Vegan: il Fico d’India è il cibo del futuro?

Oggi parliamo di un frutto amato da noi Vegan, che abbonda nel Sud, ma che purtroppo non viene debitamente esaltato nonostante le sue innumerevoli proprietà benefiche: il Fico d’India (Opuntia ficus-indica L.).

Si tratta di un vegetale appartenente alla famiglia delle Cactaceae, la stessa del cactus, che secondo la Fao sarà il “Cibo del futuro” – elencato tra i cibi più ‘virtuosi’ e in grado di adattarsi meglio alle nuove condizioni. 

Il fico d’India è una pianta grassa, che può superare i 3m d’altezza. I suoi frutti sono bacche contenenti numerosissimi semi, ricoperti di spine – da qui l’uso di raccoglierli con i guanti.

Poiché rappresenta una chiave di svolta sotto tutti i punti di vista, inclusi quelli ambientali, è utile elencarne tutte le caratteristiche.

Origine messicane

Questo cactus proviene dalle lande messicane ed i suoi squisiti frutti erano consumati al tempo degli Aztechi.

In Europa è arrivato grazie a Colombo ed ai successivi scambi commerciali tra il XV ed il XVI secolo. Per via del clima mite ha trovato terreno fertile in Italia, ma anche in molti paesi del bacino del Mediterraneo, oltre che in Asia e Oceania.

Oggi è considerato il principale alimento estivo delle popolazioni nord-africane.

I fichi DOP siciliani

Il 90% delle coltivazioni del fico d’India avviene in Sicilia.

Qui ha ottenuto due prestigiosi riconoscimenti DOP: il Ficodindia dell’Etna DOP e il Ficodindia del Cono DOP.

Proprietà benefiche

1) Oltre al suo squisito sapore, il fico d’India possiede una grande quantità di fibre che aiutano a regolarizzare l’intestino. In pratica, funziona da “modulatore intestinale”, grazie alla presenza di fibre viscose quali pectina e mucillagini nella polpa, ha proprietà lassative, mentre gli altri principi attivi contenuti nei semi hanno proprietà astringenti.

2) È ricco di sali minerali, tannini e vitamine (sopratutto vitamina C), potassio ed antiossidanti (sostanze utili al nostro corpo per combattere i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare).

3) L’alta presenza di fruttosio (carboidrato semplice) fa si che il frutto garantisca il pieno di energia, senza eccedere in calorie – anticamente i contadini lo consumavano a colazione proprio per avere il giusto sprint necessario alla dura attività nei campi.

4) Per la sua capacità di  aumentare il senso di sazietà, di far assimilare meno grassi e zuccheri, tenendo a bada glicemia e sovrappeso, è consigliato nelle diete ipocaloriche.

5) Antistress e anti depressivo. Ciò si deve alla presenza di beta carotene, magnesio e potassio, vitamina A e C, tiamina e ferro, da sempre considerati degli ottimi alleati per allontanare stati depressivi e stanchezza cronica.

6) Favorisce la diuresi, riducendo il rischio di calcoli renali e in alcuni casi addirittura favorendo l’eliminazione di quelli già presenti.

7) I fichi d’India resistono alla siccità, grazie a un metabolismo che la protegge dalla dispersione dei liquidi. Basti pensare che in un ettaro di coltivazione questi cactus possono conservare nelle loro pale fino a 180 tonnellate di acqua.

8) Hanno la capacità di assorbire concentrazioni elevate di anidride carbonica, contrastando così il famigerato effetto serra. Un ettaro di coltivazione riesce a eliminare sino a 5 tonnellate di CO2 dall’atmosfera. Sempre da un ettaro di coltivazione si riescono a ottenere ben 20 tonnellate di frutta, e dove vengono utilizzati sistemi di irrigazione si può arrivare anche a 50 tonnellate

9) Sono un ottimo mangime per gli animali da allevamento, non solo bovini: un ettaro produce acqua sufficiente per sostenere cinque mucche adulte.

Controindicazioni

A causa dei  piccoli semi, il frutto è controindicato nella patologia della diverticolosi.

Gli usi in ambito culinario

Da questa pianta si possono preparare succhi, marmellate, gelati, granite (assoluta specialità siciliana), sciroppi, frittelle, risotti e molto altro.

In Messico sono molto apprezzate le foglie giovani e i germogli, i cosiddetti nopalitos, sfruttati per numerosi piatti come frittate, zuppe ed insalate.

E gli usi cosmetici 

Dalle pale si estrae un gel da applicare sulla pelle come cosmetico naturale viste le sue proprietà cicatrizzanti e disinfettanti

Si producono inoltre creme e shampoo coadiuvanti nella crescita dei capelli.

Conclusioni

Poiché la coltivazione di questa cosiddetta “pianta umile” potrebbe sfamare milioni di persone che vivono in paesi più poveri ed aridi del pianeta, oltre a contribuire al miglioramento del clima, la FAO ha messo a punto uno studio chiamato “Crop Ecology, Cultivation and Uses of Cactus Pear” dove ha indicato tutti i vantaggi dei fichi d’India.

Allora Go Vegan Go

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