Gasparri e la grazia a Berlusconi: il paragone con Joseph Romano

Minacce-a-GasparriSilvio Berlusconi valuta ogni mezzo per ottenere la grazia dal Presidente della Repubblica e molti dei suoi uomini cercano la via per farlo contento. Tra questi c’è Maurizio Gasparri. Il vicepresidente Pdl pare abbia fatto tuttavia qualche strafalcione di grossa entità, tanto che la cosa è stata smentita immediatamente. A quanto pare infatti si contende l’avanzamento di tale richiesta con l’avvocato milanese Cesare Bulgheroni, che risponde in toni asciutti: “Quella grazia? L’ho chiesta io e Gasparri, con rispetto parlando, sta dicendo una cazzata”.

Ricostruiamo i fatti. Gasparri gira alle agenzie la notizia del suo pressing nei confronti di Napolitano per ottenere la grazia, ricordiamo infatti che in una nota del 13 agosto, il Presidente della Repubblica aveva ribadito che è l’interessato a doversene fare carico.

Ma Berlusconi si infiamma e convinto della sua innocenza, inveisce contro tutti e tutto: “Questi magistrati mi vogliono far fuori e il capo dello Stato non può restare con le mani in mano. È grazie a me se sta al Quirinale, l’abbiamo voluto noi, e non può tutelare solo una parte politica”. La grazia? “Io non ho fatto niente, sono innocente, perché dovrei chiedere la grazia? È Napolitano che deve trovare il modo di riparare a un’ingiustizia, a un evidente errore, a una persecuzione che può essere negata soltanto da chi è in malafede”.

Il delegato numero uno, colui ch si fa carico di richiedere la grazia, diventa Gasparri il quale cercando tutte le vie possibili e immaginabili per aggirare l’ostacolo, si appella alla grazia concessa ad aprile nei confronti del colonnello Joseph Romano, l’unico militare della Cia condannato per il sequestro di Abu Omar e insiste dunque che Napolitano potrebbe concedere l’atto di clemenza motu proprio, senza troppi preamboli.

Certo si tratta di situazioni ben diverse, tuttavia il Pdl non molla e cerca di trovare soluzioni interpretative originali nell’avanzare tale richiesta. Come non concedere la grazia a un uomo che ha messo in piedi due governi (Monti e Letta) e ti ha permesso di risalire al Colle?

Gasparri non si accontenta di azzardare certi paragoni, addirittura passa all’attacco sostenendo che la grazia al colonnello Joseph Romano non l’ha chiesta un fantomatico agente della Cia ma il suo legale, Cesare Bulgheroni, come vuole la legge che regola la materia.

In realtà le cose sono andate in maniera diversa e basta scaricare il comunicato del 5 aprile scorso. “Il Presidente ha inteso dare soluzione a una vicenda considerata dagli Stati Uniti senza precedenti per l’aspetto della condanna di un militare statunitense della NATO per fatti commessi sul territorio italiano ritenuti legittimi”.

Insomma, sembrerebbe che il Pdl stia cercando di far passare la grazia concessa a Romano, come un atto unilaterale, che prima contestava al Presidente della Repubblica e ora gli chiede di ripetere per salvare il Cavaliere, approfittando del fatto che istruttorie e decreti in materia di clemenza sono coperti dalla privacy. Questa, forse, è l’unica cosa degna di nota.

di Simona Mazza 

foto: nanopress.it

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