Dopo Fiducia e Creatività, trattate nelle scorse settimane, continuiamo il nostro viaggio alla ricerca della felicità, affrontando il tema dell’Identità, ovvero il nostro biglietto da visita.
Quando decidiamo di intraprendere un percorso di crescita personale, il primo passo da fare è cercare la propria intima identità.
Identità e identificazione
Attenzione però: esiste una bella differenza fra identità e identificazione.
La costruzione dell’identità è strettamente connessa al nostro vissuto ed avviene attraverso una serie di processi d’identificazione, che sono assolutamente decisivi.
L’identità è connessa all’identificazione in quanto processo interno allo sviluppo psichico o atto di riconoscimento.
L’identificazione avviene nella costituzione dell’Io, Super-Io e Io Ideale, ma anche nella formazione del carattere.
Appare evidente che l’identificazione con qualcosa o qualcuno invade ogni campo dell’esperienza umana.
Già il nome stesso che portiamo ci identifica con qualcuno, magari portiamo il nome di un nostro antenato e questo in qualche modo ci condiziona a livello metafisico.
Gli accadimenti della vita poi ci influenzano e contribuiscono alle stratificazioni della nostra identità futura.
Facciamoci qualche domanda
Conosci te stesso” (“Gnōthi seautón”). Questa scritta campeggiava sul tempio del Dio Apollo a Delfi.
Ebbene la prima domanda che dobbiamo porci guardandoci allo specchio è : “io chi sono?”
Questo interrogativo ripetuto come un mantra serve a liberarci di tutte le sovrastrutture che ci siamo costruirti o che ci hanno appiccicato addosso come dei tatuaggi indelebili, spogliandosi strato dopo strato, di tutte le identificazioni che costituiscono la personalità per arrivare a trovare la verità di noi stessi.
Un paradosso
Immaginiamo di svegliarci da un lungo sonno e non sapere più chi siamo.
La persona che sta accanto a noi ci dice che eravamo un famoso pianista o un ingegnere, o un bancario ecc.
Cosa succede quando questo pensiero si instaura dentro di noi?
Sicuramente nasce qualcosa in base all’informazione che abbiamo ricevuto.
Ovviamente abbiamo azzardato un esempio molto improbabile, ma sicuramente, alla base di tutto, dovremmo chiederci “ è proprio questa la mia vera identità?”
In sintesi, siamo quello che siamo o siamo quello che siamo perché vogliamo identificarci con quello che siamo apparentemente?
Come dare una direzione alla nostra vita
E se fossimo qualcun altro?
Chi vorremmo essere?
Se c’è qualcosa che non risuona in noi dovremmo chiederci “chi voglio diventare?”, “chi voglio essere realmente?”
È lì che cominciava il vero lavoro su noi stessi.
Una è infatti l’identità che ci siamo costruiti, fatta dalle nostre radici, dal nome, dall’influenza della nostra famiglia, una è l’identità che nasce dalla nostra vera essenza.
Se qualcosa è dissonante e stride con la proiezione di un “Io” che abbiamo costruito falsamente, durante il percorso di ricerca interiore entrerà sicuramente in gioco la nostra autentica identità.
Lei suonerà una campanella in grado di risvegliare la nostra coscienza.
La domanda successiva sarà allora “chi sto diventando?”
Quando riusciremo a portare nella mente la capacità di generare un nuovo risveglio, avviene solitamente qualcosa di magico.
Se infatti arriva una risposta, vuol dire che nella nostra mente logica inconscia ci sono molte cose che ci porteranno ad un livello più altro, verso la direzione voluta.
L’abitudine
Importante, una volta presa contezza della nostra vera identità e dei nostri reali obiettivi, è progredire, anche solo dell’1% , nella direzione degli stessi.
Insomma se “una rondine non fa primavera” l’abitudine, la costanza fanno il resto.
“Cerca bene in te stesso ciò che vuoi essere, poiché sei tutto.
La storia del mondo intero sonnecchia in ognuno di noi”.
(Gialal al-Din Rumi)
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