Cimitero acattolico, chi non vorrebbe riposare qui?

Foto del cimitero acattolico di Roma.

In Via Caio Cestio a Roma, in pratica dietro la Piramide, esiste un luogo particolare, noto più agli stranieri che ai romani, che potremmo definire incantevole e delizioso senza per questo sminuire il suo carattere sacro: il cimitero per non cattolici.

Chissà quante volte saremo passati in via Marmorata, in direzione Ostiense, notando, poco prima della Piramide sulla destra, un fazzoletto di verde, cinto da mura, tra cui quelle Aureliane. Ebbene, in questa estate torrida, abbiamo deciso di farvi visita e forse mai avremmo immaginato di trovare un angolo della Città eterna così piacevole, seppure dimora eterna di tantissimi defunti colà sepolti.

Vista su uno dei viali estremamente curato del cimitero acattolico

Quello che inizialmente ci ha colpiti e rapiti è l’estrema cura delle siepi di mortella, accuratamente squadrate, di cespugli di ortensie in fiore, di cipressi e di tante altre essenze, con vialetti ordinati e ben puliti, con ogni tomba in ordine e ben pulita. Forse abituati all’incuria del Verano, dove in certi luoghi, come il Pincetto Vecchio, è impossibile camminare causa il guano degli uccelli o al degrado di quello di Prima Porta con alberi abbattuti o lapidi divelte, siamo rimasti stupefatti di come invece questo luogo sia così diligentemente accudito.

All’interno abbiamo scoperto tombe di uomini illustri come Gramsci, Shelley, Keats (solo per citarne alcuni che tutti conoscono) ombreggiate in viali frondosi. Una piccola chiesa, diversi monumenti funerari mai eccessivi ma sempre discreti, seppure di pregevole fattura, fontanelle con acqua corrente e rubinetti, secchi per la raccolta differenziata diligentemente puliti ed ordinati. Un grande spazio erboso con panchine che sono rivolte alla Piramide, luogo ideale per meditare o pregare, in un silenzio ovattato del traffico urbano, ed infine un piccolo centro informazioni dove, attirati da alcuni libri esposti e da un delizioso fresco, siamo entrati per saperne di più.

Foto della lapide di Shelley.

Due gentili quanto dotte volontarie dell’Associazione Amici del Cimitero Acattolico, che cura la gestione del luogo sacro, hanno risposto alle molteplici domande che abbiamo loro posto, facendoci consultare libri, opuscoli, foto di quel pezzo di Roma, raffigurato da angoli pittoreschi disegnati o pitturati sin dal 1700, quando Roma era decisamente più piccola. E così abbiamo appreso che la direttrice Amanda Thursfield coordina una trentina di volontari che, grazie alle donazioni delle famiglie che hanno i loro cari sepolti colà, e giovandosi di una squadra di giardinieri che curano amorevolmente questo posto, lo hanno reso talmente accogliente che è mèta di molti turisti stranieri che addirittura lo includono nel proprio tour romano (non a caso fuori vi erano parcheggiati numerosi pullman).

Facendo della facile ironia potremmo consigliare ai dirigenti dei cimiteri capitolini di andarsi ad informare in loco di come si riesce a rendere piacevole e godibile un luogo seppure triste. Consigliamo invece ai nostri concittadini di visitarlo e di farsi anch’essi volontari per riflettere di come l’amore possa trasformare un luogo malinconico in un posto straordinario. Ed indimenticabile.

Chiesa del Cimitero Acattolico di Roma.

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