The Clash: il punk è morto, viva il punk

ImageUploadedByTDPRI1432549651.203543Era il 18 gennaio 1980 quando usciva uno degli album più belli ed influenti del panorama musicale, “London Calling”, The Clash.  La  band punk rock inglese che ha ancora tantissimi fans nel mondo, anche la sottoscritta.

Si impose in Inghilterra nel dicembre 1979 e nel gennaio 1980 in tutti gli Stati Uniti. Fu l’album della loro consacrazione. Uno degli 8 album più importanti dei 500 album al mondo, secondo anche la rivista Rolling Stones. London Calling è un album doppio con il quale il gruppo si impose a livello mondiale. L’album si compone di 19 brani, accreditati a Joe Strummer e Mick Jones, tranne The Guns of Brixton di Paul Simonon, Brand New Cadillac di Vince Taylor e Revolution Rock di Jack Edwards e Danny Ray.

Sulla copertina, Paul Simonon che rompe, spacca letteralmente, il basso sul palcoscenico, durante un live. “Prima di London Calling, pensavo che all’interno del gruppo ci conoscessimo poco. Quella è stata la prima volta in cui ognuno ha dato il suo contributo alle canzoni. Per la prima volta abbiamo finalmente cominciato a conoscerci” (Topper Headon).

The ice age is coming, the sun is zooming in engines stop running, the wheat is growing thin a nuclear error, but I have no fear London is drowning and I live by the river” ( Joe Strummer).

I Sex Pistols si erano sciolti, Sid Vicious era morto, i Clash erano rimasti l’unico movimento portabandiera di quel periodo. Bisognava mutare, c’era aria di cambiamento. La rivoluzione del ’77, tutto quel bagaglio musicale, innovativo, con gli eventi politici, si era esaurita perchè non era stata in grado di ricostruire dopo aver distrutto; i Clash dunque intrapresero una strada personale, attraverso un recupero del passato, cercando dei valori per motivare il presente, per poterli proiettare nel futuro; parliamo di innovazioni musicali, scelte artistiche di pari passo alla politica e ad un sociale che stava mutando. L’uscita di “London Calling” fu un vero spartiacque: segnò la fine gli anni 70 ma anche la fine di una stagione musicale. Un’intera generazione di giovani e giovanissimi , all’indomani della sua uscita, comprese forse già con un pò di tristezza (divenuta anche nostalgia),  il definitivo tramonto del movimento punk “storico”.  Joe Strummer era un vero artista, oggi leggenda di un già “leggendario” gruppo, punto nevralgico di idee e avanguardie, catalizzatore di idee brillanti.

La grafica di “London Calling” venne ricalcata su quella di “Rock’n’Roll”, un album di Elvis Presley del 1956. Facendo a pezzi il basso, come detto in precedenza, Simonon ruppe anche il suo l’orologio. La fotografa Smith che lo immortalò in scena, lo conservò come un cimelio, il vetro incrinato, le lancette ferme alle 10:50.

Chiudiamo con una curiosità, forse non tutti sanno che buona parte dell’album d’esordio della band inglese venne scritta a casa. La nonna di Jones era una fan accanita del gruppo e una presenza fissa ai concerti. Dalla finestra della sua stanza si scorgeva un panorama urbano desolato, con un enorme cavalcavia. Su uno dei piloni, una scritta: The Clash.

“The future is unwritten” (Joe Strummer), difficile sopravvivere senza Joe

Si ringrazia il sito http://www.theclashonline.com/

La pagina ufficiale Facebook

di Alessandra Paparelli

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