Photoshop si o no? A lezione dalle dive

renee-zellweger-bridget-jones-14313311Guardare le ultime foto di Renee Zelweger, sparse ovunque sul web, mi ha fatto riflettere sulla trasformazione, non intesa come evoluzione, ma come desiderio spasmodico di allontanarsi da sé stessi. Molti gli si concedono senza riserve, altri condannano tutto ciò che la riguarda.

Un esempio? Chirurgia plastica, la finta evoluzione dell’era moderna. Guardando queste foto è abbastanza facile capire perché la maggior parte delle persone “comuni” la considerino un abominio. Ma allora Photoshop? Quel potentissimo strumento di bellezza, elisir di eterna giovinezza, non può essere paragonato alla chirurgia? Le foto vengono modificate, stravolte, e il ritratto ci rimanda l’immagine di donne bellissime con occhi scintillanti e pelle perfetta. Il mondo, ad un tratto, ci apprezza.

La finalità delle fotografie è immortalare un attimo, un’età, una bellezza che non tornerà mai più. E chi non possiede quella bellezza cede alla tentazione di inventarla… di ricrearla in foto perfette che resteranno indelebili. Tutti i piccoli difetti che ci caratterizzano vengono eliminati per sempre, per farci più belle agli occhi degli altri e di noi stesse, per scomparire perfino dai ricordi.

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Che fine ha fatto la libertà di essere se stesse? Che ne abbiamo fatto del famoso “rompere gli schemi””? E poi, è davvero una novità questo Photoshop?

La risposta arriva dai primi del novecento, quando perfino le bellissime dive hollywoodiane venivano ritoccate con i metodi di allora. Questo si che dovrebbe farci riflettere: noi donne abbiamo la malsana abitudine di paragonarci costantemente a modelli irraggiungibili, perdendo di vista l’aspetto realistico, spesso molto più affascinante della perfezione. Ce lo dimostrano le orecchie a sventola di Kristen Stewart o il sorriso sproporzionato della Roberts, lo spazio tra i denti di Georgia May Jagger e Madonna e il naso importante di Barbra Straisand. le forme abbondanti di Kate Winslet e il seno piatto di Keira Knightley.

Cindy-Crawford-4122Ricordate i tempi in cui spopolava il neo alla Cindy Crowford (foto a sx)? E chi avrebbe mai osato modificare la leggera asimmetria di Greta Garbo? La differenza tra noi e queste dive sta semplicemente nel saper trasformare piccoli difetti in punti di forza. Impariamo da loro!

Valorizziamo ciò che ci fa sentre a disagio, facciamone un asso nella manica, non un muro dietro al quale nascondersi.

di Simona Scardino

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