Cosa è successo a Giulio Regeni?

132545875-7f3bf63c-fcdf-40b5-8599-dfa3cc0a82f1Continuano a rimbalzare contraddittorie notizie sulla morte del ricercatore Giulio Regeni.  Regeni è sparito il 25 gennaio, e il suo corpo ritrovato seminudo alla periferia del Cairo. I segni sul suo corpo fanno pensare a torture. Si accusano per questo omicidio i reparti della sicurezza del Governo Egiziano.

Che il corpo presenti ferite compatibili ad atti di violenza e di tortura, sembra quasi sicuro il problema è capire chi sia stato, ma soprattutto il perché.

Regeni era al Cairo per un dottorato di ricerca in economia, focalizzando i suoi studi sulle problematiche del mondo del lavoro egiziano e del ruolo dei sindacati in quel paese.  

A prima vista nulla di complicato anche si è venuto a sapere che scrivesse articoli per il Manifesto. Articoli che  a detta della redazione del giornale lui si raccomandava di pubblicare usando non il suo nome ma uno pseudonimo. Questo fa pensare che ci fosse un pericolo.

Il Manifesto non aveva pubblicato l’articolo, evidentemente per scelte redazionali, lo ha fatto in questi giorni, e a leggerlo non sembra rappresentare nulla di “pericoloso”. Nulla che non si sappia.

Regeni fa un’analisi della crisi economica che attanaglia l’Egitto, con la difficoltà dei sindacati di svolgere il loro ruolo in un paese militarizzato, che dopo la famosa “primavera araba” ha perso qualsiasi elemento di democrazia.

Sinceramente ci sembra troppo poco un articolo simile per far intervenire la polizia segreta, se di essa si tratta, soprattutto di quali informazioni talmente importanti era in possesso Regeni da torturarlo fino ad ucciderlo?

Qualcuno adombra il sospetto che Regeni fosse una “fonte” per il servizio segreto militare italiano, subito smentita, e quindi sia vittima della su attività.

Sono tante le ipotesi al momento nessuna che trovi conferma.

Forse più semplicemente Regeni ha cercato di capire una realtà, accorgendosi che quello che compare sui mass media mondiali non rende la verità dei fatti.

Capire la durezza di una guerra, la paura che si vive sotto un regime dei militari, lo ha spinto a parlare, ad esporsi, forse a proporsi come tramite, tra chi non può raccontare e chi sogna di poterlo fare perchè vive in un mondo libero.

Ma a fare questo si rischia, perché diventi un pericolo, quello che ti promette incontri e informazioni, è il giuda che ti vende, offrendoti ai carnefici ad un prezzo più alto di quello che realmente  vali.

Un ruolo che non hai, che neanche immagini di avere, ma che altri ti cuciono addosso.  Un ruolo che ti porta alla tortura e alla morte.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.