Seven: i 7 vizi capitali. Oggi analizziamo la Superbia

superbiaVorremmo proporre un’analisi, assolutamente ludica e priva di pretese filosofiche o etiche, di quelli che vengono definiti “i sette vizi capitali”. Li chiamiamo “vizi” e non peccati, proprio per non incorrere nell’errore del giudizio morale bensì volendo intendere con la parola “vizio” qualcosa che ci rende viziati (e non viziosi) perché, in una certa misura e in alcune circostanze, dà piacere.

Eccoli elencati, assieme alla definizione ufficiale:

  • superbia (desiderio irrefrenabile di essere superiori, fino al disprezzo di ordini, leggi, rispetto altrui);
  • invidia (tristezza per il bene altrui, percepito come male proprio);
  • avarizia (scarsa disponibilità a spendere e a donare ciò che si possiede);
  • gola (meglio conosciuta come ingordigia, abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola, e non solo);
  • ira (irrefrenabile desiderio di vendicare violentemente un torto subito);
  • accidia (torpore malinconico, inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene);
  • lussuria (desiderio irrefrenabile del piacere sessuale fine a se stesso).

Sarebbe interessante esaminare i vizi in contrapposizioni alle virtù nel corso del tempo e nei differenti contesti socio-geografici ma andremmo fuori tema.

Due note di carattere storico: durante il medioevo la Chiesa aveva incluso nei vizi capitali anche la tristezza, in quanto questo sentimento indicava il non apprezzare le opere che Dio aveva compiuto per gli uomini.

Mentre nell’Illuminismo la differenza tra vizi e virtù perse importanza, poiché anche i vizi, come le virtù, concorrono allo sviluppo materiale (industriale, commerciale ed economico) della società.

  1. 1.   La Superbia

La superbia è il desiderio irrefrenabile di essere superiori agli altri. Tralasciando la notazione cristiana che lo considera il peggiore dei sette “peccati” capitali perché  con questo sentimento si tenderebbe a mettersi sullo stesso livello di Dio, la superbia rappresenta il motore del progresso umano.

L’uomo che vuole superare se stesso e i propri limiti, che si impegna ad essere il più forte, il più intelligente, il più bravo e non si rassegna ad essere come tutti gli altri, è stato nella storia colui che ha consentivo all’intera umanità di evolversi.  Senza la superbia, unita alla giusta dose di curiosità e coraggio, saremmo ancora al buio nelle caverne a cibarci di animali crudi. L’età del bronzo, del ferro e del fuoco, per non parlare del motore a scoppio e degli aeroplani, non esisterebbero senza questa inclinazione.

L’uomo che ha il “vizio” di prevalere sugli altri e si impegna a farlo incarna la caratteristica che distingue l’uomo dall’animale: la capacità di adattare le situazioni alla propria necessità.

Siamo tutti d’accordo nel dire che non sempre questo progresso è stato un vero miglioramento nella qualità della vita degli uomini, e non sempre la persona superba lavora per il progresso. E’ indubbio che il desiderio di prevalere a tutti i costi sugli altri, può divenire tirannia, violenza e sfruttamento.

Quindi un pizzico di superbia non guasta, ci spinge a diventare effettivamente migliori e, l’autocompiacimento che ne deriva, contribuisce senza dubbio al nostro fascino. Provate a fare qualcosa di speciale osservate il sorrisetto che vi accende spontaneamente lo sguardo: sarete irresistibili!

Domani pubblicheremo “L’invidia”

di Patrizia Calamia

foto: grafica.deagostinipassion.com

1 risposta

  1. A' nvidiosi

    Superbia? Mi sento troppo superiore a tutto, incluso questo (asserito) vizio, per sprecare la benchè minima parte del mio tempo a commentarla!
    (qualora non fosse chiaro, trattasi di paradosso …)

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