Maceo Parker: 98% funky, 2% jazz

Il sassofono è uno degli strumenti fondamentali della musica jazz. Inventato da Adolphe Sax a metà ‘800 non fu inizialmente integrato appieno nelle composizioni per orchestra classica, fatto forse eccezione per l’interesse di alcuni compositori come Berlioz, Bizet e, più tardi, Debussy. Dove trovò veramente la sua identità fu dall’altra parte dell’Atlantico col nascere e diffondersi di gruppi dediti a nuove forme musicali, come il Blues e il Dixieland.  Qui si presentò come uno strumento versatile in grado di inserirsi bene fra accompagnamenti e assoli, assieme a clarinetto, tromba e trombone, capace sia a dialogare con loro che a dedicarsi ad assoli di ogni tipo. La sua celebrità si collega alla crescente fortuna del jazz nel ‘900 e a tutte le sue ramificazioni (swing, be-bop, fusion, ecc…). In quest’epoca sono numerosi i musicisti che ne esplorano tutte le potenzialità: Charlie Parker, John Coltrane, Sonny Rollins, solo per citarne alcuni.

Attorno alla metà degli anni ’60 si sviluppa uno stile musicale che si propone come meno propenso al virtuosismo e più alla semplificazione, trattenendo però un ritmo vigoroso e la centralità del basso. In questa veste si propone come una musica carica di energia, ottima soprattutto per chi voglia ballare. Questo stile è il Funk. Sebbene raggiunga il suo apice negli anni ’70 (con George Clinton, Parlamient&Funkadelic, Zapp) trova le sue basi nella Soul, nel R&B e nel Jazz e in particolare nel lavoro di James Brown. Sarà quest’ultimo ad accogliere nella sua band un giovane sassofonista talentuoso: Maceo Parker.

La carriera

Maceo Parker nasce nel 1943 a Kinston (Carolina del Nord) in una famiglia di musicisti. Nel 1970 suo fratello Melvin entrerà a far parte della band di James Brown come batterista; in breve riuscirà a convincere il cantante ad accogliere anche Maceo. Da qui in poi il mondo della musica si apre al giovane che suonerà tanto con James Brown quanto con altre stelle della musica Funk e non solo: George Clinton, Bootsy Collins, Fred Wesley, fino ad arrivare a Prince. Già dagli anni ’70, Maceo pubblicherà album solisti ma sarà soprattutto dal 1990 con Roots Revisited (Verve) che inizierà una strada regolare di solista e bandleader fra pubblicazioni e concerti live in tutto il mondo.

Lo stile

Prima di soffermarci sullo stile di Maceo Parker è necessario ricordare che si basa sul Funk. Chi si avvicina a questa musica sarà investito da ritmi energici e un accompagnamento accattivante, una base ottima più per ballare che per ascoltare. Tuttavia è comunque un tipo di musica vicino al jazz e di quest’ultimo trattiene sicuramente l’impianto strumentale (basso, batteria, sassofoni, trombe, tromboni, chitarra e tastiere). Il Funk, quindi, si presenta quasi come una semplificazione dello stile precedente: meno variazioni armoniche, meno tempi complessi, più ripetizione di motivi e temi. Ma rimangono i virtuosismi: prima la voce di James Brown, ora il sassofono di Maceo Parker; quando il secondo suona pare quasi di sentire le urla canore del primo trasformate in strumento.

Parker ha una conoscenza ampia del repertorio jazzistico per sassofono, ma ascoltandolo si ha l’impressione che abbia saputo cogliere perfettamente tutte le variazioni e le espressioni delle perfette vocalità gridate e urlate dei cantanti jazz precedenti (certamente James Brown, ma anche Cab Calloway, Bessie Smith). Il sassofono “canta” quasi come una voce, oppure arricchisce le melodie di numerosi effetti, senza contare i continui salti dall’acuto al grave, a volte solo accennati ma sempre di grande effetto.

Qualche brano

Un pezzo che fa capire perfettamente lo stile e la bravura di Maceo Parker è “Shake everything you’ve got!” dove troviamo in sequenza: l’importanza della linea del basso, con il quale la canzone comincia, il ritmo incalzante della batteria, la presenza di virtuosistici assoli di tutti gli strumenti della band, un testo scarno ma assolutamente pertinente in quanto invita al ballo. Nella stessa canzone abbiamo un inaspettato e apprezzatissimo beat-box (unione di voce e ritmo) a imitazione e inneggio della stessa batteria. Il brano è dinamico dall’inizio alla fine, apprezzabile sia per gli assoli che per la spensieratezza che ispira. Un brano che ricalca questi concetti è “Elephant’s foot” il quale già dal titolo, oltre che dal testo, indica una certa ironia che molto spesso si avvicina alla musica Funk (come già Parliament&Funkadelic vantano). Un titolo piuttosto apprezzato è “Soul Power 74”. Questo pezzo, originalmente è di James Brown, viene interpretato magistralmente dal sassofonista, riarrangiato in un assolo di più di quattro minuti che non annoia mai (inserito nel 2004 nella colonna sonora del popolare videogame GTA San Andreas, ma anche remixato nella canzone del 2005 di Jennifer Lopez “Get Right”).

Maceo Parker ha sintetizzato tutto il suo lavoro in un’unica frase con la quale esordisce quasi sempre nei suoi numerosi live: 98% Funk e 2% Jazz e questa, forse, è l’espressione migliore per spiegare la sua musica.

Fonte foto: facebook.com/realmaceoparker

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