Obama annuncia sanzioni per la Russia

Gli Stati Uniti, nel tentativo di colpire la cerchia di conoscenze di Putin, hanno previsto nuove sanzioni contro la Russia. L’ha fatto sapere, senza troppi preamboli, Obama in visita a Manila, precisando per l’occasione che l’obiettivo non è colpire personalmente il Presidente russo, quanto “cambiare la sua strategia, incoraggiarlo a intraprendere un cammino per risolvere la crisi in Ucraina”.

Le persone incriminate sono 7 e fanno parte del mondo politico e finanziario, oltre a 17 aziende, tra banche, gruppi finanziari , di trasporti, energia e costruzioni.

Fra i nomi, spiccano quello del vice primo ministro russo Dimitry Kozak, uno dei dei fedelissimi, in corsa per la presidenza nel 2008 e il capo dell’ufficio di presidenza Vjaceslav Volodin, l’uomo subentrato a Surkov, definito da alcuni “solido artefice politico” , da altri “burocrate anomalo” per la sua abilità geniale di motivare e manipolare le persone.

Una delle aziende della “black list” di Washington è invece il gruppo Volga, società di investimenti che opera per conto di Ghennadi Timcenko, ovvero uno degli uomini più vicini al leader sovietico, anch’egli come Putin, uscito dalle strutture dirigenziali del vecchio Kgb.

Non è la prima volta che Timcemko finisce nel mirino dei sanzionatori, fermamente decisi a colpire, attraverso lui, il “presunto”patrimonio di Putin, nascosto secondo indiscrezioni in Svizzera e Liechtenstein. Il tesoretto di Putin, il cui nome non compare in alcun registro degli azionisti, ammonterebbe a circa 40 milioni di dollari, ma ad oggi non è stata fatta piena chiarezza sul caso, anche perché se si trattasse del classico meccanismo di “scatole cinesi”, tipico delle società offshore, sarebbe impossibile venirne a capo.

Se gli Stati Uniti hanno adottato una politica spregiudicata, tuttavia più cauta è la posizione dell’Ue. Bruxelles ha infatti emesso provvedimenti restrittivi per 15 persone, i cui nomi saranno resi noti giovedì prossimo, ma non intende applicare sanzioni economiche alla Russia, perché potrebbero causare un danno all’Europa stessa. Ricordiamo infatti che lo scambio economico e finanziario tra Europa e Russia movimenta attualmente circa 500 miliardi di dollari. Allora meglio la diplomazia che il boomerang!

di Simona Mazza

foto: rappler.com

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