Legge elettorale: impossibile uscire dallo stallo

120801leggeelettoraleLa riforma elettorale sembra sempre non voler uscire dallo stallo in cui versa da qualche tempo e nessun riesce ad avanzare una proposta concreta che accontenti la maggioranza.

In Parlamento si chiacchera e si chiacchiera e si chiacchiera, niente più: una continua giostra di esperti, giuristi, costituzionalisti, politici e politicanti inconcludenti.

Le disquisizioni vertono essenzialmente su Mattarellum e Porcellum, o sistema misto, in realtà gli ultimi risultati elettorali riecheggiano alla memoria l’osceno “listone mussoliniano” figlio della legge Acerbo, grazie alla quale (legge), nell’aprile 1924 il dittatore vinse sebbene non avesse ottenuto la maggioranza dei voti. La legge (approvata il 18 novembre 1923 con il n. 2444) fu voluta da Benito Mussolini allo scopo di assicurare al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare

Il rischio che corriamo, tirando fuori dal cilindro una legge costituzionale in senso maggioritario, è quello di alterare l’equazione base della nostra Costituzione: un uomo, un voto.

Utile precisare che la Costituente del 1946 e il primo Parlamento repubblicano avevano erano stati eletti con un sistema proporzionale.

Anche in passato a dire il vero, c’è stata tanta confusione e altrettanta malafede, basti ricordare la proposta di legge del 1953, targata Dc, con cui si voleva introdurre un premio di maggioranza al partito che avesse raggiunto il 50% dei voti, più uno. Tale proposta è passata alla storia sotto il nome di “legge truffa”. Promulgata il 31 marzo 1953 (n. 148/1953), la legge, composta da un singolo articolo, introdusse un premio di maggioranza consistente nell’assegnazione del 65% dei seggi della Camera dei deputati alla lista o al gruppo di liste collegate che avesse raggiunto il 50% più uno dei voti validi. Voluta dal governo di Alcide De Gasperi, venne proposta al Parlamento dal ministro dell’Interno Mario Scelba e fu approvata solo con i voti della maggioranza, nonostante i forti dissensi manifestati dalle altre formazioni politiche di destra e sinistra

 Oggi, per ricordare le parole di Togliatti, stiamo violando la Costituzione quella cui abbiamo giurato fedeltà e lo stiamo facendo attraverso la proposta di una riforma costituzionale, che presto si libererà dell’art 138 secondo cui la forma repubblicana non possa essere oggetto di revisione.

Vedremo cosa succederà, chissà magari ritorneremo alla monarchia?

di Simona Mazza

foto: Rifondazione Comunista

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