L’artista della settimana: M come Madonna

madonnaRegina del trasformismo e della versatilità, Louise Veronica Ciccone, dopo una breve esperienza di ballerina per la stella della Disco Music degli anni ’70, Patrick Hernandez in “Born to be alive”, si sceglie un nome che farà pure discutere, ma che resterà ben saldo in testa: Madonna.

E anche se la voce è esile e poco personale, la new wave ballabile dei suoi primi successi (“Holiday” e “Lucky star”), non esige poi molto di più.

Nel 1984, anno di uscita di “Like a vergin”, il fenomeno è già esploso. Canzoncine furbette e maliziose come “Material girl”e la stessa “Like a vergin”, unite ad un look leggermente blasfemo, sono gli ingredienti della miscela vincente. Sta di fatto che il fenomeno di costume conquista molto di più del valore musicale dell’opera.

2 anni dopo la signorina Ciccone ha già dato corso ad una delle sue proverbiali mutazioni, presentandosi sotto vesti sicuramente più raffinate e trasgressive. madonna2

Il nuovo lavoro si intitola “True blue” e presenta un menù musicale sicuramente più vario, nel quale si mescolano ballate latine (“La isla bonita”), ritmi incalzanti (“Open your heart”) ed una maggiore ricercatezza melodica (“Papa don’t preach” e “Live to tell”).

Sembra quasi che Madonna voglia perseguire ostinatamente una strategia basata sullo scandalo mescolando ad arte immaginario religioso ed erotismo.

E la prova di tutto ciò riconduce a “Like a prayer”, collezione dei maggiori successi, tra i quali emergono gli inediti “Cherish”, “Express yourself” e la stessa “Like a prayer”.

Nel 1990 la camaleontica protagonista del nostro articolo lavora ad una colonna sonora; quella per il film Dick Tracy, dal titolo “I’m breathless”.

E ancora una volta la stessa si reinventa signora sofisticata, suscitando pareri positivi, anche grazie alla scintillante “Vogue”, pezzo tutto disco music.

Ma il 1990 è anche l’anno di un’operazione destinata al successo planetario.

immaculate-collection-1“The immaculate collection” è il primo vero e proprio greatest hits di Madonna e non poteva assolutamente fallire.

Operazione dal titolo malizioso, contiene tutti i grandi successi, compresi la vecchia “Into the groove” (dal film “Cercasi Susan disperatamente”) e la nuova sexy “Justify my love”, frutto di una collaborazione con Lanny Kravitz. Il risultato è 22 milioni di copie vendute!

Poi, dal 1992, la cantante, ballerina e performer italoamericana diviane anche discografica di se stessa. Tale cambiamento sembra per certi versi far prevalere la confezione sul contenuto.

“Erotica” del 1992 regala al pubblico l’immagine di “Bad girl”, ricalcando uno dei titoli contenuti nel CD.

Ma ancora una volta Madonna ci regala testimonianza di come e quanto ella sappia annusare il vento dei tempi.

In “Bedtime stories” Madonna cambia pelle e confeziona un disco elegante (anche se freddo), dove comunque non mancano ballate moderne e melodiche (“Take a bow”).

“Something to remember” (1995) è forse il lavoro più noioso, del quale è degna di nota una collaborazione con i Massive Attack.

Dopo aver realizzato la colonna sonora di “Evita” è la volta di “Ray of light”.

Si tratta probabilmente del lavoro più interessante; non troppo commerciale, denota un’abilità camaleontica impressionante (di cui abbiamo già detto), un carisma consolidato ed una voce educata dall’esperienza fin qui acquisita.

Brani dance dai sapori intriganti ed ipnotici (“Ray of light”, “Nothing really matters”), atmosfere mistiche (“Frozen”, “The power of goodbye”). -Front

Ma ormai non ci si stupisce più ed anche la carta successiva viene giocata in maniera egregia. “Music” (2000) presenta brani di dance robotica e modernissima (la stessa “Frozen” e “Don’t tell me”), oltre a <<macedonie>> electro country di chitarre acustiche e drum machine.

Ancora un greatest hits per il secondo periodo della sua carriera (“GHV2”) precede il nuovo lavoro di inediti “American life” (2003). Arrangiamenti curati fanno di questo lavoro qualcosa che, nonostante tutto, si ricorda specialmente per il videoclip <<anti Bush>> della canzone che da il titolo all’album.

Con “Confessions on a dancefloor” (2005), Madonna ritrova il bandolo della matassa, guardando al passato, alle discoteche dove crebbe il suo mito. Con un lavoro che si muove su tre direzioni temporali: la dance anni 80, il prima e il dopo.

Tre anni dopo, per“Hard candy”, Madonna incide sul lato melodico e porta l’esperienza disco/house di “Confessions”.

La tambureggiante intro “Candy Shop” è l’immagine di quanto detto: melodia base, percussioni e dance sensuale.

La doppia antologia“Celebration”(2009) è lasummadefinitiva del suo dominio ormai quasi trentennale sul pop.

Poi, dimenticata la disco diligente di “Confessions on a dancefloor”, “MDNA” (2012) è un gorgo electro-dance che sommerge l’ascoltatore con prepotenza e che trova la sua apoteosi nella magmatica “Gang Bang”.

Passeranno tre anni prima di una sua nuova fatica discografica. Il suo nuovo “Rebel Heart” (2015) è comunque talmente vario (addirittura 19 pezzi nella versione deluxe!) da permettere a chiunque di scovare qualche brano che possa fargli tornare in mente la sua Madonna preferita: che si tratti dell’unico richiamo al dancefloor più classico (“Living for love”), del country spirituale (“Devil pray”), o dell’autobiografica “Rebel heart”.

Da segnalare anche le belle “Inside out” e “Ghosttown”.

sietecaldimadonnaPer concludere: Madonna è con ogni probabilità la figura femminile di maggior successo di sempre nella storia del pop.

La rivista Forbes ha stimato il suo patrimonio in 530 milioni di dollari. È attualmente la quarta donna più ricca nel mondo dello spettacolo. Una carriera lunga ormai quasi tre decadi, all’insegna della provocazione e di uno sfrenato spirito camaleontico.

Madonna è la diva per antonomasia del pop mondiale. Ma il suo successo non è solo il frutto di una geniale operazione di marketing.

Se esiste un manuale della perfetta popstar, a scriverlo è stata proprio lei: Louise Veronica Ciccone.

E d’altronde aveva cominciato proprio chiedendoci: “Siete caldi?” … “A’nchio”

di Riccardo Fiori

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