“Un giorno santo è spuntato per noi”

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Un giorno santo è spuntato per noi”, così recita il versetto allelujatico in occasione di questa fausta solennità. Natale è il giorno nel quale rifulge “la Speranza di ogni speranza”: nei presepi di tutto il mondo e nel cuore degli uomini di buona volontà oggi è nato il Salvatore del mondo! La nascita di un bambino, a quanti l’hanno attesa con trepidazione, regala straordinariamente tanta speranza. Ed è proprio vero: giorni fa, un amico, provato da diversi lutti, tra l’altro uno conseguente all’altro, in una corrispondenza mi annunciava in questi termini la nascita del suo primo nipotino: “Dopo tanto tempo trascorso nel buio Qualcuno ha riacceso la luce in famiglia”. Una nascita accende sempre una nuova luce! E proprio a partire da Bethlemme, quando nacque Gesù, si diffuse su tutta la terra “una grande luce”, portatrice di speranza (lux magna, ci fa cantare oggi la liturgia). Inizialmente però questa luce non si rivelò a tutti. Le pagine bibliche a proposito ci dicono che i primi a contemplarne lo splendore furono Maria e Giuseppe, poi alcuni pastori, i Magi, infine il vecchio Simeone e la profetessa Anna; personaggi prescelti da Dio, che hanno avuto la gioia di poter ascoltare il vagito del Bimbo che in quella santa notte, ha infranto amorevolmente il silenzio di Bethlemme. “Dio è luce – afferma l’evangelista Giovanni – e in lui non ci sono tenebre” (1 Gv 1,5). Le prime pagine della Genesi ci dicono che prima della creazione, “la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu” (Gn 1,2-3). Queste parole di Dio sono la Luce, sono il Cristo, e da questa Luce per tutti noi è scaturita la vita. In Gesù, infatti, si realizza ciò che Giovanni scrive nel Prologo del suo Vangelo: “Tutto è stato fatto per mezzo Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste” (Gv 1,3), ecco perchè tutte le creature sono fondamentalmente buone: tutte sono segnate dall’impronta di Dio ed in tutte, quindi, è presente la scintilla della sua luce. Questa Luce, carissimi, è venuta veramente nel mondo, nascendo alla maniera umana, dalla Vergine Maria: “Dio da Dio, Luce da Luce”, professiamo ogni Domenica nel Credo. “Oggi una splendida luce è discesa sulla terra” e il primo dono della Luce di Cristo è la pace. Gli angeli, infatti, nel firmamento di Bethlemme cantano: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sia pace agli uomini di buona volontà”. La pace! Il primo dono del Cristo Risorto è anche il primo dono di Gesù Bambino. Il Natale e la Pasqua, infatti, trovano nel dono della pace il loro più felice ricongiungimento! Solo il Cristo può donarci la vera pace, quella che ogni generazione è chiamata ad accogliere e a mettere in pratica. Questo è il Natale: una bellissima storia di amore che da oltre duemila anni non smette mai di interpellarci. Ma per riconoscere ed accogliere la pace di Cristo è necessaria l’umiltà. E allora, guardiamo “all’umiltà della sua serva”, a Maria, che ha creduto fino in fondo nella parola del Signore; guardiamo a Giuseppe che preferì essere fedele a Dio piuttosto che tutelare la propria reputazione; guardiamo all’umiltà dei pastori che coraggiosamente nella notte lasciarono il gregge, ossia la loro più grande ricchezza, per andare ad adorare il Dio-Bambino. I piccoli, i poveri, i Minimi, come li definirebbe S. Francesco di Paola, sono i veri protagonisti del Natale, ieri come oggi. Sì, perché Gesù vuole nascere ancora ed essere accolto, come allora, da mani dedite e premurose, proprio come quelle della Madre Maria: Gesù bussa sempre; chi è pronto a spalancarGli la porta del cuore? Quella luce apparsa nella notte non fu solo per pochi, ma fu anche per tutti noi, uomini e donne di quest’epoca. Anche la pace, che scaturisce da quella luce intramontabile, è per noi! Ma siamo capaci di tenere desto il nostro cuore in questa notte di dubbio e di incertezza che l’umanità sta attraversando? Terremo accesa la fiamma della nostra fede attendendo pazientemente gli albori di un giorno nuovo? Troveremo tempo per questo Bimbo che ha ancora voce per interpellarci e amore da dispensarci? La luce del Bimbo di Bethlemme possa finalmente illuminare e dare consolazione a quanti sperimentano il momento delle tenebre. Pensiamo a coloro che vivono di stenti, a coloro che sono oppressi a causa dell’ingiustizia e della guerra, a coloro che vedono negarsi il diritto alla sussistenza, alla salute, all’istruzione, al lavoro; per costoro vogliamo supplicare Gesù Bambino perché elargisca abbondantemente il dono della Sua Pace. La sete di senso e di valori che il mondo avverte, la ricerca del benessere e della pace, le attese dei poveri, tutto possa essere esaudito dal “Signore di ogni speranza”. Non abbiate paura di riconoscerlo e di accoglierlo: questo Natale sia il momento opportuno per attingere la vera gioia e donarla; per ottenere la speranza ed infonderla a chi ne ha bisogno; per trovare la vera pace e dispensarla a chi ancora non ce l’ha. Accogliamo Cristo nella nostra vita, senza timore, senza pregiudizi e senza resistenze. Ci chiede di amarlo; abbandoniamo il nostro egoismo e tuffiamoci nel suo immenso amore. Con Maria, Giuseppe e i pastori, anche noi, fratelli e sorelle, vogliamo adorarLo. E lasciamo che la luce di questo giorno si diffonda irrimediabilmente ovunque: entri nella nostra vita, rischiari e rafforzi l’armonia nelle nostre case, porti serenità e speranza nelle nostre città, in ultimo, che è la richiesta più importante, dia al mondo la pace tanto sospirata. Questo è il mio augurio, che si fa anche preghiera umile e fiduciosa. Il Signore, che in Cristo si è rivelato misericordia, ci riempia della sua felicità e ci renda messaggeri instancabili della sua storia d’amore e della sua bontà. Amen.

Fra Frisina  

Foto: preghiereagesuemaria.it

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