Ligabue e la stazione di Belluno

Belluno è una città di circa 35.000 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Veneto, il cui nome  deriva dall’antica lingua celtica e significa brillante o splendente. Fondata come municipium romano nel I secolo a.C., Belluno è attualmente il comune più abitato della provincia, il settimo – ma il più settentrionale – tra i capoluoghi di provincia del Veneto.

È entrata a far parte dell’Italia unificata nel 1866, anche se ha dovuto subire ancora due invasioni durante i due conflitti mondiali: occupata per circa un anno dopo Caporetto dalle truppe austriache, da ottobre 1917 a novembre 1918; mentre durante la Seconda guerra mondiale è stata inclusa dal 1943 nell’Alpenvorland del Terzo Reich insieme a Trento e Bolzano. Per l’intensa attività antitedesca delle brigate partigiane locali, Belluno fu insignita di medaglia d’oro al valor militare.

La città è situata alla confluenza del torrente Ardo e del fiume Piave, in una strategica posizione difensiva che le è valso il ruolo di protagonista nelle due guerre mondiali.

L’area più settentrionale del territorio comunale fa parte sia del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, dichiarato patrimonio dell’umanità delle Dolomiti dall’UNESCO nel 2009. Belluno, inoltre, è stata insignita del titolo di città alpina dell’anno 1999.

Ligabue militare a Belluno: la stazione ferroviaria, il suo luogo preferito

La stazione ferroviaria di Belluno, posta sulla linea Calalzo‐Padova, è lo scenario della canzone di Ligabue. L’attuale stazione è stata aperta al pubblico nel 1912 in occasione dell’attivazione della prima tratta della linea per Calalzo; il fabbricato ‘viaggiatori’ risale al 1928 su progetto dell’architetto Roberto Narducci.

La canzone di Ligabue, contenuta nel suo secondo album Sopravvissuti e sopravviventi, è chiaramente ambientata nella stazione di Belluno, luogo molto frequentato dall’artista durante il proprio servizio militare obbligatorio, prestato proprio in questa città – nell’anno 1979 – come artigliere di montagna.

Nonostante il testo del brano non faccia alcun espresso riferimento alla città veneta, è proprio l’artista a dare conferma dell’evidente dedica a questo specifico luogo: Ligabue ha dichiarato infatti a Barbara Iannotta: «un posto che ho frequentato tanto a Belluno è stata la stazione ferroviaria. L’ho frequentata così tanto da scriverci una canzone: Dove fermano i treni»; ed ha confidato alla giornalista «di aver fatto recentemente una toccata e fuga in incognito a Belluno, per vedere che sensazioni poteva dargli, ma sorridendo ci ha assicurato che nessuna vecchia sgradevole sensazione è riemersa» (“Corriere delle Alpi” del 24 novembre 2014, articolo di Attilio De Col).

(Dove fermano i treni, di Luciano Ligabue, 1993, Album “Sopravvissuti e sopravviventi”, Warner Music Group).

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