La Trasfigurazione nella Pasqua

preghieraQuesti è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo” (Lc 9, 35). Nella seconda domenica di Quaresima, il Vangelo di Luca ci presenta la Trasfigurazione di Gesù.

Avvolto nel silenzio del monte Tabor, dinanzi a Pietro, Giacomo e Giovanni, testimoni oculari di questo imperscrutabile mistero, Gesù è investito da una luce sfolgorante. E come se non bastasse, tale prodigio, meraviglioso e singolare, è accompagnato da una visione: Mosè ed Elia conversano con Gesù circa il suo Mistero di Passione, Morte e Risurrezione. La luce della Trasfigurazione si manifesterà anche a Pasqua, “giorno radioso e splendido del trionfo di Cristo” (liturgia delle ore).

Luca evidenzia più di ogni altro evangelista come questo prodigio si realizzi per Gesù in un contesto di preghiera. “Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto” (Lc 9, 29). Guardando con stupore alla preghiera di Gesù, ogni cristiano, nel corso di questo cammino quaresimale, è esortato a pregare per prepararsi adeguatamente a vivere la festa di Pasqua. Un monito questo, che fa da eco alla seconda lettura di questa luminosa Domenica. l’Apostolo Paolo, infatti, scrivendo alla nascente Chiesa cristiana di Filippi, rivolge anche a noi un pressante invito a convertirci: “Guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi” (3,17). Con quest’esortazione, Paolo vuole richiamare con determinazione il disimpegno e la rilassatezza dei Filippesi, e lo fa – dice – “con le lacrime agli occhi”, mettendoli in guardia da coloro che “si comportano da nemici della croce di Cristo e che pensano solo alle cose della terra” (3,18-19).

Alle difficoltà della comunità di Filippi, Paolo contrappone la sua personale esperienza; alle nostre difficoltà, Paolo, contrappone l’esempio della sua stessa vita, dedicata senza riserve, all’indomani della conversione, alla causa di Cristo e all’annuncio del Vangelo. Possiamo notare come emerga chiaramente l’attualità del messaggio paolino, un monito questo, che risuona forte in questa seconda domenica di Quaresima, momento in cui la Chiesa sta per entrare nel cuore del cammino quaresimale. Quest’oggi la Parola di Paolo è rivolta ad ogni membro della Chiesa e diventa l’occasione privilegiata per riscoprire gli intramontabili valori dello spirito, per approfondire adeguatamente la conoscenza della Parola di Dio e per accogliere la “Buona Novella”, Gesù Cristo, Salvezza dell’uomo nella sua interezza. I discepoli del Vangelo, dipinti da Luca come “oppressi dal sonno” (Lc 9,32), ci dicono chiaramente l’atteggiamento di coloro che hanno la possibilità di scorgere i prodigi di Dio con i propri occhi ma nel frattempo non riescono a comprenderli. Ed è proprio la lotta contro il sonno che permette agli Apostoli di contemplare, quasi estasiati, un anticipo della gloria pasquale del Signore della vita.

Dalla meditazione attenta del Vangelo odierno, si nota subito come quegli attimi sacri, intrisi di ineffabile mistero, diventino sempre più incalzanti: mentre Mosé ed Elia si allontanano da Gesù, Pietro parla ed una nube, che significa la gloria di Dio, li copre con la sua ombra. Se agli occhi non è dato di vedere, le orecchie, invece, ascoltano; ed ecco, si ode una voce chiara: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!” (v. 35). La penna di Luca, a questo punto, sottolinea un aspetto molto suggestivo: in seguito a questa teofania, davanti alla vista dei discepoli rimane “Gesù solo” (v. 36). Ed oggi come allora, “Gesù solo” è tutto ciò che è dato alla Chiesa; è Lui solo ciò che basta nel cammino; è Lui solo l’unica voce da ascoltare. “Gesù solo” sia la nostra Legge, sia solo la sua Parola il criterio-guida per la nostra esistenza. Carissimi, l’Eucaristia sia lo spazio privilegiato per disporre il nostro cuore ad accogliere così tanta grazia, certi che “Lo Spirito è anche per la nostra epoca l’agente principale della nuova evangelizzazione” (TMA, 45). Dinanzi alle attuali difficoltà che investono continuamente la Chiesa e il cristianesimo, non prevalga mai in noi lo scoraggiamento e la delusione, ma cresca sempre più la consapevolezza che lo Spirito Santo ci accompagna, che assieme a noi “costruisce il Regno di Dio nel corso della storia e prepara la sua piena manifestazione in Gesù Cristo, animando gli uomini nell’intimo e facendo germogliare all’interno del vissuto umano i semi della salvezza definitiva che avverrà alla fine dei tempi” (Ibid.).

In questa fatica spirituale che coinvolge tutto il popolo di Dio, ci sostiene la certezza che Dio rimane fedele. Nella prima Lettura è stato narrato il racconto dell’alleanza stipulata tra Dio e Abramo. Alla promessa divina di una discendenza numerosa, Abramo risponde “sperando contro ogni speranza” (Rm 4, 18), divenendo così il “Padre nella fede” di ogni credente. A causa della “dura cervice” dell’uomo, l’alleanza stipulata con Abramo sarà successivamente rinnovata con la grande Alleanza del Sinai e questa, infine, si compirà nella Nuova Alleanza, conclusa da Dio con l’uomo attraverso il sangue del Figlio suo Gesù Cristo che sul Calvario di Gerusalemme offre la vita per la redenzione del mondo. Maria, che come Abramo ha creduto “contro ogni speranza”, ci aiuti a riconoscere in Gesù il Figlio di Dio e l’unico Signore della nostra vita. A Lei vogliamo affidare questa santa Quaresima, affinché sia un tempo privilegiato di grazia durante il quale seminare largamente i semi della penitenza e della conversione.

di Frà Frisina

foto: rbe.it

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