Una politica “dimissionaria”

Letta_Cabinet_with_Giorgio_NapolitanoNell’ultimo anno, la politica italiana ha dovuto fare i conti -come mai prima- con la costante “dimissioni”.

Il governo Letta, sin dai suoi albori, si è scontrato con l’astio di una parte del Paese contro la Kyenge: la polemica guidata dalla Lega Nord voleva evidenziarne la  “non idoneità al ruolo di ministro”, richiedendone appunto le dimissioni. Ad oggi, la pagina Facebook che sostiene questa linea conta di 63 mila adesioni. Cécile Kyenge, però, non ha mai rassegnato le proprie dimissioni ed è tuttora a capo del Ministero per l’Integrazione.

In merito alla vicenda, fu proprio Roberto Calderoli -nel luglio scorso- a fomentare le polemiche paragonando il Ministro ad un orango; nonostante il sollevamento della società civile e la richiesta di dimissioni, Calderoli non abbandonò il proprio scranno di Vicepresidente del Senato.

Soltanto un mese prima, al contrario, Josefa Idem -Ministro delle Pari Opportunità e dello Sport- aveva lasciato l’incarico per il mancato quanto controverso pagamento dell’IMU sulla sua casa-palestra di Ravenna.

Tra settembre ed ottobre, il governo subì la ritorsione dei ministri dell’allora Pdl in seguito all’aumento dell’Iva, i quali si dimisero in massa; il partito, in realtà, era già da tempo in fibrillazione per lo scarso impegno dimostrato dal Partito Democratico nel rinviare l’imminente decadenza di Silvio Berlusconi.

Pochi giorni dopo, i ministri ritirarono le loro dimissioni, salvando di fatto la stabilità della XVII legislatura; da segnalare il caso di Michaela Biancofiore -Sottosegretario per la Pubblica Amministrazione e per la Semplificazione-  che, dimenticatasi di farlo, fu l’unica a dover lasciare l’incarico. La Biancofiore aveva rischiato di perdere il posto tra le fila del governo già a maggio quando, Sottosegretario per le Pari Opportunità, aveva rilasciato esternazioni omofobe, in seguito alle quali Letta la aveva trasferita nella Pubblica Amministrazione, prima di “scaricarla” ad ottobre.

Basta attendere novembre per una nuova, clamorosa,  richiesta di dimissioni: il caso del Ministro della Giustizia Cancellieri scoppia in seguito alla scarcerazione di Giulia Maria Ligresti e alla pubblicazione di intercettazioni che evidenziano un interessamento da parte del ministro per le vicende giudiziarie dell’intera famiglia Ligresti. Letta non ha permesso che una colonna portante del governo cadesse pur sotto le pressioni bipartisan, dunque la maggioranza ha votato NO alla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle in Parlamento.

Si arriva al 2014, ma nulla sembra cambiare: il 4 gennaio, il Viceministro dell’Economia e delle Finanze Stefano Fassina approfitta di una dichiarazione del segretario del proprio partito Renzi per lasciare l’incarico, affermando che “la delegazione del PD al governo va resa coerente con il risultato congressuale”.

Trascorrono due giorni e il Mef è ancora sotto i riflettori nella persona -questa volta- del Ministro Saccomanni, il quale conferma il prelievo di 150 € mensili ai professori, per il recupero degli scatti di stipendio maturati dagli stessi nel 2013. Nonostante la pioggia di critiche, ad oggi Saccomanni non sembra intenzionato a rinunciare all’incarico di governo.

Del 9 gennaio, l’ultima velata richiesta di dimissioni nei confronti del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo (Ncd) la quale, secondo le intercettazioni, avrebbe agito in modo non trasparente su questioni riguardanti l’Asl di Benevento.

Pur tralasciando l’eterna questione di Silvio Berlusconi -che, sebbene condannato in terzo grado, non rassegnò mai le dimissioni da Senatore della Repubblica- e quella di Nichi Vendola -mai dimessosi da Governatore della Regione Puglia, dopo essere stato sorpreso a ridere sui tumori dell’Ilva- è facile notare come il Paese, negli ultimi mesi, abbia subìto la precarietà di una situazione di continui quanto incredibili casi di dimissioni (o di dimissioni mancate) che ancora si ripercuote sulle manovre del governo e sulla ripresa economica.

di Giovanni Succhielli

foto: wikipedia.org

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