Finanziaria insostenibile: la cultura entra in sciopero

Venerdì 12 novembre: chiusi musei, biblioteche, siti archeologici e luoghi di spettacolo. Una protesta forte da parte del mondo della cultura, tesa da un lato ad evidenziare gli effetti rovinosi che la manovra sortirà già a partire dal prossimo anno, e  dall’altro a riaffermare il diritto alla cultura. “Porte chiuse, luci aperte sulla cultura” è infatti lo slogan che fa da sfondo alla mobilitazione di Federculture e Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani, che con il sostegno del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, contestano non solo i tagli piuttosto consistenti, pari a  280 milioni tra quelli diretti al ministero dei Beni e le attività culturali, decurtamento del Fus e dei trasferimenti statali agli enti culturali; ma anche le riduzioni a carico delle amministrazioni locali, che potrebbero ammontare a circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio. Insomma come dire in parole semplici che lo Stato per mezzo dell’ultima manovra del Governo spenderà in cultura lo 0,21% del suo bilancio: 21 centesimi ogni 100 euro, 25 euro procapite, rispetto alla  Francia ad esempio che ne spende  quasi il doppio, 46 euro per cittadino. E non si tratta solo di investimenti in spettacoli o eventi, ma di fondi essenziali a preservare, valorizzare e dare impulso ad un patrimonio artistico sconfinato, la cui bellezza non conosce eguali al mondo.

 di Redazione

 Foto: www.vaticanotours.com/

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