Roma, la Stazione Termini e la Lampada Osram

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A Piazza dei Cinquecento, proprio davanti la stazione ferroviaria centrale Roma Termini, nel 1960 viene installato un enorme lampione illuminato da una lampada allo xeno. Prodotta dalla ditta tedesca Osram, da cui derivava il nome, era una lampada da 2.500.000 lumen e 75kW di potenza, primato mondiale dell’epoca per una singola luce artificiale. Un grande novità per le Olimpiadi di Roma.

Il luogo diventa ben presto un punto di riferimento per tutta la città per gli appuntamenti dei giovani. Facilmente raggiungibile da ogni parte di Roma, la Lampada Osram era ben visibile, inconfondibile e sempre illuminata. Viene poi rimossa nel 1980. La stazione Termini è il primo scalo ferroviario d’Italia, aperta al pubblico nel 1863 con il nome di “Stazione Centrale delle Ferrovie Romane”. In occasione dell’Esposizione universale del 1942 si decide di dare una veste più moderna e futuribile alla stazione. L’imminente guerra mondiale e la caduta del regime fascista fanno arrestare i lavori. Solo dopo la guerra viene indetto un concorso per il completamento della stazione, poi inaugurata nel 1950.

Lampada Osram di fronte alla stazione, giornali cartoline…

«Lampada Osram, un piccolo grande capolavoro. La Lampada Osram: uno stelo incandescente di watt, piantato di fronte al piazzale della stazione Termini a Roma, durante le Olimpiadi del 1960 e diventato punto di riferimento per migliaia di ragazzi di allora» (Umberto Broccoli, “Lampada Osram”, Storie di note, in http://Corriere.it del 29 novembre 2012).

Un giovane Claudio Baglioni intuisce che questo è un luogo straordinario, quasi magico: “Lampada Osram di fronte alla stazione”. Una descrizione semplice ma efficace per l’ambientazione della storia cantata nel brano. Ancora oggi, come ai tempi della canzone di Baglioni, in quel luogo è possibile trovare “la fila di tassì” e “la calca sopra i tram”: sono i tram che provengono dai quartieri periferici di Centocelle e Quarticciolo, girano davanti la Stazione Termini e tornano carichi di persone verso la periferia. La canzone è un omaggio alla Roma di quei tempi, quella degli appuntamenti giovanili fissati senza l’aiuto dei social e dei telefoni cellulari.

Il contributo di Antonio Coggio

«Per quanto riguarda ‘Lampada Osram’ – il disco era Sabato pomeriggio – il brano parla ancora di un luogo di appuntamento o ritrovo che all’epoca molti ragazzi prendevano a riferimento per incontrarsi. Si trattava di un faro che illuminava davvero la strada con una grande lampada. Era posto di fronte alla stazione Termini e quindi di lì passava tanta vita. Questo fu motivo di ispirazione per il fertile cantautore Claudio che ne seppe fare un’altra grande poesia in musica. Una ragazza aspetta invano nel suo primo appuntamento un ragazzo che non arriverà, in mezzo a mille dettagli che lasciano intravvedere lo scorrere lento del tempo in una lunga interminabile attesa. Dovrà convincersi alle otto e mezza che quello è un appuntamento mancato e rassegnarsi a testa bassa ad una prima bruciante delusione.

A metà tra la realtà e la fantasia Claudio mi parlava prima delle storie da raccontare ed era bravissimo ad entrare in esse come un attento osservatore, e diventarne il perfetto pennello su tela. Io ne intuivo, da suo produttore, tutto il potenziale e lo esortavo a “chiudere” queste idee che inevitabilmente diventavano successi».

(Lampada Osram, C. Baglioni / A. Coggio, interprete Claudio Baglioni, Album “Sabato pomeriggio”, 1975, RCA).

Foto di himanshu gunarathna da Pixabay 

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