Scontro alla Camera dopo l’approvazione in Commissione Affari Costituzionali dell’emendamento che è stato definito “salva-La Russa”.
Secondo l’emendamento al decreto sulla raccolta delle firme sarebbero esentati i gruppi parlamentari che si costituiscano entro il 22 dicembre. Sono 11 i senatori che hanno lasciato il Pdl per dare vita al Senato al nuovo gruppo Centrodestra nazionale di Ignazio la Russa: Alessandra Gallone, che è capogruppo; Achille Totaro vice capogruppo; Pierfrancesco Gamba, tesoriere; Alessio Butti; il presidente della Commissione Giustizia, Filippo Berselli; Antonino Caruso; Mariano Delogu; Fabrizio Di Stefano; Alfredo Mantica; Giuseppe Milone e Antonio Paravia. A Montecitorio La Russa ha affermato: “Al Senato siamo pronti anche all’ostruzionismo per fare saltare il decreto” aggiungendo: “Pensiamo che le firme, a questo punto, le debbano raccogliere tutti, senza dimezzamenti o altro. A noi va bene raccogliere le firme, è anche un modo per fare propaganda e far tornare la politica fra la gente”.
Contro l’emendamento si schiera il Pd: Michele Ventura nella conferenza dei capigruppo afferma che “Il decreto deve restare quello che é, senza modifiche. Diversamente non ne garantiamo la conversione”, il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Donato Bruno, ha chiesto un ulteriore rinvio per la ripresa dell’esame in Aula del decreto.
Gianclaudio Bressa (Pd) annuncia nell’Aula della Camera le sue dimissioni da relatore e Dario Franceschini, presidente deputati Pd, afferma: “L’ultima vergogna. Nell’ultimo giorno di legislatura stiamo assistendo ad un colpo di mano che dovrebbe portare, chi ha dato parere favorevole, a vergognarsi nel guardarsi allo specchio”, aggiungendo: “Naturalmente garantiremo l’approvazione della legge di stabilità ma il decreto taglia firme così emendato non passerà e mi aspetto che i leader dei partiti i cui gruppi hanno dato parere favorevole alla norma dicano se la condividono oppure no”.
di Redazione
foto: bergamosera.com
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