cinque minuti

cinque minutino, non lo è. non è una colpa non amare più. e non è di nessuno, se tu un giorno, hai iniziato. oppure io. forse.

forse non t’ho mai amato. avevo bisogno di te. questa, questa è una colpa. il bisogno.

ci sono nata sai. tu non lo sai. non potevi. anche se te lo dicevo, ma non m’hai mai ascoltata. e così me ne sono andata.

ho cercato la tenerezza. ho atteso i mesi e le venute, ma non arrivava mai, il tempo. il mio. ma non te ne faccio una colpa, ché quella è del bisogno. e tu non ne avevi. quello era solo mio.

ci sono entrata, con quello, e con quello mi hai rimandata a casa, assieme alle tue ragioni. e poi.

e poi con i giorni, quelli dell’abbandono. e la paura, che continua a non abbandonarmi. e vedo cinque minuti ovunque. quelli che mi dedicavi tu. e gli altri, ancora adesso, me ne dedicano solo cinque. come i dottori. ma loro non mi curano. nessuno, può.

perché cinque minuti è un tempo eterno, per loro che mi fuggono. è un tempo breve, troppo breve, per me, invece. e nemmeno una carezza. solo mani in tasca. come se passassero per caso, e invece per me sono casa. ma nemmeno loro lo sanno, proprio come te. perché per te esisti solo tu, e ce ne sono tanti di tu. e sono tutti occupati a rincorrersi, per diventare i primi, e poi ancora più primi. che squallore, dico io.

però poi mi dico che io ho bisogno di questo squallore, perché se ti corro dietro.
ma non sono io, che lo faccio, ma i ricordi. e loro sono qui dietro, ché ogni ieri è un ricordo. ed ogni oggi, è un tormento, che mi tormenta, con nessuno.

oggi ho visto poveri, che si rubavano.
io non mi sono sentita nemmeno povera.
ho messo la mano in tasca, e non ho trovato nemmeno cinque minuti.

di simonetta bumbi

foto: stefano cracco

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