Stamattina è morto in un agguato a Tunisi il segretario del Partito dei patrioti democratici Chokri Belaïd.
L’agguato sembra avere il sapore di una vera e propria esecuzione con quattro colpi esplosi da distanza ravvicinata appena fuori dall’abitazione del leader politico.
Belaid era uno dei massimi esponenti del partito di opposizione dei “Patrioti democratici”, facente parte della coalizione “Nidaa Tounes”, formazione laica fondata da Beji Caid el Sebsi ex primo ministro. Belaid era stato fortemente critico nei confronti dell’attuale leadership, ed in particolare contro il partito islamico “Ennahda” che aveva accusato di non fare abbastanza per fermare la violenza degli estremisti.
Solo poche settimane prima un gruppo di estremisti islamici aveva interrotto una manifestazione organizzata da Belaid perché ritenuta non conforme ai dettati dell’Islam.
Appena la notizia si è diffusa centinaia di persone si sono riversate in strada dirigendosi verso il Ministero dell’Interno per chiedere le dimissioni del primo ministro Hamadi Jebali, esponente di Ennahda. Si temono disordini, la folla ha circondato il palazzo all’urlo di “Chokri Belaid il nostro martire”.
Hamadi Jebali dai microfoni di Mosaique fa un appello ai tunisini affinché “diano prova di saggezza” e “non cadano nella trappola criminale di chi cerca di fare piombbare il Paese nel disordine”, e denuncia il fatto come “un atto di terrorismo che colpisce tutta la Tunisia”.
Iniziano ad arrivare i primi riscontri in Europa dove Schulz, attuale presidente del Parlamento europeo, ha condannato con grande forza il gesto aggiungendo “”Questo crimine non può restare impunito”.
Il presidente francese Hollande ha espresso preoccupazione per il “crescente clima di violenza politica” del paese.
di Redazione
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