Addio al capo della Polizia Manganelli, sabato a Roma i funerali

manganelli01gE’ morto Antonio Manganelli, direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno. Era stato operato d’urgenza il 24 febbraio all’ospedale San Giovanni dall’equipe di neurochirurgia del Dott. Claudio Fiore, per la rimozione di un edema celebrare causato da un’emorragia.

Dal 2011 era stato colpito da un tumore che lo aveva portato a passare alcuni mesi negli Stati Uniti e martedì le sue condizioni si sono aggravate a causa di un’infezione respiratoria.

La camera ardente sarà allestita dalle 14 di giovedì presso la Scuola superiore di polizia della Capitale, mentre i funerali dovrebbero tenersi sabato a Santa Maria degli Angeli- in piazza della Repubblica, a Roma. La cerimonia funebre è in programma alle 11.

Ripercorriamo le tappe della sua carriera:

Manganelli era nato ad Avellino l’8 dicembre 1950.  Si era laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli e successivamente specializzato in Criminologia clinica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università di Modena.

Dagli anni ’70 ha sempre lavorato nel campo delle investigazioni, specializzandosi nel settore dei sequestri di persona a scopo di estorsione e nell’antimafia. Il suo nome è legato alla cattura di latitanti mafiosi di grosso calibro, come Pietro Vernengo, “piddu” Madonia, Nitto Santapaola e Pietro Aglieri.

Ha inoltre collaborato con Falcone e Borsellino e organi giudiziari investigativi di mezza Europa, dall’Fbi alla Bka tedesca. Ha insegnato Tecnica di polizia giudiziaria presso l’Istituto Superiore di Polizia ed ha pubblicato diversi testi scientifici in materia di sequestri di persona e di tecnica di polizia giudiziaria, tra cui il manuale pratico delle tecniche di indagine ‘Investigare’ (Cedam), scritto con il prefetto Franco Gabrielli, all’epoca direttore del Sisde.

Manganelli era stato nominato Capo della polizia il 25 giugno del 2007, dal governo Prodi, prendendo il posto di Gianni De Gennaro, amico e collega con cui ha condiviso passi importanti della sua carriera.

 E proprio De Gennaro –attualmente sottosegretario con delega all’intelligence – è rimasto tutta la mattinata in ospedale a fianco dei familiari del prefetto. Tra i presenti, anche il comandante dei Carabinieri, generale Leonardo Gallitelli e quello della Guardia di finanza, generale Saverio Capolupo e i suoi vice, il vicario Alessandro Marangoni, Francesco Cirillo e Matteo Piantedosi. Hanno reso l’ultimo saluto pure due ex stretti collaboratori del capo, Francesco Gratteri e Gilberto Caldarozzi, condannati definitivamente per le violenze del G8 di Genova.

All’epoca del G8, nel 2001 era uno dei vice di Gianni De Gennaro, ma non prese parte agli eventi: anzi, quando arrivarono le condanne definitive per i poliziotti accusati di violenza alla scuola Diaz, affermò “Questo è il momento delle scuse”. Si scusò inoltre per la morte di Federico Aldrovandi, barbaramente ucciso dai poliziotti, inviando una lettera privata alla madre.

Negli anni ’80 è stato esponente di spicco del nucleo anticrimine e del servizio centrale operativo, indagando su mafia e sequestri di persona, droga e criminalità economica.

Nel ’91 diventa il direttore dello Sco (Servizio centrale operativo), nel ‘98 è il questore di Palermo, dal ’99 al 2000 questore a Napoli. Nel 2000 è stato nominato dal Consiglio dei Ministri prefetto di prima classe, con l’incarico di direttore centrale della Polizia criminale e vice direttore generale della Pubblica Sicurezza. Dal 3 dicembre 2001 è stato vice direttore generale della Pubblica sicurezza con funzioni vicarie. Il 25 giugno 2007 il Consiglio dei Ministri lo aveva nominato capo della Polizia.

Prima di essere operato d’urgenza, a un incontro pubblico aveva detto: “Facciamo un lavoro difficile.  I problemi che si affacciano e mettono in difficoltà l’istituzione lo dimostrano, ma vi assicuro che la Polizia è un’istituzione fatta di persone perbene, che lavorano più di quanto, sarebbe loro chiesto e producono risultati tutti i giorni, lavorando in sinergia con tutte le forze dell’ordine”.

di Redazione

foto: lastampa.it 

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