Si sono tenute ieri a Roma le primarie del centrosinistra per scegliere il candidato al Campidoglio da contrapporre ad Alemanno, Marchini e a un rappresentante del M5s. A vincere Ignazio Marino, che ha distanziato Sassuoli di circa il doppio.
Quest’anno si e’ votato secondo nuove regole: per partecipare infatti sono state consegnate entro domenica 17 marzo, 1300 firme tra gli iscritti (il 10% dei tesserati) e 2700 di elettori per i candidati dei Democratici e 4.000 tra i cittadini per quelli esterni al partito. Per tutti, obbligatoria la sottoscrizione di una carta dei valori e di un impegno a sostenere il vincente della partita. Gli elettori si sono semplicemente registrarsi sul posto e non in anticipo come per le primarie nazionali.
La proposta era stata messa a punto dall’esecutivo del Pd e sottoposta all’assemblea romana, con l’obiettivo di garantire una gara realmente aperta anche ai candidati che non fanno parte della coalizione formata da Pd, Sel e Psi e la necessità di impedire un tutti contro tutti senza regole.
La rosa degli aspiranti era composta da sei nominativi: il capogruppo al comune Gemma Azuni (Sel), Mattia Di Tommaso (Psi), l’ex ministro Paolo Gentiloni, il senatore Ignazio Marino l’ex consigliere provinciale, Patrizia Prestipino e l’europarlamentare e giornalista David Sassoli (tutti Pd) Quest’ultimo ha rilanciato l’idea di un fronte ampio, sulla linea di Franceschini che ha invocato un’alleanza con Monti. “Sono convinto che il fronte dev’essere civico: alle primarie invitiamo tutti coloro che sono contro questa amministrazione, da Marchini a Croppi fino al Movimento 5 Stelle”.
La novità assoluta delle primarie è che hanno votato anche i sedicenni, purchè muniti di documento di riconoscimento valido.
Come prevedibile, veleni e rivalità fra lefazioni avverse non sono tardate ad arrivare, ma desta stupore la dichiarazione dalla “renziana” Cristina Alicata, membro della direzione regionale Pd, che su facebook ha postato: “Le solite incredibili file di Rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica”.
Alicata si è subito difesa dalle accuse di razzismo, spiegando “Il razzismo non c’entra nulla. Sono voti comprati. Punto. Chi lo nega è complice dello sfruttamento della povertà che fa il clientelismo in politica”.
Altre polemiche vengono poi dal Comitato Gentiloni, che parla di: “Irregolarità e disservizi ai seggi”. Il portavoce Antonio Funiciello ha dichiarato in una nota: “Stanno arrivando al comitato numerosissime telefonate e segnalazioni di irregolarità e disservizi nei seggi elettorali-Invito tutti a vigilare affinché il voto si svolga in maniera regolare. Sarebbe davvero grave se una giornata di democrazia come quella di oggi venisse funestata da vicende poco chiare”.
di Redazione
foto: pdparma.it
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