Quel pasticciaccio brutto della Maratona di Roma

Due giorni fa, nella sempre affascinante cornice della Sala Giulio Cesare del Campidoglio a Roma, è stata presentata, tra “squilli di trombe e rulli di tamburi” la venticinquesima edizione della Maratona podistica che si correrà domenica 7 aprile.

O meglio: la prima edizione “rinnovata”  di una maratona che si organizza ormai da venticinque anni, esattamente dal lontano 1995, quando ancora l’evento si chiamava Roma City Marathon, attirava i grandi nomi dell’atletica mondiale e il gotha degli esperti internazionali come i mitici Fred Lebow e Allan Steinfeld , Presidente e Direttore della  New York City Marathon per gemellarsi con la città  e studiare le tecniche organizzative di quel piccolo grande  miracolo romano . 

A sindaco della città si era da poco insediato Francesco Rutelli che l’aveva sostenuta,  tenendola a  battesimo fino a rinnegarla nel 1998, pretendendo un cambio di gestione più allineato ai desiderata della giunta capitolina. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta quanti sono stati i sindaci che hanno “governato” la capitale, da Veltroni ad Alemanno, a Marino per finire con Virginia Raggi, che nella logica dello sport come risorsa anche economica per la città, ha deciso di metterla  a “bando”. Decisione coraggiosa ma controversa e difficile, che attiene alla proprietà del marchio, all’utilizzo della città, ai permessi ma anche al ruolo “d’ambasciatore” che eventi come questo hanno a livello di comunicazione planetaria.

In quest’ultima veste, se dovessimo esprimere un nostro parere e pur riconoscendo che la Maratona romana nei vent’anni passati ha galleggiato su un livello d’importanza accettabile, costatiamo però, che nonostante il traino del fascino della città più bella del mondo, essa non ha mai seriamente competuto  con le altre grandi maratone internazionali.

Pensate che soltanto New York, costretta al numero chiuso, ospita oltre cinquantamila atleti, per un terzo americani e due terzi stranieri che per accaparrarsi il pettorale devono partecipare a una sorta di lotteria alla quale s’iscrivono più di mezzo milione di persone e con un costo di pettorale esorbitante. Londra e Parigi si collocano  intorno ai quarantacinquemila arrivati mentre  Berlino, Stoccolma, Madrid ecc. sui trentamila. Ai quali ovviamente vanno aggiunti gli accompagnatori, i curiosi e i turisti attirati dall’evento che portano nelle casse cittadine milioni di dollari e di euro sonanti.

Roma non ha mai superato i diecimila concorrenti  al traguardo, con meno di un terzo di stranieri che è un numero di tutto rispetto per carità, ma che ci relega agli ultimi posti tra le maratone che contano nel mondo. I motivi? Tanti e tutti interessanti, che sarebbe stato stimolante esaminare e sui quali sarebbe stato utile approfondire, indagare, studiare, dibattere magari insieme alle vivaci realtà atletiche e associative della città. 

Dietro  la spinta di  Daniele Frongia, ritornato da poco a svolgere le funzioni di assessore allo sport dopo il coinvolgimento in un presunto caso di corruzione (per il quale è stata però chiesta l’archiviazione) e con  il placet della stessa sindaca, si è scelta invece la via un po’ pilatesca  e burocratica del bando, al quale ovviamente si sono precipitati a partecipare consorzi e organizzazioni tra i più disparati, alcuni   facenti capo proprio alle maratone straniere  sopra citate. 

Un pasticcio, in virtù del quale la Maratona di Roma  nei prossimi anni potrebbe paradossalmente essere gestita dagli organizzatori delle città concorrenti come  Parigi ma anche Milano nel cui stesso giorno, tra l’altro e ancora una volta pervicacemente e stoltamente da tre anni ormai, il 7 di Aprile si svolgerà in concomitanza la stessa manifestazione. Che  non sembrerebbe proprio essere un motivo di orgoglio per la città che in fatto di sport ha già rinunciato a partecipare alla gara per l’assegnazione delle Olimpiadi 2024, né tantomeno di buon auspicio per il rinnovamento. 

E’ così che vanno le cose, è questa la logica di mercato e non c’erano altre soluzioni possibili o professionalità cittadine in grado d’imprimere una svolta? Forse. O forse si è scelta l’opzione più semplice e meno impegnativa: io ti autorizzo, tu mi garantisci i risultati basilari e mi organizzi un evento senza spese e soprattutto con qualche ritorno economico per l’amministrazione, poiché nel ventennio passato,  gli euro pubblici spesi per sostenerlo hanno viaggiato su cifre di parecchi zeri.

Sta di fatto però, che anche questa volta e da molti anni ormai,  il maggior finanziatore, lo sponsor principale della maratona, quello che sborserà la cifra più alta sarà ancora l’Acea, che forse qualcuno ha dimenticato, ma  è un’azienda municipale a capitale pubblico che per le sponsorizzazioni utilizza i soldi dei cittadini romani e che è al centro da mesi di una bufera giudiziaria che ha portato in carcere per corruzione il suo (ex) presidente Luca Lanzalone e alla messa sotto accusa dell’Amministratore delegato Stefano Donnarumma.

Detto ciò, per ritardi burocratici il bando 2019 è saltato e onde evitare la perdita dell’evento per l’anno in corso, si è deciso di affidare l’organizzazione direttamente alla FIDAL, la Federazione Italiana di Atletica Leggera che  nella conferenza stampa capitolina  ha assicurato che le diecimila richieste di iscrizione sono  un grande successo.

Contenti loro e comunque staremo a vedere quanti  taglieranno il traguardo e quale sarà il livello tecnico agonistico della prova. Noi  auguriamo alla città di poter ospitare una grande iniziativa sportiva che, anche se difficilmente potrà entrare nel ranking delle migliori e più partecipate al mondo, almeno si mantenga a un livello di collocazione onorevole e allontani da sé polemiche e dubbi sulla bontà delle scelte fatte dall’amministrazione cittadina. Alla quale avevamo sommessamente suggerito anche noi, prima di essere presi a pesci in faccia dagli amministratori pubblici delegati alla questione, di tener conto dei consigli e dei suggerimenti di chi, come il sottoscritto, questa Maratona venticinque anni fa l’aveva ideata, inventata  e diretta, facendo sognare una città e un paese interi  e rivaleggiato alla pari con un mostro sacro come New York.

Umberto Fausto Silvestri – Fondatore e già Presidente della Roma City Marathon/ Maratona di Roma 

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