Route de France, l’Italia é troppo forte. Pre olimpica, il Ct ringrazia gli azzurri

longo_planches-U202073401590IkD-U120942842752IkB-620x349@Gazzetta-Web_articoloTerzo successo azzurro in cinque tappe,  il più prestigioso,  il più importante, giungeva bella quinta tappa. Elisa Longo Borghini scattava a 20 km dal traguardo facendo letteralmente il vuoto dietro di se; é bastato uno sguardo alle avversarie e,  sulla cima della penultima salita, ha deciso che era giunto il suo momento.

La sua azione violenta non dava scampo alle inseguitrici, che  accumulavano prima secondi, poi minuti.
La Longo Borghini giungeva alla Planche de Beille Filles tutta sola, come i grandi fanno. In cima ai Vosgi, nelle stesse strade in cui Nibali l’anno scorso vinceva in maglia gialla,  Elisa metteva  il sigillo sulla Route de France, ipoteca di sicurezza per l’arrivo dell’ultima tappa in cui non  c’erano possibilità perdere il primato.  In seconda posizione giungeva  la Neben, distaccata di 45″, terza la Lichtenberg,  a 1’03”.
Questi distacchi garantivano  alla Longo Borghini una giornata meno stressante il giorno seguente, nell’ultima frazione, senza però abbassare la guardia.

Ultima tappa ancora nel segno italiano,  la Bronzini vinceva in volata in quel di Gubwillier,   dopo 116,4 km di gara; per la piacentina é il secondo successo in questa Route de France, il quarto per l’italia.
La Bronzini era autrice di uno sprint tatticamente perfetto,  riuscendo di potenza a battere le avversarie.
La classifica generale era dominata dalla Longo Borghini che,  grazie a due successi di tappa e l’attacco micidiale nella penultima giornata,  faceva sua una delle corse più prestigiose a livello femminile.
Il ciclismo rosa italiano si mostrava dunque nettamente superiore alle avversarie.  Soddisfatta la Bronzini per questi due successi, quasi sorpresa la Longo Borghini che era giunta in Francia semplicemente per allenarsi.

Tappa: 1-Bronzini 2-Rowney 3-Pieters

Vincitrice finale: Longo Borghini.

Si è disputata oggi la prova pre olimpica di Rio 2016, sullo stesso tracciato che ospiterà le olimpiadi il prossimo anno.  La prova ricalcava lo stesso percorso, seppur su una distanza di 165 km, 90 in meno di quelli che saranno corsi tra un anno.  La gara ha vissuto momenti altalenanti fino agli ultimi km, quando per via del duro tracciato la situazione nel fronte della gara vedeva un gruppo notevolmente ristretto; la situazione esplodeva letteralmente all’imbocco dell’ultima salita,  quando un affondo deciso dei ciclisti francesi decideva la corsa.

Il gruppo che di testa  era composto da: Villermouz,  Bardet, Gallopin, Barguil, Pinot Gaspar, Trofimov, Kleber,  Pauwels e l’italiano Conti.  La Francia era presente con quattro uomini e, per via della superiorità numerica, piazzava scatti a ripetizione con i vari componenti. Alla fine la spuntava Villermouz che nel  finale riusciva a staccare gli avversari; concludeva secondo il belga Pauwels,  terzo un altro francese, Bardet.

La Francia riusciva a portare comunque altri due atleti nei primi sei,  Gallopin e Pinot, giunti quarto e sesto,  quinto il russo Yuri Trofimov. La Francia,  che alla  vigilia era  tra le nazioni favorite, ha rispettato i favoriti del pronostico, riuscendo ad essere competitiva sin sul traguardo con molteplici uomini; alla prova olimpica manca un anno e oggi mancavano gli uomini migliori di molte nazionali ( pensiamo ad esempio a Valverde, Nibali, Uran) , ma sicuramente la nazionale transalpina ha dimostrato di poter essere molto pericolosa.

Il tracciato ha fatto notare come la prova olimpica sarà riservata a scalatori puri,  per via delle numerose salite di dura interpretazione. Peccato per la prestazione azzurra, che aveva un uomo davanti prima che la corsa si infiammasse nella salita finale; il Ct Cassani ha comunque pubblicamente ringraziato i quattro azzurri, per avergli fornito ottime indicazioni e preziosi consigli sul circuito e sulla gara.

di Yuri Casciato

Fonte foto: triamax.com,  Wiggle Honda

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