Roma: che fine fanno i beni confiscati alla mafia?

beni confiscati mafiaIl Comune di Roma ha in concessione diversi beni confiscati alle mafie, a dire il vero con i suoi 383 beni, è la settima provincia italiana.

Si tratta di una legge voluta da Pio La Torre con cui non si vuole solo sottrarre alle mafie un patrimonio per restituirlo alla collettività,  ma essere soprattutto un simbolo di impegno civile.

Eppure solo alcuni di essi vengono utilizzati e adibiti per le finalità previste.

Le associazioni Libera e la Fondazione Giovanni Falcone, dopo aver monitorato  135 beni, hanno scoperchiato il vaso di Pandora.

Segnaliamo alcuni dei casi più eclatanti.

Si tratta essenzialmente di ben 57 tra terreni, fabbricati e appartamenti (Il decreto assegnato dall’agenzia beni confiscati è il numero 12682/2012).

 Uno di essi, sito in via Cavacchioli 58 viene descritto come “appartamento composto da due camere e servizi”. Un altro si trova in via Cairate 86.

La cosa assurda è che i bene confiscati non siano ruderi, ne case popolari. Altrettanto incomprensibile è che tanti appartamenti risultino assegnati al dipartimento politiche abitative, come quello della centralissima Via dei Gracchi 60.

Troviamo poi un’altra descrizione che parla di un indirizzo inesistente in via Terme di Vigliaturo 15. Sarà forse via di Vigliatore, in zona Casilina?

C’è pure un appartamento di mq. 100 con terrazzino in via Lago Tana 16 (decreto agenzia del demanio n. 31932/2007).

Infine in via IV Novembre si trova invece un fabbricato al piano terra, più altri 6 piani, per un totale complessivo di 18 vani (decreto 13333/2001).

Tra le categorie più difficilmente verificabili sono quelle riservate agli indigenti  (il 34%), mentre quelli andati a buon fine solo il 27,3%.

di Simona Mazza

foto: sionomagazine.com

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