2 Giugno:la “miniparata” della discordia

parataAnche quest’anno, come d’abitudine si è svolta la parata delle Forze Armate (la 67esima), ma dopo il vespaio di polemiche sollevato in questi ultimi tempi, rivolte soprattutto agli sprechi inutili in tempi di crisi, si è finalmente deciso di dare un taglio alle spese per organizzare l’evento.

A dire il vero ci aveva già pensato Ciampi nel 2005, ma la cosa è durata poco.

Ieri non hanno sfilato né mezzi corazzati, né cavalli: sono stati spesi un milione e mezzo di euro per la parata militare ai Fori Imperiali, cui hanno preso parte 3.300 uomini, tra militari e civili. Alle 10 hanno iniziato a sfilare i carabinieri, seguiti a ruota da 2585 soldati e 698 civili.

Assenti invece i rappresentanti (in sedia a rotelle) dei 4125 militari delle Forze Armate, ammalati di tumore a causa delle conseguenze dell’uranio impoverito.

Tuttavia, ieri l’altro Ignazio La Russa ha chiesto a Napolitano di ripristinare l’esibizione delle frecce tricolore. Il Presidente non ha colto l’invito, anzi ha dichiarato a proposito della Festa della Repubblica “ La celebriamo nel modo più sobrio, riducendo all’essenziale lo stesso omaggio che non può mancare alle Forze armate che servono con onore, anche lontano dal Paese, la bandiera nazionale e con l’apporto del volontariato civile la causa della solidarietà insieme con quella della sicurezza”.

Intanto Roma è stata presidiata in lungo e largo dagli uomini della Digos, allertati dalle annunciate manifestazioni antimilitariste. Tutta l’area del Colosseo è stata dichiarata “rossa”. Da sabato a piazza Mignanelli si sono riunite le varie reti pacifiste che contrastano la guerra e le mobilitazioni si sono tenute anche a Bologna e Firenze.

Ricordiamo che oltre allo spreco di denaro pubblico, l’ostentazione della potenza militare è totalmente contraria al principio costituzionale secondo cui l’Italia ripudia la guerra. Quella che dovrebbe essere la festa della Repubblica che dopo la caduta del fascismo ha scelto la democrazia, si è trasformata in una propaganda militare, nel tripudio delle Forze armate (esercito, marina, aeronautica e carabinieri), che già hanno una loro festa il 4 novembre.

Il 2 giugno 1946, grazie al referendum, gli italiani scelsero di passare alla Repubblica e cambiò da quel momento non solo l’assetto dello Stato, ma anche la propugnazione di un’ideologia che, di fatto, voleva azzerare il decennio fascista.

Poi sembra ancora più contraddittorio il fatto che la Festa della Repubblica sia celebrata, all’indomani della decisione di attuare le riforme della Costituzione.

A conferma di ciò, utile annoverare Pietro Calamandrei, che lottò perché l’antifascismo diventasse un valore assoluto da abbinare a un’idea della Resistenza come movimento a “carattere religioso ”, (riferito alla religiosità degli ideali) nato dal basso. Per Calamandrei la Costituzione era “murata con il sangue” e le Costituzionei in generale “vivono fino a che le alimenta dal didentro la forza politica: se in qualche parte ristagna questa circolazione vitale, gli istituti costituzionali rimangono formule inerti, come avviene nei tessuti del cuore umano, dove se il sangue cessa di affluire, si produce quella morte che i patologi chiamano infarto”.

Intanto nel pomeriggio Laura Boldrini ha incontrato i promotori dell’altra festa della Repubblica nel centro di servizio civile a Roma “Salesiani per il sociale”.

di Simona Mazza

foto: difesa.it

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.