I Disturbi Alimentari, quali anoressia nervosa e bulimia nervosa, sono disturbi psicopatologici molto comuni, spesso gravi e con eziologia ancora in parte sconosciuta, il cui dibattito scientifico è ancora in corso. Ora un nuovo studio porta nuova luce sull’annosa questione.
Sulla rivista CELL REPORTS (21 aprile 2015) è uscito un interessante lavoro a firma di Huxing Cui, Michael Lutter (et al). I ricercatori lavorano presso il Dipartimento di Psichiatria e Psicologia dell’Università di Iowa, Carver College of Medicine. (Iowa City-USA). Cosa hanno scoperto?
E’ stata individuata una rara mutazione nel fattore di trascrizione estrogeno-correlata di un recettore chiamato alfa (ESRRA) associato con lo sviluppo dei disturbi alimentari. In particolare, la perdita di un gene nei topi porterebbe diverse anomalie che “ricordano” i comportamenti osservati nelle persone con anoressia nervosa.
Il team, guidato da Michael Lutter, MD, PhD, assistente professore di psichiatria ha scoperto che i topi che mancano del recettore alpha estrogeno-correlati (ESRRA) sono meno motivati a cercare il cibo ad alto contenuto di grassi quando hanno fame e avere interazioni sociali anormali. L’effetto è stato più forte nei topi femmina, che hanno anche mostrato un aumento dei comportamenti ossessivo-compulsivi.
D’altra parte Lutter osserva che, anche se dal 50 al 70 per cento la possibilità del rischio di ammalarsi di un disturbo alimentare è ereditaria, identificare i geni che mediano questo rischio è cosa difficile. Infatti ESRRA è un fattore di trascrizione – un gene che accende altri geni. In questo senso è nata da pochi anni una disciplina definita EPIGENETICA che studia proprio questo. Un segnale epigenetico è un cambiamento ereditabile che non altera la sequenza nucleotidica di un gene, ma la sua attività. ESRRA si esprimerebbe in molte regioni cerebrali.
Correttamente però Luter aggiunge: “Naturalmente i fattori sociali, in particolare l’ideale occidentale di magrezza, contribuiscono per il restante rischio ‘non-genetico’, e il crescente tasso di disturbi del comportamento alimentare nel corso degli ultimi decenni, è probabile che sia causato da fattori sociali, non dalla genetica”.
Al fine di perfezionare la loro comprensione degli effetti ESRRA nel cervello, i ricercatori hanno rimosso selettivamente il gene da particolari regioni del cervello che sono stati associati con disturbi alimentari. Essi hanno scoperto che rimuovendo il gene della corteccia orbitofrontale questo è stato associato ad un aumento dei comportamenti ossessivo-compulsivo di tipo nei topi femmina, mentre con la perdita di ESRRA nella corteccia prefrontale i topi erano meno disposti a lavorare per ottenere il cibo ad alto contenuto di grassi, quando avevano fame.
In futuro, sostiene Lutter, sarà possibile testare nuovi trattamenti per l’anoressia nervosa per verificare se i topi invertiranno o modificheranno i loro comportamenti patologici. La scommessa è iniziata…
Dr. Gherardo Tosi
Psicologo – Psicoterapeuta
00152 Roma
E.mail : tosighe@libero.it
Foto: claudiagalli.it
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