Juke Box, il gruppo della settimana: E come Elio e le storie tese

unnamed (1)Cominciamo con il dire che parleremo di fenomeni. Già perché visto che qui di musica si parla, Stefano Belisari (in arte Elio) e la sua band di amici inseparabili, sono dei veri e propri professionisti del pentagramma.

Dopo essersi fatti le ossa fin dal 1979 con centinaia di concerti sui palchi dei locali della loro Milano, già dal loro primo CD è grande successo. Il titolo sarà pure tutto un programma (“Elio samaga hukapan kariyana turu”), ma i brani qui contenuti sono uno meglio dell’altro.

“John Holmes” è dedicata al celebre pornostar e ai suoi <<trenta centimetri di dimensione artistica>>; “Silos” è un disgustoso elenco delle tante <<cose segrete dal nostro organismo secrete>> … Insomma si ride a crepapelle ed al tempo stesso i cinque protagonisti danno fin da subito prova di essere signori musicisti.

E sono talmente bravi, simpatici ed apprezzati che fin dal loro successivo lavoro (e la cosa continua tuttora), le firme più importanti dello spettacolo (attori, cantanti, doppiatori, giornalisti) sembrano fare a gara per offrire alla band il loro cammeo e mettere la loro voce nei loro cd e concerti.

Nel loro “Italyan rum casusu cikti” del 1992, infatti, Diego Abatantuono torna <<terrunciello>> in “Supergiovane”, Riccardo Fogli e Oliver Skardi dei Pitura Freska partecipano a “Uomini col borsello”, Enrico Ruggeri è lo special guest ne “Il vitello dai piedi di balsa” e, come anticipato, di tante collaborazioni, questo è solo l’inizio.

Gli Elii a volte sono forse un po’ volgari, ma generosi, eclettici e divertentissimi. Il momento più azzeccato è sicuramente “Servi della gleba”, cinico ritratto di un giovane prima schiavizzato e poi scaricato dalla sua fidanzata. Penso di poter dire senza paura di sbagliare, che questo è uno di dischi più divertenti del rock demenziale italiano.

Poi è la volta di “Esco dal mio corpo ed ho molta paura” [imperdibile “La saga di Addolorato”, suite in cinque movimenti che racconta la storia dello <<sfortunato ultimogenito (più giovane di quindici anni) di dieci fratelli gemelli e stronzi>>.

A metà degli anni 90, gli Elio e le Storie Tese sono tra i gruppi rock italiani più amati. E questi cominciano a studiare la mossa che permetterà il loro definitivo salto di qualità. Il trampolino scelto per il successo è, sulla carta, quello più banale che si possa immaginare in Italia: la partecipazione al Festival di Sanremo. Meno prevedibile, invece, è il successo del brano presentato: “La Terra dei Cachi” (la canzone arriva seconda e corre voce che non abbia vinto per la sola opposizione di Pippo Baudo).

Fatto sta che, dell’edizione 1996 del Festival della canzone italiana, tutti si ricordano Elio e le Storie Tese, vincitori anche del premio della critica, vestiti come i Rockets , col parrucchino in testa, oppure la versione velocizzata del loro brano, mentre l’anonimo pezzo vincitore di Ron finisce presto nel dimenticatoio.

Esce anche il loro disco (“Eat the phikis”) ed il via al CD viene dato addirittura dagli storici conduttori di Giochi senza frontiere, Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi. E’ l’album che contiene il brano della loro definitiva consacrazione: “La terra dei cachi”, (di cui ho appena parlato), ma anche capolavori come “T.V.U.M.D.B.” (impreziosita dalla collaborazione di Giorgia), “El pube”, fino ad arrivare ai veri e propri colpi di genio, rappresentati da “Li immortacci”(qui Hendrix diventa <<er chitara>>, Bob Marley <<er rastamanno>> e Freddy Mercury <<er mafrodito>>) e “Tapparella”, amarcord dedicato ad una festa delle medie a base di Fonzies e spuma.

Al termine del 1998, un grave lutto colpisce la band (il musicista Feiez scompare durante un concerto). E’ un duro colpo e la band un po’ ne risente.

Nel 1999 esce “Craccracriccrecr” e cito volentieri “Discomusic” (meraviglioso il verso <<e canto Please don let me be misunderstood mentre parcheggio nel parcheggio l’Alfasud>>). Quando nel 2003 esce “Cicciput”, Gianni Morandi, Laura Pausini, Enrico Ruggeri e Max Pezzali fanno la fila per poter partecipare al lavoro di Elio & Co.

Ma è indubbio che, a questo punto, il meglio è già stato espresso e che si comincia a delineare un naturale declino. “Studentessi” (2008) e “Gattini” (2009) confermano che la comicità del gruppo è spesso un deja vu ed è qui che la band sforna un nuovo colpo a sorpresa.

A distanza di 17 anni dalla loro prima presenza sul palco dell’Ariston, gli Elii tornano a Sanremo, sbancando nuovamente con “La canzone mononota”.

Di nuovo successo e di nuovo secondi. Nel 2013 esce il loro ultimo CD (che sembrerebbe voler richiamare un capolavoro beatlesiano) “L’album biango”. Ma oltre ai dischi, la validità del gruppo ed il loro apprezzamento un po’ ovunque, hanno generato  collaborazioni anche in altri contesti.

Dal connubio storico con la Gialappa’s Band in “Mai dire gol” (e non solo), alla pluriennale partecipazione a Radio Deejay con Linus in “Cordialmente”, fino ad arrivare alle meravigliose presenze come giudice di Elio in più edizioni del talent show di maggior successo “X Factor”. Insomma, tirando le somme, gli Elio e le Storie Tese sono davvero professionisti a cui è necessario tributare una standing ovation.

Musicalmente da capogiro, concettualmente esilaranti, Elio e le Storie Tese hanno regalato davvero molto alla musica e allo spettacolo italiani.

di Riccardo Fiori

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