La crisi della moralità

prostitute_casaLa crisi continua a mordere nella nostra cara vecchia Italia, stiamo assistendo al lento e inesorabile declino dell’economia nazionale e, fino ad ora, nessun governo è riuscito a porre un limite ai danni.  

Ma almeno abbiamo focalizzato la drammatica situazione del nostro Paese e forse, un giorno, qualcuno riuscirà a porvi rimedio.

Ciò di cui invece sembra non essersi accorto nessuno è la tremenda crisi che sta distruggendo la nostra moralità. Assistiamo quasi ogni giorno ad episodi che dovrebbero sconvolgerci ma che nei fatti ormai, se inizialmente ci colpiscono, poi lasciano il posto ad una diffusa indifferenza.

L’ultimo eclatante caso ha riguardato a Roma alcune minorenni che si prostituivano sistematicamente per ottenere facili e consistenti guadagni. In pochi giorni l’inchiesta, denominata delle baby-squillo, si è allargata a macchia d’olio in molte altre città d’Italia sollevando un enorme polverone. Queste ragazzine vendevano il proprio corpo in cambio di denaro e droga e a volte erano spronate a farlo persino dalle loro sedicenti madri. Questo caso ha riempito le pagine dei giornali e ha occupato quasi interamente le puntate dei telegiornali e dei programmi di ogni rete televisiva nazionale per settimane. Ora sembra si siano calmate le acque in attesa degli sviluppi delle inchieste.

Ovviamente questo giro di prostituzione minorile ha scatenato l’indignazione dell’intera collettività. Unanime è stata la condanna verso i clienti delle giovanissime. E questa reazione è più che naturale, assolutamente d’obbligo direi.

Dopo il putiferio che si è scatenato però, ora, a mente fredda sarebbe altrettanto d’obbligo chiedersi: come si può evitare che cose tanto vergognose e lesive della persona possano tornare a ripetersi? Come può una madre spronare sua figlia a vendere sé stessa e il proprio corpo? Come si può pensare che la crisi, la difficile condizione economica attuale possano giustificare la ricerca di simili guadagni? Su chi ricade la responsabilità di questi fatti? Chi è responsabile di queste “bambine”?

Se da un lato non si può certamente negare la responsabilità dei mezzi di comunicazione che si fanno promotori, a volte involontariamente, di una società indissolubilmente legata al sesso, ai facili costumi e all’ostentazione sfrenata della ricchezza dall’altro lato è innegabile la responsabilità di chi dovrebbe dedicare gran parte del suo tempo a formare queste giovanissime, a indirizzare la loro vita verso la giusta direzione, a porre un filtro tra loro e il mondo circostante, a trasmettere loro quei valori indispensabili per renderle delle persone dai solidi principi morali.

Questa non vuole in alcun modo essere una condanna ma soltanto un incitamento affinché le coscienze si sveglino dal loro sonno, si ponga un freno alla decadenza dei costumi cui stiamo assistendo inermi come se non dipendesse da ognuno di noi.

E’ tempo che ciascuno si faccia carico delle proprie responsabilità e riscopra i veri valori della vita e quel sano senso del pudore che contribuisce a difendere noi e i nostri figli dalle facili lusinghe della società del consumismo.

di Sara Agostini

foto: ilmessaggero.it

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.