Social network: 16 anni e sto

86707fe130e0909b264a202b7057bb09_XL16 anni e sto. Tanto per parafrasare lo slogan della recente campagna di Green Cross contro il riscaldamento globale e attendere che l’Europarlamento si pronunci circa i nuovi limiti di età per accedere ai social network.

Generalmente l’età minima per poter creare un account su Facebook è di 13 anni (fatta eccezione per la Spagna e la Corea del Sud dove è richiesto un anno di più), ma da tempo molte ricerche evidenziano l’aumento dei ragazzi di età inferiore ai 13 anni che si iscrivono ai social network mentendo sulla propria età, spesso aiutati dai loro stessi genitori o, peggio ancora, nella loro totale estraneità (il monito del Garante per la protezione dei dati personali è emblematico: “Hai spiegato a tuo figlio che non deve toccare il fornello acceso, lo hai educato ad attraversare la strada, a non prendere caramelle dagli sconosciuti… ma gli hai insegnato a riconoscere i segnali di pericolo in rete? Hai mai chiesto se è stato vittima di cyberbullismo?).

Già nel 2011 un report condotto dalla London School of Economics su 25mila giovani europei, segnalava che il 38% di ragazzi di età compresa tra i 9 e i 12 anni, usava i social network e dal 2011 ad oggi c’è ragione di pensare che questo dato sia aumentato.

Facebook, dal canto suo, ha sempre dichiarato di aver cercato soluzioni a questo problema, ma nello stesso tempo ha investito moltissimo proprio nelle generazioni dei giovanissimi (non a caso ha acquistato Instagram e WhatsApp che pullulano di adolescenti).

Adesso, un nuovo emendamento inserito all’interno del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (in votazione nelle prossime ore), potrebbe portare ad un nuovo divieto. L’emendamento, infatti, alza l’asticella della cosiddetta “età per il consenso digitale” da tredici a sedici anni. Prima di questo nuovo limite non si potrà accedere liberamente a Facebook, né a tutte quelle piattaforme il cui utilizzo è strettamente legato alla registrazione e all’approvazione di un account con i propri dati personali.

Il divieto non è  assoluto, infatti i giovani che vorranno iscriversi ad uno dei tanti social network, potranno farlo previo il consenso di un genitore o di chi ne fa le veci, fermo restando che si dovrà fare qualche passo in più anche per contrastare il fenomeno legato all’inserimento di falsi dati anagrafici.

Se l’emendamento dovesse passare, a quel punto mancherebbe soltanto la ratifica del Parlamento europeo che dovrebbe arrivare nei primi mesi del 2016. Dopodiché gli Stati dell’Unione Europea avranno due anni per recepirlo.

La tecnologia, intanto, continuerà a viaggiare, come sempre più veloce di qualsiasi legislazione.

di Alessandro Gabriele

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