L’IOWA è un piccolo stato con una popolazione di circa tre milioni di abitanti e una capitale Des Moines ci circa duecentomila. E’ da qui che inizia la grande cavalcata verso le primarie, per la scelta del candidato che si presenterà per l’elezione alla Casa Bianca.
Pur essendo un piccolo stato e quindi sostanzialmente ininfluente a livello di voti, le primarie nell’Iowa sono considerate molto importanti perché rappresentano una prima valutazione della possibilità di un candidato alla Presidenza degli USA, di continuare o meno la sua campagna elettorale.
Basti pensare come proprio dall’Iowa iniziò la corsa di Obama che nel 2008 costrinse Hillary Clinton, data per sicura vincente, ad abbandonare la corsa alla Presidenza.
Le elezioni dello Iowa sono una sorta di “riscaldamento” dove si inizia a valutare la reale consistenza dei candidati, le loro eventuali possibilità di successo, ma soprattutto quanto questi riusciranno a raccoglier in termini di finanziamento per la loro campagna elettorale.
Questo è un elemento fondamentale non tanto per un discorso puramente economico, quello dei cosiddetti “costi della politica” ma perché la raccolta dei finanziamenti per un candidato rappresenta un indice di gradimento da parte della popolazione. Va ricordato che tutti i finanziamenti ricevuti nelle campagne elettorali devono essere certificati in maniera chiara. Pena il rischio di una destituzione dalle cariche e l’avvio di un processo giudiziario. E su questo in USA non si scherza.
Ovviamente i due partiti Democratico e Repubblicano partono con due cavalli di razza. I democratici con Hillary Clinton, che rappresenta l’establishment della politica democratica degli ultimi trent’anni, con la sua carriera di first lady, senatrice, ma soprattutto Segretario di Stato, (per questa carica rischierà molto) e i repubblicani con Donald Trump, che al contrario è un miliardario, proprietario di alberghi e casinò, che ha deciso di intraprendere la carriera politica.
Dietro questi due colossi per i democratici appare Benny Sanders (non un giovanotto) ha 74 anni che negli ultimi tempi sembra aver riconquistato molte posizioni, soprattutto per le sue posizioni sociali, particolarmente nei confronti del sistema bancario.
La situazione tra i repubblicani è ancora confusa, Donald Trump con i suoi proclami rigidi contro l’immigrazione e il suo anti islamismo non sembra trovare grandi sostenitori, come succede anche al suo rivale di partito Ted Crux senatore del Texas anche lui su posizioni oltremodo di destra.
Tutti staccati gli altri, che puntano ad ottenere un buon risultato nell’Iowa, sperando in una risalita nei sondaggi e la possibilità di continuare la campagna elettorale.
Quello che salta agli occhi, al momento è che tra i candidati dei due partiti, non sembra vedersi un personaggio di spicco, qualcuno che possa scuotere l’elettorato americano, come fecero Obama, o Reagan.
Considerando il peso dei social network sulla comunicazione anche in politica, perché non aspettarsi l’ascesa di qualcuno al momento non considerato?
di Gianfranco Marullo
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