Dubitare dei pseudo maghi

Una mia amica di famiglia da qualche mese frequenta un “mago” il quale, dopo i primi consigli gratuiti ad una donna sempre più arrendevole, ha cominciato a chiederle cifre notevoli in cambio del suo “vangelo”. La signora sempre più coinvolta, ed illusa di poter soddisfare così i suoi desideri, in poche settimane ha sperperato decine di migliaia di euro per raggiungere il nulla più assoluto. Ora nessuno vuole che venga abolito il mestiere del mago, divertente quando viene esercitato per i bambini, ma è necessario tutelare chi non riesce a farlo da solo. E questo, secondo noi, è un compito del legislatore. Sappiamo bene che c’è in giro tanta gente ingenua che si lascia abbindolare facilmente da vecchie volpi, che questo ruolo lo svolgono nella vita reale e non come Franco e Ciccio ne Le Avventure di Pinocchio, ma non per questo va lasciata alla mercé di veri e propri truffatori. Purtroppo tante persone perbene hanno bisogno di vivere proiettati in un futuro di fantasia perché vivendo un presente di stenti trovano sbocco solo in qualcosa di irrazionale che paradossalmente, almeno in apparenza, li aiuta a vivere meglio. Questa condizione di disagio reale porta loro a farsi consigliare e a farsi guidare da alcuni pseudo maghi che purtroppo altro non sono che ciarlatani in cerca di denaro facile, da togliere con inganno ad individui ingenui o con debolezze caratteriali. Perché il più delle volte le persone che si rivolgono a questi “santoni” sono spesso persone fuorviabili e carenti di determinazione caratteriale, spesso con problematiche varie nel vissuto quotidiano. Purtroppo si avvicinano a questi personaggi nella speranza di quegli eventi, da questi “previsti”, che regolarmente non avverranno. Il problema è che molti clienti di questi imbonitori si lasciano convincere, dalle aspettative che vengono loro inculcate nelle sedute “profetiche”, quasi sempre a peso d’oro. Quindi oltre al danno della speranza disattesa, vi è anche la beffa dei fiumi di denaro sprecati. Ciò dovrebbe portare ad una riflessione: ci si dovrebbe chiedere perché questi stregoni, con poteri sovrannaturali, continuino nella loro “professione”. Se fossero dei veggenti effettivi perché dovrebbero perdere tempo a leggere carte, a donare amuleti e ad interpretare l’olio nell’acqua e i fondi di caffè nelle tazzine? Basterebbe loro compilare e giocare una bella schedina del superenalotto, indovinare facilmente i numeri in uscita, vincere tranquillamente le decine di milioni in palio in questi concorsi e lasciare in pace, una volta per tutte, quella povera gente già tormentata da incertezze e sofferenze.

Enzo Di Stasio  

Nella foto, Franco Franchi (il Gatto) e Ciccio Ingrassia (la Volpe) ne Le avventure di Pinocchio (1972) di Luigi Comencini

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