PROVA SU STRADA – Una settimana con la Citroën C4 Cactus

IMG_7551Devo ammetterlo, quando al desk dell’aeroporto di Palermo mi hanno dato in consegna le chiavi della Citroën C4 Cactus sono rimasto un po’ deluso. Mi aspettavo una segmento C di quelle che di solito hanno in dotazione le agenzie di autonoleggio, tipo Volkswagen Golf o Peugeot 308, e non un urban crossover minimal dal design eclettico. Io e la mia fidanzata, una settimana piena di impegni con tappe prestabilite e mi metto a discutere per un difficile, quanto scocciante, cambio vettura? No, si carica il bagagliaio e si parte. Città, strade sterrate, autostrada e tante statali, poco meno di 1400 km bruciati in una settimana che mi hanno fatto cambiare completamente idea sulla la C4 Cactus, simbolo del buon compromesso tra praticità e costi di gestione, con quel design particolare che o ti piace o ti fa girare da un’altra parte, ricca da una parte di soluzioni interessanti ma dall’altra di dettagli che al giorno d’oggi bandirei da qualsiasi autovettura. Sono partito prevenuto, con un occhio particolarmente critico, ma alla fine di tutto devo ammettere che riconsegnare le chiavi dopo una settimana ha lasciato un po’ di amarezza.

Esterni

IMG_7552Lunga 4,15m, alta 1,53m e larga 1,74m, non proprio una citycar ma un urban crossover dalle linee muscolose che, anche in colorazione Silver Grey metallizzato del nostro esemplare, cattura gli sguardi dei passanti. Il frontale è imponente, più riuscito a mio parere rispetto al posteriore, su cui dominano i fari anteriori sdoppiati, alogeni e con una firma luminosa a led separata. L’abbinamento luce calda degli anabbaglianti e luce fredda dei led non convince, con quest’ultima che da un punto di vista estetico avrebbe trovato sicuramente più consenso se abbinata ad un impianto allo xeno. Il tratto distintivo di quest’auto è rappresentato dagli Airbump, protezioni in gomma che nascondono al loro interno dei sottili cuscini d’aria che hanno il preciso scopo di attutire i colpi da parcheggio, che troviamo sulle fiancate, all’anteriore e al posteriore. In allestimento Shine, la C4 Cactus in prova è decisamente completa abbinata al Pack Shine; questo prevede i sensori di parcheggio posteriori, anteriori e la telecamera posteriore, consigliata per via degli ingombranti montanti posteriori che in fase di manovra limitano molto la visibilità. Per ultimo, l’equipaggiamento offre il Park Assist, la funzione di parcheggio automatico che si è comportata egregiamente sia in fase di uscita che di entrata, in spazi relativamente stretti e con chiari comandi forniti al guidatore attraverso il sistema di infotainment. Di serie sono previsti cerchi in lega da 16” bruniti a 8 razze, che bene si abbinano al colore della carrozzeria.

Interni

IMG_7553Minimal. È il primo aggettivo che viene in mente appena ci si siede al volante della C4 Cactus. Ma attenzione, minimal non vuol dire poco curato, brutto o povero, ma incarna quella filosofia di progettazione che ha come obiettivo il rinunciare a tutto ciò che è superfluo mantenendo nelle forme e negli abbinamenti dei materiali quel tocco di particolarità e ricercatezza che la casa del Double Chevron è riuscita a imprimere ai suoi modelli. Impossibile non notare, appena si sale a bordo, le maniglie in pelle che servono a richiudere la portiera, riuscite ed abbinate alla perfezione nel design dell’interno porta. I sedili anteriori sono comodi come da tradizione francese, non in materiali ricercati ma in semplice tela imbottita, morbidi e particolarmente larghi, con un accenno di fianchetti laterali e regolabili in altezza. Di serie il bracciolo anteriore, che ho trovato un po’ scomodo in fase di manovra nell’inserimento della retromarcia, sicuramente per via del mio metro e novanta e passa che mi ha portato ad arretrare molto il sedile. Nonostante ciò, l’abitabilità posteriore rimane ottima, con tanti vani portaoggetti ma con un unico, a mio avviso, grandissimo difetto: i vetri posteriori a compasso, che bandirei immediatamente da qualsiasi vettura per quattro o più persone, che fanno nascere quella leggera forma di claustrofobia anche dove, come in questo caso, non ce ne sarebbe motivo. Tra gli optional in dotazione fa la sua figura il tetto panoramico, che al prezzo di 650,00 euro garantisce un’enorme superficie vetrata oscurata contro i raggi UV, bellissimo, ma che non può né essere aperto né chiuso da una tendina a scomparsa in caso di sole battente, cosa che inevitabilmente scalda, e di molto, la macchina. La quantità di spazi portaoggetti colpisce appena si sale a bordo, tanti e di qualsiasi forma e dimensione; nel bracciolo anteriore, nelle portiere, sul tunnel centrale e nel cassetto portaoggetti, quest’ultimo enorme e dalla forma regolare grazie allo spostamento dell’airbag del passeggero sul montante destro. Viaggiando in due, e soprattutto con una ragazza, si notano cose che molto probabilmente sarebbero passate inosservate: non capisco la scelta di mettere lo specchietto di cortesia solo sull’aletta parasole del guidatore e non su quella del passeggero; perché non su entrambe? Il volante è un po’ troppo grande, regolabile in altezza ma non in profondità, rivestito in pelle così come la leva del cambio; la corona si impugna bene, anche se avrei preferito uno spessore maggiore nella parte superiore. Come su tutte le ultime Citroën, sul volante sono concentrati, sulla destra, i comandi dell’infotainment, con il volume e la lista delle stazioni radio, mentre sulla sinistra i comandi del cruise control (non adattivo) e del limitatore di velocità.

Infotainment

Davanti al guidatore non abbiamo elementi analogici, ma solo uno schermo, che ormai sente il peso degli anni, che fornisce le (poche, a dir la verità) informazioni utili durante la marcia; la velocità istantanea è in primo piano, con l’indicatore di cambio marcia sulla destra, mentre sulla sinistra trovano posto i km totali della vettura e, quando vengono attivati, le informazioni relative al cruise e al limitatore. Tutte il resto è concentrato sul touchpad da 7 pollici che trova posto al centro della plancia, purtroppo non capacitivo ma resistivo, il che implica una certa pressione sulle icone per poter passare da un menu all’altro. Climatizzatore (perfetto, in pochi minuti rinfresca tutto l’ambiente anche dopo una giornata sotto il sole), informazioni, multimedia (bluetooth, USB e AUX), navigatore, impostazioni e telefono sono gestibili tutte attraverso il pad, completo anche se non particolarmente intuitivo. Gli unici tasti fisici trovano posto al di sotto di esso, e si usano per azionare gli hazard, il parcheggio automatico o per attivare lo sbrinamento dei cristalli. Avrei preferito, oltre all’aumento della sensibilità del touch, tasti fisici per la gestione dell’impianto di climatizzazione, per evitare distrazioni, anche se di pochi istanti, durante la guida.

Dinamica e prestazioni

La C4 Cactus provata è mossa da un tre cilindri da 1.2 litri a benzina da 82 CV e 118 Nm di coppia, che garantisce una velocità massima di 171 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 12,9 secondi. Prestazioni non particolarmente esaltanti sulla carta, ma che mi hanno piacevolmente stupito alla guida, sia per capacità di ripresa che di allungo a velocità autostradali. Il cambio manuale a 5 marce ha rapporti molto lunghi, a tutto vantaggio dei consumi, che alla fine del viaggio hanno fatto registrare un consumo medio su oltre 1300 km di 5,1 l per 100 km, ben 19,5 km con un litro di benzina, il tutto non prestando particolare attenzione al portafoglio. Le sospensioni assorbono tutte le asperità dell’asfalto, anche se le avrei preferite più rigide sui giunti autostradali e sulle curve veloci, dove l’anteriore si alleggerisce troppo. Questo è il punto debole della C4 Cactus: le sospensioni estremamente morbide sono abbinate ad uno sterzo poco reattivo, troppo vuoto e poco sensibile ai minimi movimenti che diventano più frequenti con l’aumentare della velocità, ed insieme non danno all’apparenza quella sensazione di sicurezza che una media auto di famiglia dovrebbe garantire.

Prezzo

La Citroën C4 Cactus è in vendita a partire da 16.750 euro, che diventano 18.850 con l’allestimento Shine in prova, escluso il Pack Shine da 1300,00 euro che comprende sensori di parcheggio anteriori e posteriori, telecamera posteriore, parcheggio automatico e tetto panoramico.

PREGI: abitabilità, motore, design, dotazioni di serie
DIFETTI: sterzo, sospensioni, vetri posteriori a compasso, mancanza dello specchietto di cortesia del passeggero, infotainment datato

2 Risposte

  1. GIANLUCA GIANNINI

    lo specchietto di cortesia manca perchè,la cactus a l’airbag che scende da sopra!!!!….informatevi prima di dire cose non esatte !!

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  2. Salvatore

    La possiedo da 16 mesi la 100 cv. BLU HD sono molto soddisfatto sia come motore che come spazzi interni,i consumi sono buoni,mi lamento soltanto degli ammortizatori specialmente quelli dietro che non assorbono le buche e se in curva ci sono avvallamenti la macchina scarta leggermente ma pericolosamente di fianco,mi dicono che e il Ponte di Dion che provoca questo scarto.Ma non penso che una casa automobilistica mette in strada un modello con questo problema,anche se in concessionaria mi dicono che è normale. ci sono altre persone con lo stesso problema

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