Tempo ed eternità

L’atteggiamento scientifico è nato in un certo momento ed in un certo luogo: la Grecia del V° secolo a. C. , da una certa evoluzione del ” logos”, da una certa maniera di rapportarsi all’esperienza del mondo, attraverso un atteggiamento razionale”; poi la scienza moderna ha dimenticato la propria origine ed il cammino da essa percorso. È per questa dimenticanza che si è giunti a pensare ad un tempo del mondo fisico, ad un tempo biologico e ad un tempo dell’anima o psicologico. Si tratta, però, in tutti questi casi, di prodotti spirituali dell’uomo. Credo che ci siano molteplici tempi come molteplici sono le  parole e addirittura innumerevoli i significati che si possono attribuire al termine “tempo”. Tutte queste esperienze  riposano su un unico, eterno tempo, quello che Platone aveva, a suo modo, intuito ed espresso: l’eternità, che viene prima dello spirito, della materia, del corpo, del fisico, dello storico. Tutte queste esperienze si ritagliano in questo tempo che c’è, e noi siamo qui nell’essenza di questo mondo, nella sua eterna funzione di supporto. Tutte  le esperienze percorrono questa verità; si tratta di poterle mettere in confronto e non in una banale composizione. Si tratta di liberare ognuna delle concezioni del tempo, tutte giustificate nel loro ambito, dalla superstizione di esprimere la verità eterna del tempo. Anche perché, una volta espressa, essa sarebbe finita per sempre e ogni tempo si sarebbe chiuso, ogni vita si sarebbe spenta. Se stabiliamo un punto, a partire dal quale tutto sarebbe derivato, dove pensiamo di aver collocato quel punto se non in qualcosa che c’era già. Il c’era già è la vita eterna che sorregge tutti i punti con i quali noi cerchiamo di misurarla, di numerarla, di dirla o di afferrarla, di perderla o di amarla o di odiarla. Nel corso dei secoli, un piano d’insieme sembra veramente in via di realizzazione intorno a noi. Non più l’immobilismo della casualità aristotelica, invece la relazione, l’informazione continua che comporta cambiamento continuo inarrestabile; ogni cosa informa l’altra e viceversa, in un flusso che non ha mai termine e che produce nuovi adattamenti, nuove conquiste e nuove creazioni. La storia nasce solo quando gli eventi sono sottratti alla casualità del loro accadere ed iscritti in un disegno che li rende significanti al di là della pura eventualità.  

Leonardo Comple  

Foto: http://digilander.libero.it

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.