Diario di un viaggio rivoluzionario: Green Book

Perché per cambiare i cuori delle persone ci vuole coraggio!

Certe storie hanno il potere di stravolgere i pregiudizi e preconcetti a lungo erroneamente tramandati e sono queste le storie che vale la pena raccontare.

Citando Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray, che a sua volta citò il latino con “definire è limitare” [dal lat. definire «limitare», der. di finis «confine»]ogni pregiudizio è figlio di una definizione, di un confine posto attorno ad un’idea o peggio ancora ad una persona.

Era il 1962 quando un pianista eclettico e talentuoso, afroamericano, decise di sfidare se stesso e la segregazione razziale dell’America del Sud. Decise che non sarebbe stata la definizione di “negro” a relegarlo nella condizione che la società gli aveva imposto. Don Shirley, interpretato da Mahershala Ali, è stato un pioniere senza eguali determinato ad essere se stesso in un contesto che lo declassava a livello umano, che poneva limiti alla sua arte, dimostrando che i modi fanno la differenza.

 Green Book, diretto da Peter Farrelly (che esegue una regia pulita e umile permettendo alla storia di essere la sola vera protagonista, priva di virtuosismi cinematografici) è un’opera cinematografica che parla proprio di questo: ridefinizioni e soprattutto amicizia, libertà di espressione.

Acclamata dalla critica infatti si è guadagnata vittorie significative tra cui quelle di tre Golden Globe e di ben tre Oscar dell’Accademy (per Miglior film, Miglior attore non protagonista Mahershala Ali e Migliore sceneggiatura) sbaragliando tutti per l’equilibrio presente. La sua forza più evidente è stata la capacità di divertire il pubblico riuscendo ad andare oltre i temi caldi del razzismo che non vengono banalizzati, ma anzi vengono esorcizzati e scherniti in tutta la loro ridicolezza.

Ma la sua storia è anche quella di un’amicizia bizzarra e spassosa con Tony Vallelonga, interpretato da Viggo Mortensen, un buttafuori italoamericano che incarnava non pochi stereoptipi nella sua persona, che per caso diventa il suo autista.

Il loro viaggio/tour nell’America del profondo sud, sulle vie del “The Negro Motorist Green Book” ovvero la guida turistica dell’epoca per viaggiatori afroamericani, simbolo del divario razziale che viene rotto fra i due protagonisti. Peregrinando di città in città, i due si ritroveranno faccia a faccia con le proprie paure e le loro convinzioni mettendole in discussione sempre di più, come dei bambini che piano imparano cose nuove della quale non avevano idea prima d’allora.

Divertentissimo e ricco di insegnamenti, Green Book diventa già un classico senza tempo, uno di quei film da far vedere nelle scuole, quelle storie che vale la pena raccontare perché l’insegnamento ricavatone semplicemente non ha prezzo.

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