premesso che la Costituzione non lo permette, una volta che una regione o una città dichiara l’indipendenza, Roma non invia più le pensioni – tanto per dirne una –. E a quel punto, come si fa?

di Francesco Galli

foto: unionesarda.it

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